Clarke:
È passato poco più di una settimana dall'accaduto e non ho più messo piede a scuola. Parlo solo con Miller che ogni tanto viene a trovarmi.
È quasi mezzogiorno. E mi stavo guardando allo specchio.
Le mie braccia. Le mie gambe. Il mio corpo.
Troppo magro. Ormai rovinato. Non faccio manco in tempo a cadere in lacrime che mi arriva un messaggio
Octavia: "sta succedendo un casino"
Octavia: " vedi di sbrigarti e venire a scuola."
Octavia: "servi tu. Muoviti prima che si facciano male"
Ma cosa sta succedendo. Dovevo fare qualcosa. Dovevo andare.
Ma dovevo essere una persona diversa dal solito.
Mi metto le calze a rete, e dei tronchetti con il tacco. Una gonna pelle, un maglioncino rosso e il chiodo.
Mi trucco piuttosto pesantemente.
Ci stavo mettendo troppo
Octavia: "ti concedo altri 5 minuti"
Perfetto. Il tempo di farmi portare a scuola in macchina da Marcus.
Scendo e corro verso l'entrata.
Inizia la sfilata. Penso.
Inizio a camminare per il corridoio e noto un ammasso di persone. Mi faccio strada tra di loro.
Il gruppo si apre in due lasciandomi passare.
Miller e Bellamy.
Vedo ciò.
Solo al culmine di prendersi a botte.
Non so per cosa.
Mi metto in mezzo a loro "buongiorno anche a voi" sorrido ad entrambi.
Mi guardando tutti.
"Le persone che non c'entrano un cazzo spariscano" urlo in mezzo al corridoio.
Rimaniamo Bellamy, Miller, Murphy, Bryan, Raven, Octavia ed Io.
"Ora qualcuno ha la decenza di spiegarmi cosa sta succedendo?"
Nessuno mi risponde.
"Vaffanculo comunque. Me ne torno a casa. Pestatevi pure. Non so manco cosa c'entro qui alla fine. Mi ha chiamata O'."
Miller mi abbraccia.
"Scusa, è stata colpa mia, ci mancavi e me la sono presa con lui" mi dice Nate
Mi stacco da lui e guardo Bellamy, abbassa lo sguardo e non dice nulla.
"Tutti subito nel mio ufficio" ci interrompe il preside. E andiamo da lui.
"Qualcuno può spiegarmi cosa sta succedendo?" Inizia Jaha. Alzo la mano "anche a me per favore." Non sapevo cosa fare. Io non ne sapevo nulla. Stavano litigando perché gli mancavo? Che senso ha?
Sì, a quanto pare ero io la motivazione.
"Griffin, non venga più vestita a scuola in questo modo" mi riprende il preside. Faccio spallucce "tanto a scuola non ci torno" esco dal, suo ufficio e gli altri restano dentro. Svuoto il mio armadietto e esco da scuola.
Sento che qualcuno mi sta seguendo. Ho un po'di paura.
Mi mette un mano sulla spalla. Faccio un passo in avanti e mi giro. "Blake." Era Bellamy. Cosa voleva ancora?
"Mi dispiace Clarke, per favore ascoltami" mi allontano piano piano. Ho paura.
"So che ho sbagliato. Ma non volevo farti del male, ho fatto tutto quello che potevo. Non ero in me.
Per favore principessa, perdonami"
Stava per piangere. I suoi occhi erano lucidi e la sua voce spezzata.
"Vado a casa." Non riesco a dire altro. E non so perché proprio questa cosa.
Non ero spaventata da lui, non sapevo cosa mi prendesse.
Il mio cuore batteva sempre più forte.
Faccio un passo all'indietro e inciampo cadendo "porca troia sti tacchi di merda" me li tolgo e noto che Bell era rimasto lì e stava ridendo "sei uno stronzo Blake. Mi si sono rotte anche le calze"
Mi prende il braccio. "Solo tu puoi rompere delle calze a rete" mi dice ridendo e mi porta in macchina.
"Sei più leggera di quanto ricordassi" se ne esce lui.
Abbasso lo sguardo. Aveva ragione. Non avevo più mangiato dopo che avevo fatto la scenata a scuola.
Durante il tragitto stiamo entrambi in silenzio.
"Siamo arrivati" mi dice "vieni dentro che ti mostro una cosa?"
Annuisce e sale in camera con me.
Inizio a togliermi i vestiti e lui si gira per non guardare.
Rido. "Non fare il buonista. Mi hai già vista mentre ero nuda tanto. Poi devi guardare prorpio me"
Si gira e mi guarda. Era scioccato.
Mi guardo nello specchio. "Prima di venire a scuola oggi mi stavo guardando.
Pensavo a quanto io abbia fatto dei casini.
Ho fatto un disastro anche con il mio corpo." Mi inginocchio per terra. In lacrime.
Lui si avvicina lentamente a me "posso toccarti?" Mi chiede con voce rassicurante. Annuisco.
Mi prende le braccia e me le accarezza.
"Vieni qui" mi stringe. Il suo abbraccio mi riscalda.
"Grazie" sussurro, mi accarezza i capelli intanto. È riuscito a tranquillizzarmi.
"Ti va se prendiamo qualcosa da mangiare?" Dovevo mangiare. E aveva trovato la scusa perfetta.
"Pizza?" Gli chiedo asciugandomi le lacrime. Annuisce sorridendomi.
Quando arriva scendiamo in cucina mangiare.
Non riesco a mangiare. Mi trema la mano. Lo nota piuttosto in fretta. Riesce sempre a notare tutto.
"Vuoi una mano?" Mi chiede. Scuoto la testa in segno di "no" e ci riprovo. "Mi sa che è il caso" mi dice cercando il mio sguardo. "Grazie Bell" si avvicina e mi aiuta davvero a mangiare.
