JOSEPHINE POV'S
Restiamo lì in piedi, al centro del mercato e io sto aspettando una risposta da lui.Dalla sua espressione, deduco che sia una cosa brutta che non mi avrebbe mai fatto sapere se non fosse stato per Sophia.
La verità è che non sono pronta. Non sono pronta per crollare di nuovo per colpa sua.
«Hero, cosa non mi hai detto?» cerco di farlo parlare ma lui resta zitto e mi guarda come se avesse visto un fantasma: suda ed è diventato rosso come un pomodoro.
Mi prende le mani e io lo lascio fare «andiamo a casa e ti spiego per bene, qui non mi sembra un buon posto» mi dice e io annuisco.
Cerco di apparire calma e non preoccupata. Ma la verità è che sono super preoccupata. Cosa mi ha nascosto? Non sarà una cosa così grave da indurci a lasciarci, vero?
Il viaggio in macchina è silenzioso, non perdo tempo neanche ad accendere la musica perché non riesco a muovermi.
Hero tamburella le dita sul volante e respira affannosamente. Ma che gli succede?
Entrando in casa, scopriamo di essere soli. Saliamo in camera mia — che ormai è diventata nostra — e mi siedo sul letto mentre lui rimane in piedi davanti a me.
«Allora...» dico cercando di stare calma.
Lui si appoggia al muro «allora...» inizia a dire, poi prende un bel respiro e inizia a parlare «intanto voglio dirti che mi dispiace tantissimo, Josephine. E voglio che tu ricorda che quel tempo ero uno stronzo e non capivo nulla» mi avverte e il mio cuore perde un battito.Come sarebbe a dire che 'gli dispiace tanto'? Dio, allora non è una cosa da niente.
«Parla» gli dico, ignorando tutte le sue scuse. Come potrei perdonarlo se non so neanche cosa mi ha fatto?
«Ti ricordi quella sera dove mi sei venuta a cercare e mi hai trovato con Sophia in braccio?» mi chiede, come se la mia memoria fosse andata a fanculo.
Certo che mi ricordo di quella sera. La rabbia sta salendo sempre di più, e voglio scoprire tutto, adesso.
«Si» dico stringendo i pugni e morendomi la lingua per non piangere «beh, quindi ti ricordi anche che l'avevano obbligata a portarmi di sopra...» dice con tanta sicurezza.
Ma per chi mi ha presa?
«Hero, mi ricordo tutto. Vai al punto!» sto davvero perdendo la pazienza.
«Ok... Tu eri sicura che non appena siamo andati al piano di sopra me l'ero scopata, e io ti ho detto di no e che lei si era portata il primo ubriaco che abbiamo incrociato» dice con calma, soffermandosi ad ogni parola.
Ogni parola che dice, comincia a farmi avvicinare a capire ciò che vorrebbe farmi capire...
«Beh, ti ho mentito. Quell'ubriaco in realtà... Ero io» china la testa evidentemente per non vedere la mia reazione.
Abbasso lo sguardo da un lato e serro gli occhi con forza.
Non ci posso credere: Hero mi ha mentito anche su questo! E poi, quando siamo andati a letto per la prima volta, ha anche sostenuto di essere vergine.
Le lacrime scendono senza tregua e lui si abbassa all'altezza giusta per guardarmi in faccia «mi dispiace tanto, te lo giuro! Pensavo che se te lo avessi detto prima di tutto... di noi, ti avrebbe allontanata più di quanto ti stavi già allontanando» cerca di giustificarsi.
«Fuori» riesco a dire, ma ho la voce roca.
Lui cambia espressione, come se fosse distrutto. Ma qui dentro, quella che è distrutta sono io.
«Josephine...» cerca di prendermi il viso tra le mani ma io mi scanso e finalmente trovo la voce «ho detto fuori dalle palle!» urlo e mi porto le mani sul viso.
Lui si alza, rimane fermo davanti a me ancora per un po' e poi esce dalla camera sbattendo la porta.
Intanto, io mi sdraio e mi lascio consumare dal dolore.
Spazio autrice:
...
...
Lascio la parola a voi.
Intanto vi prometto che aggiornerò presto!
Vi voglio benee❤️
Bacii.
~Alessia✨
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Just Friends/ Herophine
Fanfiction[COMPLETA] Josephine e Hero sono due ragazzi della stessa età, legati sin da piccoli e cresciuti insieme come due fratelli. Josephine vive a Perth con la madre Elizabeth e la sorella Katherine mentre Hero a Londra con sua madre Martha e i suoi due f...