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Mi metto a ridere e gli tiro dietro una patatina che prende al volo mangiandola.
B: dai che ti accompagno a casa, ti ho fatto perdere già tempo per mangiare.
F: andava bene anche a me.
B: alla festa di prima però c'erano cose piu prelibate, non avevi mangiato?
F: no, neanche tu però.
B: effettivamente potevamo approfittarne ed erano cose più sane.
F: meglio un panino così con te.
B: si l'ho apprezzato anche io, grazie della compagnia.
F:grazie a te visto che hai offerto.
Risaliamo in macchina e faccio partire la radio. C'è una canzone che mi piace e inizio a canticchiarla e Filippo mi segue a ruota. Facciamo il tratto di strada fino all'indirizzo che mi ha dato, cercando canzoni che conosciamo entrambi.
B:eccoti arrivato.
F: grazie del passaggio e dello spuntino di mezzanotte. Lo avanzi.
B: figurati, è stato un piacere. Abiti solo?
F: no, per ora con i miei.
B: anche io.
F: domani passo il numero in ditta.
B: grazie ma non devi sentirti obbligato a parlare di me. Al limite faccio domanda io, non vorrei farti fare brutta figura.
F: tranquilla. Ciao ci sentiamo.
Scende e va verso un portone. Lo apre ed entra. Vado a casa. Tutto sommato è stata una serata piacevole. Filippo è simpatico e secondo me non è come si descrive. Magari grazie a lui il mio desiderio si avvera, metti che sia un posto interessante. Non gli ho neanche chiesto che ruolo ha in azienda e come si chiama la ditta, mi sono persa in altri discorsi. Pazienza, se mi chiamano capirò.
Vado a casa cantando, era un pezzo che non mi capitava, Filippo mi ha messo di buon umore.
Mi sveglio e vado a lavorare. Verso l'una mi arriva una telefonata da un numero sconosciuto e rispondo.
È un uomo e si presenta come il titolare di una azienda che non ho mai sentito. Mi dice che Filippo gli ha dato il mio numero e che avrebbe piacere di conoscermi e parlarmi. Lo ringrazio e ci diamo appuntamento per domani alle sei. Mando un messaggio a Filippo
B:" ciao, domani alle sei sono in azienda dove lavori. Grazie intanto per la possibilità che mi hai dato."
Mi risponde subito
F:" bene, fammi sapere."
B:" domanda: qualche consiglio per non farti fare brutta figura? Come è il titolare?"
F:" tranquilla, sii te stessa e basta"
B:" non mi sei molto utile così, buona giornata"
Sono un po' nervosa e prima di uscire dal lavoro vado in bagno a sistemarmi. Non sapevo cosa mettermi e alla fine ho messo un paio di pantaloni chiari con una semplice camicia nera leggera e un sandalo nero non troppo alto. Mi sono truccata un po' e lasciato i capelli sciolti. Imposto il telefono con l'indirizzo che mi ha dato e parto. Alle sei meno un quarto sono davanti all'azienda. Oggi tra l'altro mi sono innervosita non poco al lavoro ed ho dovuto mandare giù un bel po' di rabbia e mordermi la lingua spesso per non rispondere. Respiro a fondo cercando di tranquillizzarmi. Entro e una ragazza in centralino mi chiede chi sono e poi mi dice di accomodarmi nella poltroncina vicino. Nel frattempo escono una decina di persone che mi guardano incuriosite e vanno a casa. Deve essere ora di chiusura. Si apre una porta e esce un signore e si avvicina.
S: Bianca?
Mi alzo velocemente porgendo la mano e sorridendo.
B: si buonasera.
M: piacere Marco, accomodati.
Mi fa entrare in un bel ufficio.
Passo l'ora successiva parlando dei mie lavori e scopro che è una tipografia, ma anche un agenzia pubblicitaria. Lavorano con emittenti radiofoniche e anche televisive, organizzando anche eventi vari. Mi spiega velocemente vari eventi o campagne pubblicitarie che hanno seguito e mi entusiasmo solo ad ascoltarlo.
B: mi perdoni, non avevo mai posto attenzione, ma ora che vedo il vostro logo, ricordo di averlo visto in giro.
Mi sorride
M: allora cosa dici di venire a lavorare per noi? Visto che comunque lavori in amministrazione, ti farei iniziare da là per il primo periodo, ma solo per conoscere un po' tutta l'azienda e poi ti sposterei nel commerciale. Ho bisogno di una figura un po' particolare, ma devo capire se puoi essere la persona giusta.