Mi chiedo da quando lui sia così dolce. Pensavo avesse continuato ad odiarmi. Invece ora si sta prendendo cura di me.
"Ora ti porto a dormire" mi prende in braccio e mi porta nel letto. Lo tengo per la maglietta. "Che succede?" Mi domanda mentre mi posa sul letto "resti con me? A dormire" non riuscivo a capire cosa mi facesse desiderare Bellamy. Forse mi sentivo sola e avevo bisogno di qualcuno.
Si mette nel letto con me e io mi sdraio sopra di lui. Mi guarda male. Faccio finta di niente e mi accoccolo a lui. Mi stringe tra le sue braccia e mi da un bacino sulla testa.
Mi addormento così. Tranquilla. Tra le braccia del ragazzo, del quale sono probabilmente innamorata.
Lui lo faceva solo per farsi perdonare. Aveva ancora in testa Echo. Non importava. Adesso lui era solo per me.Bellamy:
Parlavo tranquillamente con Murphy in corridoio. Le solite stronzate.
Sento che qualcuno mi spinge. È Miller. Che cazzo vuole questo. Inizia ad aggredirmi verbalmente. Litighiamo pesantemente.
Tutti iniziano ad avvicinarsi a noi.
Ce l'ha con me perché dice che sto facendo soffrire Clarke. Che è tutta colpa mia. Lo so già. Non me lo deve dire lui.
Eravamo arrivati quasi al punto di fare a botte. Quando la vedo.
La lasciano passare. Il rumore dei suoi tacchi che viene verso di noi. I suoi vestiti che erano perfetti. Ma non erano da lei.
Si mette in mezzo a me e Nate. Non so che dirle. Mi ha tolto le parole di bocca vederla.
Continuavo a guardarla. Non facevo altro. Pensavo a lei. Guardavo lei. Quello che faceva non mi interessava.
Il preside ci richiama perché deve sempre essere tra le palle.
Non ci da nessuna punizione. E io pensavo alle parole di Clarke. Al fatto che non volesse tornare a scuola. Non l'avrei più vista tutti i giorni.
Mi spezzava il cuore questa cosa.
Se ne stava andando. Dovevo raggiungerla. Parlarle. Chiarire le cose. Perché stavo male. Mi odiavo.
La seguii.
Le misi una mano sulla spalla, ma il mio gesto la spaventò probabilmente.
Non si aspettava di vedermi lì. E probabilmente non mi voleva neanche.
Mentre le parlavo si allontanava lentamente. Mi bruciavano gli occhi. Stavo trattenendo le lacrime.
"Vado a casa" mi disse. Non disse o fece altro.
Un passo all'indietro e cadde. Mi misi a ridere. "porca troia sti tacchi di merda" mi era mancata. Dopo che se li era tolti la presi in braccio. Intanto ridavamo.
La misi in macchina. Ed era davvero leggerissima.
La portai a casa, era li che voleva andare. Durante il tragitto ci fu un silenzio inquietante quasi.
"vieni dentro che ti mostro una cosa?" Anuii, ero un po'sciettico, ma mi fidai e finimmo in camera sua.
Iniziò a spogliarsi e mi girai per non guardarla.
L'avevo già vista senza vestiti. Ma era ubriaca e aveva bisogno di me. Non sono un animale.
Mi disse di guardarla e poco sicuro lo feci.
Mi spaventai.
Era diventata magrissima. Le cicatrici sulle braccia e sulle gambe. Ecco perché era così leggera. Non rimaneva niente di lei quasi.
Vederla in quello stato faceva soffrire anche me, si inginocchiò a terra mentre piangeva. Dovevo fare qualcosa.
Mi avvicinai a lei lentamente. Non volevo farle del male. "Posso toccarti?" Le chiesi dolcemente. Mi disse di sì e le accarezzai i punti dove c'erano i tagli e le cicatrici.
La abbracciai. La strinsi a me. Sentivo in suo respiro irregolare. Era distrutta.
Le accarezzavo un po' i capelli.
Ordiniamo da mangiare e quando arrivò. Lei provò a mangiare.
Tremava. Sembrava così piccola e debole. Mi metteva tenerezza.
Non voleva che l'aiutassi all'inizio, ma non riusciva.
Stava soffrendo troppo. E doveva mangiare. Chissà quanti giorni erano che non mangiava.
"Ora ti porto a dormire" le dissi. La presi in braccio e la portai in camera.
Si era aggrappata alla mia maglietta e non volevo staccarsi. "Che succede?" Ero un pochino preoccupato. E dovevo prendermi cura di lei.
"resti con me? A dormire" non potevo dirle di no. Mi sarei sentito in colpa e sarebbe stata male ancora.
Decisi di restare e di mettermi a letto con lei.
Si sdraiò sopra di me. Cosa stava facendo? La guardai un po'male. Ero confuso. Non importava. Si accoccola a me e io la stringo. Si addormenta troppo velocemente. Probabilmente erano giorni che non dormiva.
Io invece preferivo stare lì a guardarla.
Sua madre entrò dalla porta e mi guardò sorridendo "si è appena addormentata" le dissi "Grazie." Uscì dalla porta chiudendosi piano.
E rimasi con Clarke su di me, e le mie braccia intorno a lei.- SPAZIO AUTRICE -
Mi è toccato fare un capitolo così dolce per farmi perdonare dai precedenti capitoli dove tutto era leggermente andato a farsi fottere.
Ora potete amarmi.
Xoxo
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del tutto inaspettato
FanfictionUna fanfiction sui Bellarke, perché nella serie ormai non ho più speranze. [non ci sono spoiler è del tutto inventata e non c'entra nulla con la serie] -Questa storia fa schifo, prima o poi verrà eliminata-