Capitolo 38

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JOSEPHINE POV'S
La mattina seguente apro gli occhi, resto sdraiata a guardare il soffitto per svegliarmi completamente e comincio a pensare.

Dopo un po', quando mi sono svegliata del tutto, decido di alzarmi. Appena mi alzo a sedere però, vedo una persona vicino alla porta. Metto a fuoco e mi ritrovo Hero appoggiato alla parete che mi fissa.

Lancio uno strillo «mi hai fatto prendere un infarto!» gli tiro il primo cuscino che trovo sul letto «scusa» dice schivando il cuscino e fa per avvicinarsi al letto «che ci fai qui, comunque?» gli chiedo guardando l'orologio per poi mostrarglielo «sono le otto di mattina» puntualizzo e mi stropiccio gli occhi.

«Volevo parlare» dice e io abbasso lo sguardo «non ho niente da dirti» prendo i miei vestiti e faccio per andare in bagno... Ma so che non voglio andarci veramente. Voglio parlare con lui e chiarire, ma ho bisogno di tempo.

Hero mi blocca il passaggio «Jo, possiamo parlarne con calma, per favore? Così non risolveremo niente» dice.

Annuisco e sbuffo, raccolgo il cuscino che avevo lanciato due minuti fa e mi siedo sul letto appoggiandomelo sulle gambe. Guardo Hero, che si trova di fronte a me ed è appoggiato alla parete, e io aspetto che inizi a conversare.

«Allora... Spiegami.» Gli dico vedendo che non parla.

«Volevo dirti che mi dispiace, Josephine. Mi dispiace tanto... È solo che in quel momento non ci stavo con la testa. Noi non eravamo ancora fidanzati, ma io pensavo sempre a te. Ho voluto portarmela a letto non perché la amavo —non l'ho mai amata e non l'amerò mai— ma perché volevo dimenticarmi di te e delle strane sensazioni che provavo ogni volta che ti guardavo. Non sapevo cosa mi stesse succedendo» dice.

«Non è questo il punto, Hero. Io ti credo su questo, e ti posso anche capire, ma la cosa che mi da più fastidio è che mi hai mentito. Perchè non me lo hai detto prima?» gli chiedo e lui abbassa lo sguardo e si dondola sui talloni.

«Non lo so... Avevo paura di perderti anche in questo modo» mi dice, io lo guardo male «in che senso 'anche in questo modo'?» gli chiedo.

Non penserà mica di avermi persa.

«Perchè avevo paura di perderti in quel modo, quindi ho pensato che non dirtelo fosse stata la scelta migliore. Invece ti ho persa comunque» la sua convinzione mentre pronuncia quelle parole mi spezza.

«Non mi hai persa, Hero. Ero, e sono ancora, solo sconvolta, tutto qui» lo tranquillizzo.

Lui mi guarda con uno sguardo rinato, gli occhi gli brillano «cosa vuoi dire con questo?» mi chiede e io sospiro «voglio dire che non sono arrabbiata con te... non mi hai persa. Non sono ancora pronta a rimettermi con te, voglio che tu capisca come mi sono sentita. Quindi, ho deciso che verrò lo stesso con te a Roma, e poi ti darò una risposta. Dimostrami che sai trattarmi bene come hai fatto negli ultimi mesi, Hero. Devo esserne convinta al cento per cento» gli faccio.

Lui, anche se non si aspettava questa risposta, sorride lo stesso «va bene» abbassa lo sguardo.

«Quindi da dopodomani saremo amici fino alla fine del viaggio?» Chiede prima di uscire e io annuisco «si, voglio solo essere sicura che non mi farai più del male» dico.

«Te lo prometto. Ti amo» dice e poi esce.

Mi era mancato, anche solo per un giorno, sentirmi dire 'ti amo' da lui.

Sono sicura che riuscirà a convincermi di potermi trattare bene.

Ho seguito il consiglio di Mercy e Katherine, ma ho cambiato alcune cose... Dopodomani partiremo per Roma, e li potrò prendere una decisione, che in realtà ho già preso, ma voglio aspettare ancora un po' per comunicargliela.

Voglio che lui capisca come ci si sente ad essere presi in giro dalla persona a cui tieni più di tutte.

Spazio autrice:
Ehilà!
In questi giorni sto aggiornando abbastanza presto, quasi sempre verso l'ora di pranzo. Finalmente gli esami sono quasi finiti e sto trovando più tempo da dedicare a Wattpad, e sono felicissima.
Spero che la storia vi stia piacendo!
Vi voglio benee❤️
Bacii.
~Alessia

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