CAPITOLO 35

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I ragazzi sono appena andati via, mi hanno tartassato di domande su Emi ma non avevo nessuna voglia di parlarne, voglio chiudere anche questo capitolo e ripartire da sola con Diego, l’unico ometto della mia vita. Giorno nuovo, stessa vita, stessa routine: accompagno Diego all’asilo e poi dritta a lavoro con l’avvocato che si sta trasformando in uno zombie per colpa del divorzio con la moglie.

Chanel:” Buongiorno avvocato” dico entrando in ufficio

Avv. Merli:” Ciao Chany” dice con voce triste ma non mi soffermo più di tanto, ho altri problemi per la testa e non ho voglia di accollarmi anche i suoi, poteva pensarci prima invece di tradire la moglie.  Sto seduta in quella scrivania senza fare praticamente niente, nessun figlio di papà oggi, strana come cosa ma come non detto suonano alla porta, che palle.

Chanel:” Prego si accomodi” dico aprendo la porta ma appena entra non credo ai miei occhi, si siede senza salutare, è tornato la persona arrogante che era fin dall’inizio ma io c’ho visto chissà che in lui.

Avv. Merli:” Ah Emiliano sei arrivato” dice sbucando fuori dalla sua porta “Chanel fallo accomodare nel mio ufficio” dice fissandomi

Chanel:” Va bene“ dico alzandomi

Emi:” Non sono deficiente, vado da solo so dov’è l’ufficio”  dice alzandosi e scomparendo nel ufficio dell’avvocato

Chanel:” Ma vai a fanculo deficiente!” dico sbattendo dei fogli sul tavolo. La giornata passa così lentamente che sembra un’eternità, manca poco e mi addormento sulla scrivania ma appena arriva un fax faccio un salto dalla sedia. Chiamo l’avvocato ma non risponde, porca miseria è importante e lui sta perdendo tempo con quel cretino così decido di andare direttamente nel suo ufficio.

Chanel:” Avvocato!!” dico aprendo la porta ma mi son dimenticata di bussare e già so che mi aspettano uno dei quei cazziatoni assurdi ma sti cavoli, è importante stavolta.

Avv. Merli:” Non si bussa più???” dice guardandomi male

Chanel:” Mi son dimenticata, è arrivato questo fax…”

Avv. Merli:” E quindi?? Cos’ha più di importante di ogni altro fax?” dice fissandomi male

Chanel:” Un fax dal tribunale, per Diego.. Per mio figlio, per lei sarà una cazzata come tutto il resto, PER ME NO” dico alzando un po’ la voce ed Emi mi fissa quasi preoccupato

Emi:” Cos’è successo???” dice fissandomi ma lo ignoro, ma non gli hanno insegnato a farsi i cazzi suoi?!

Chanel:” Allora? Che dice??” dico fissando l’avvocato

Avv. Merli:” Dice che Marco non ne vuole sapere niente del bambino e ritira tutto ciò che ha fatto finora”

Emi:” Che???”

Chanel:” Sta scherzando spero..” dico mettendomi seduta

Emi:” Non è che ha sbagliato ad interpretare?” dice mettendomi una mano sulla gamba ma appena lo fa lo guardo malissimo così la toglie in due secondi

Avv. Merli:” Ma dovete venirmi a dire come si fa il mio mestiere? Sta scritto qui!” dice sbattendo i figli, incazzato nero

Chanel:” Mi scusi” dico abbassando la testa e sento gli occhi riempirsi di lacrime ma non devo, non posso piangere, almeno non ora “grazie” dico uscendo di corsa da quella stanza, sentivo che mi stava diventando troppo stretta, mi manca l’aria così esco fuori. Sto seduta su uno scalino con la testa tra le mani ed una sigaretta accesa ma è il vento a fumarsela, sto pensando a tante cose che non so neanch’io a cosa stai pensando veramente.

X:” Hey” dice quella voce che ora come ora odio con tutta me stessa, si siede vicino a me accarezzandomi i capelli e la schiena

Chanel:” Evita! Vattene!” dico senza guardarlo

Emi:” Io ci sono e ci sarò per voi”

Chanel:” Ma vai a fanculo!!” dico iniziando camminare senza una meta precisa, fa un freddo cane e non ho neanche un giubbotto, porca troia! Va tutto male, sto vagando nella zona più pericolosa di Milano ma me ne frego, non mi interessa più niente, continuano a chiamarmi ma non risponde a nessuno, non ho voglia di sentire nessuno finché non mi sento tirare dal braccio

Chanel:” Ooooh mollami!” dico muovendomi come un tornado

X:” Sei scema?? Sono io…” dice abbracciandomi “tremi..”

Chanel:” Ale..” dico lasciandomi cullare da lui

Alessia:” Cosa ti è preso? Ti stanno chiamando tutti.. cosa c’è che non va?” ma non riesco a parlare visto che le lacrime si sono impossessate del mio corpo senza finire mai “Piangi, sfogati ma non tenerti tutto dentro” dice abbracciandomi ancora più forte.

Scordarmi Chi EroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora