𝕺𝖓𝖊 𝕾𝖍𝖔𝖙 || 𝕬𝖓𝖎𝖒𝖊♡

💕𝕰𝖘𝖘𝖊𝖗𝖊 𝖘𝖙𝖗𝖆𝖓𝖎 𝖓𝖔𝖓 𝖊̀ 𝖒𝖆𝖑𝖊 𝖘𝖆𝖎?||𝕳𝖎𝖒𝖎𝖐𝖔 𝖙𝖔𝖌𝖆💕

(T/N) --> tuo nome

(C/C) --> colore capelli

(L/C) --> lunghezza capelli

(C/O) --> colore occhi

Buona lettura 🧚‍♀️💕

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(T/N) era vista un modo strano nella scuola che frequentava, anche i professori la guardavano nello stesso modo degli alunni e compagni. Esteticamente era una ragazza comune, aveva (l/c) capelli (c/c), occhi di un candido (c/o).
Insomma, era molto simile alle ragazze della propria scuola, ma per una voce che girava in giro, la situazione era completamente cambiata.

(T/N) POV'S

Si svegliò di scatto appena sentì la sveglia suonare. Anche quella notte non aveva dormito per nulla, al massimo un'ora scarsa per colpa dell'insonnia. Come ogni mattina, si alzò svogliatamente dal letto, per mettersi quella divisa che tanto odiava. Ogni giorno era un'inferno in quella struttura chiamata scuola.
Tutti la evitavano e le parlavano dietro.
Solo poche persone non la giudicavano per questo, si avvicinò molto a loro e si sentiva bene. In questo gruppo erano presenti i peggior alunni della sua scuola,si facevano chiamare "villains". Era un nome buffo ma era pur sempre un nome originale, che usciva dagli schemi e non come i soliti nomi che si danno, le piaceva.

Si perse nei suoi pensieri mentre si preparava. I pensieri erano rivolti solo ed esclusivamente all'unica ragazza che stava in quel gruppo,nel quale si era aggiunta da parecchio tempo.
La ragazza in questione si chiama himiko toga, ma l'aveva soprannominata "bon bon" per come raccoglieva i capelli.
Aveva una cotta per quella ragazza,da ormai qualche mese, e cercava in tutti i modi di nasconderlo per non risultare ancora più strana.
Odiava sentirsi chiamare nei modi più disoreggiativi, ma doveva farci l'abitudine anche se sarebbe stato difficile.
Quella mattina non toccò cibo, come tutte le scorse mattine del resto. Odiava mangiare alla mattina, preferiva di gran lunga aspettare l'ora di pranzo. Usci di casa come suo consueto, salutando la madre per avviarsi successivamente a scuola.

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Era arrivata da pochi minuti e già l'avevano presa in giro in tutti i modi, e per questa cosa, si chiuse nel bagno femminile dell'ultimo piano, e scoppiò in un pianto solitario. Odiava tutto di quella scuola, era arrivata persino ad odiarsi per questo, ma doveva andare avanti e fare finta di nulla, non voleva far preoccupare la madre,perché aveva già fin troppi problemi di suo. Suo marito, non che padre di (t/n) era andato con un'altra donna,lasciando così la madre il compito di badare alla casa e alla figlia. Era un momento difficile, e per questo non voleva farla preoccupare ulteriormente.
Al solo pensiero, scoppiò nuovamente a piangere. Gli dispiace molto per la madre e per colpa della sua empatia piangeva molto spesso anche per lei.
Non si rese nemmeno conto che entrò una ragazza in quel bagno tranne quando, quest'ultima aprì la porta, rivelando la sua "bon bon".

toga pov's

Stava saltellando per la scuola, con i suoi due migliore amici. Uno era tomura shigaraki, un tipo strano ma era molto dolce nonostante la corazza che aveva creato negli anni, mentre l'altro era dabi, il solito bad boy della situazione,veniva chiamato "il donnaiolo" per quante ragazze si portava a letto, ma verso la bionda si comportava come un fratello maggiore, e la cosa la faceva parecchio piacere.
Tutti la chiamavano "gatta", non come si usava di solito per le donne che facevo il lavoro più antico del mondo, ma principalmente per i suoi occhi e per i propri denti, i quali erano affilati talmente tanto da sembrare un gatto. I suoi occhi invece erano gialli con le iridi a forma di fessura, proprio come i felini.

Mentre era in giro con il suo gruppo,aveva notato l'assenza della (c/c) e si stava preoccupando parecchio, ma sapeva molto bene dove si trovasse, dato che l'aveva trovata in fragrante molte volte nel bagno superiore a piangere come una bambina senza il proprio peluche.
Infatti la trovò proprio lì come ogni mattina.
Senza dire nulla, la strinse a sè in un tenero abbraccio, mentre le accarezza i capelli, dicendole che adesso era al sicuro e stava bene.
Ma la (c/c) non smise lo stesso di piangere ma continuava a ripetere le solite frasi, in modo disconnesso.