Mi spiega la paga quale sarebbe e cerco di non saltare sulla sedia: è un contratto di apprendistato di due anni con una paga decisamente migliore di quella attuale, di là sono a tempo determinato per sei mesi.
B: va benissimo.
M:se ci vuoi pensare..
B:no, grazie. Quando inizio?
Si mette a ridere.
M: dimmi tu quando puoi.
B: domani è martedì...direi lunedì.
M: perfetto.
Mi chiede tutti i dati e restiamo d'accordo che mi fa contattare dalla ragazza del personale. Esco quasi volando e continuando a ringraziarlo. Esco di corsa e prendo il telefono chiamando Filippo. Non risponde. Gli mando un messaggio
B:" grazie!!"
Dopo dieci minuti mi arriva un messaggio
F:" dove sei? Fermati ovunque tu sia, ti raggiungo"
Mi fermo vicino ad un bar e gli mando la posizione. Arriva dopo dieci minuti in moto. Appoggia il casco e mi guarda sorridendo
F: e allora?
Gli salto in braccio dandogli due baci sulle guance e scendo velocemente rendendomi conto del gesto che ho appena fatto istintivamente.
B: scusa, mi sono fatta prendere dall'entusiasmo. Grazie, lunedì inizio! Tu non hai idea di quanto sono contenta. Sono due anni di contratto e quasi 400 euro in più. Lo sai cosa vuol dire?
F: mi stai dicendo che ora non arrivi a prendere 900 euro?
B: no.
Scuote la testa.
F: sono contento allora. Mi auguro ti piaccia.
B: ci vuole poco rispetto ad ora. Ok si festeggia, ti offro la cena. Ti va di andare nel posto dove ti ho detto ieri sera? Chiamo a casa se mi dici di sì.
È titubante. Ok non vuole uscire con me o ha un impegno. Gli sorrido
B: ok basta dire di no, non è un problema.
F: verrei volentieri e che..
B: tranquillo, non devi inventarti scuse con me Bad Boy.
Sorride e mi da una leggera pacca sulla spalla.
F: ho un impegno scema.
Gli ridò il pugno sulla spalla facendogli l'occhiolino.
B: un pesciolino ha abboccato all'amo?
Scoppia a ridere
B: non neghi però. Va bhe te lo concedo, divertiti, ma ricorda:patti chiari e niente balle. Ci vediamo a questo punto e grazie ancora. Bella la moto.
F: te ne intendi?
B: assolutamente no. La smetti di ridere?
F: non è colpa mia se mi fai ridere.
B: stai insinuando che sono ridicola?
F: MA NOO
B: ok ok mi hai già dato della grassa e ora ridicola. Va bene, metto in lista.
Mentre lo dico ridendo, mi rendo conto che sto giocando con la treccina che gli pende sul viso. La prendo e gli faccio il solletico sul naso.
B: approposito, ma tu ci lavori o no nell'azienda? Devo ancora capirlo.
F: si. Ma non hai più parlato con i tuoi amici?
B: quelli che erano alla festa? No perché?
F: così per sapere se si erano divertiti. Ma come ci sono arrivati alla festa?
B: ah bho. Forse Alessandra, suoi nonni abitano poco distante da quella villa.
F: cognome?
Glielo dico
B: conosci?
Gli suona il cellulare e risponde
F: ciao Benjamin, si arrivo scusa. Mi sono fermato a salutare Bianca. Si te la saluto.
Mette giù
F: scusa ma devo andare altrimenti arrivo in ritardo, prima devo passare anche da Ben e Greta.
B: ti lascio andare, salutameli. Ciao, ci vediamo in azienda allora.
Mi fa segno di si, è pensieroso. Si mette il casco. I suoi occhi azzurri mi osservano.
B: cosa c'è?
F: tu devi stare attenta.
B: a cosa?
F: ai cattivi ragazzi.
B: mi stai mettendo in guardia da te stesso?
F: io sono tuo amico ricordatelo: Bad Boy Friend
B: un Bad Boy per amico, non è da tutte. Anche tu stai attento.
F: da cosa?
B: dalle cattive ragazze.
F:non mi fregano più.
B: te lo auguro, ma dai troppa confidenza, raccomandando, sconosciute conosciute a feste, devi stare attento. Ciao.
Scuote la testa e io salgo felice in macchina. Vado a casa e racconto alla mia famiglia la novità. Chiamo anche Marianna
M: ma come ci sei arrivata?
B: un ragazzo che ho conosciuto domenica alla festa, parlando mi ha aiutato ad avere il colloquio.
M: e chi è?
B: lavora anche lui là, se capita te lo presento. Voi divertiti domenica?
M: si, non siamo rimasti tanto nemmeno noi comunque.
B: ma è stata Alessandra ad avere l'invito?
M:si perché conosce i proprietari.
Mia mamma mi chiama per la cena e la saluto. Resto euforica per tutto il giorno finché non arrivo in ufficio mercoledì mattina. Chiedo di parlare con il titolare e mi riceve verso sera. Gli spiego che ho trovato un altro posto e che lunedì vado. Mi chiede dove ed io decido istintivamente di non dirlo.
T:va bene, devo ammettere che mi dispiace perché sei brava, sicuramente ti avrei riconfermato il contratto, posso sapere perché vuoi andare via?
Vorrei spiegargli un po' di cose sull'ambiente, alcuni colleghi e altro ma decido di starmene zitta.
B: mi hanno offerto un lavoro che mi sembra più adatto al mio carattere e un contratto migliore.
Lo vedo cercare nel PC qualcosa e fa una faccia strana.
T: capisco. In questo momento non posso offrirti un posto alternativo e nemmeno un contratto diverso per una serie di problemi interni, ma se per caso di là non ti trovi, richiamami.
B: grazie.
Ci salutiamo e vado a casa pensando che è stato meglio non lamentarmi con lui, non si sa mai. Giovedì mi chiamano dall'altra ditta chiedendomi se posso portare i miei documenti e alla sei sono là. Sono ferma in reception e vedo uscire Filippo dall'ufficio del titolare. Non mi vede e sento la voce di Marco richiamarlo indietro.
M: Filippo torna dentro!
Ha un tono duro e Filippo sbuffando torna dentro per uscire velocemente poco dopo scocciato. Mi passa accanto guardando a terra e Marco esce dall'ufficio. Stanno uscendo anche altre persone
M: ciao Bianca.
Filippo alza la testa di colpo guardandomi quasi spaventato e guarda Marco.
B: buongiorno, ho portato i documenti.
La ragazza della reception lo saluta, non so come comportarmi, ho un attimo d'imbarazzo.
F: ciao io vado via.
Filippo prende in mano il telefono e scrive qualcosa uscendo
M: Bianca ci vediamo lunedì in ufficio da me allora, ora arriva Rebecca cosi sistemate tutto.
B: va bene, buona serata.
Marco rientra in ufficio e io attendo.
Mi arriva un messaggio
F:"scusa se ho fatto finta di non conoscerti, non voglio che gli altri capiscano che ci conosciamo da prima, evitiamo chiacchere inutili, lo sa solo Marco"
Gli rispondo
B:" va bene tranquillo, in realtà non è che ci conosciamo, sappiamo ben poco l'uno dell'altro. So solo che ti chiami Filippo e che sarai un mio collega da lunedì. Ah no, anche l'indirizzo di casa, che moto hai, i tuoi gusti alimentari, alcune storie amorose della tua vita, che sei un cattivo ragazzo e che forse hai esaudito il mio desiderio espresso dopo la stella cadente 🌠. Buon weekend ci presentiamo al lavoro lunedì😂"
F:" in realtà sai più cose tu, di persone che mi conoscono da anni. Il tuo desiderio qual'era scusa?"
B:" un lavoro decente. Grazie, ti auguro di esaudire anche il tuo"
F:" non credo, la vedo dura''
Mi chiama un ragazza e butto il telefono in borsa.
Finito tutto vado a casa. Venerdì passa veloce e finalmente saluto tutti i miei ex colleghi. Il weekend lo passo tranquilla a casa con i miei, mia sorella e domenica con tutti i parenti perché è il compleanno della nonna e non esco con i miei amici.
Suona la sveglia, ma sono con gli occhi spalancati da un pezzo, sono nervosa per il primo giorno di lavoro. Mi sistemo e parto. Parcheggio nel piazzale ed entro. Mentre aspetto passano circa una ventina di persone di varie età e si infilano nei vari uffici.
Marco apre la porta e mi fa segno di andare da lui. Parliamo un po' e poi mi accompagna in un ufficio con cinque persone presentandomi e mi lascia con una signora che inizia a spiegarmi alcune cose, Teresa. Dopo due ore che mi segue mi chiede se voglio un caffè e vado con lei nella zona ristoro. Passando mi presenta ad altri uffici e persone, non vedo Filippo. A mezzogiorno c'è la pausa pranzo ed esco, ho un'ora e decido di andare in un locale che ho visto vicino. Entro e mi metto in un angolo a mangiarmi un panino. Non so se mandare un messaggio a Filippo. No meglio di no. Noto in un tavolo altri colleghi ma faccio finta di nulla. Torno al lavoro e con Teresa finisco di fare un lavoro che mi ha dato. Alle cinque finisco, saluto ed esco dall'ufficio. Con la coda dell'occhio vedo uscire Filippo dal commerciale con Marco e altri colleghi. Mi passano davanti. Marco si ferma di colpo davanti a me
M: Bianca come è andato il primo giorno? Filippo tu..
Filippo non gli fa finire la frase e mi porge la mano con una espressione stranissima
F: piacere Filippo.
Gli stringo la mano
B: Bianca
Marco ci osserva incuriosito e il resto dei colleghi proseguono ed escono. Restiamo soli noi tre in mezzo al corridoio.
B: è andato bene grazie.
Arriva Rebecca con una busta in mano e guarda Marco
R: Dott.Fanti questa è per lei.
Butto velocemente l'occhio sulla busta
Dott. Marco Maria Fanti.
M: grazie Rebecca. Filippo puoi venire in ufficio un attimo? Allora buona serata Bianca.
Filippo con lo sguardo basso lo segue. Mi ritrovo Teresa in parte.
T: esco anche io.
B: ma ci sono altri dipendenti, oltre a quelli conosciuti oggi?
B: Perché si è appena presentato un certo Filippo, in che ufficio lavora?
F: si ti mancano quelli della produzione. Filippo, segue tutta una parte dell'agenzia e degli eventi e si mette di solito sull'ultimo là infondo, ma è spesso in giro o con suo padre.
Mi sento gelare il sangue.
B: padre?
T: si, Filippo è il figlio del Dott.Fanti.
B: ah ok scusa non li conosco sinceramente. Ma sono originari da qua?
Nel frattempo usciamo e ci fermiamo vicino alla mia macchina.
T: si sono trasferiti qua due anni fa quando hanno costruito la sede nuova qua. Abitano in una villa in periferia.
Mi spiega dove: la villa della festa!
Un misto di sensazioni e pensieri mi girano per la testa. Esce Filippo di corsa e sbianca sotto il mio sguardo quando ci passa accanto. Guarda con aria preoccupata Teresa.
T: ciao Filippo, buona serata. Hai già conosciuto Bianca!
F: si prima.
Per un attimo i nostri sguardi di incrociano e va verso la moto.
T: cos'è quello sguardo? L'hai guardato malissimo. Non ti piace?
B: ero semplicemente sovrappensiero e lo stavo osservando, non è di molte parole.
T: anche perché se non ho capito male, finita la formazione con me e se gli vai bene, lavori soprattutto con lui. Non è un cattivo ragazzo, è più che altro introverso e a volte silenzioso, ma è sempre gentile. Più che altro si scontra con il padre.
B: capisco. Teresa grazie per la pazienza e spero di imparare il prima possibile.
T: ma si vedrai che ti troverai bene. Ciao a domani.
Nel frattempo Filippo è partito. Salgo in macchina cercando di controllare la rabbia che mi sta salendo: è il figlio del titolare ed era casa sua la villa! Ora capisco alcuni atteggiamenti e discorsi. Ma di chi è l'appartamento dove l'ho lasciato? Sono stupida, ma veramente. Ma perché non è stato sincero? Per quello non ha voluto uscire con me e ha fatto finta di non conoscermi: non è il massimo uscire con una dipendente e meno ancora se l'hai portata tu in ditta. Ma porca puttana poteva dirmelo! Ma li trovo tutti io? Tiro un pugno al volante e come una furia parto, vado verso l'indirizzo dove l'ho portato. Non c'è la sua moto e parcheggio poco distante.
Scendo guardandomi attorno e vado dai campanello scorrendo velocemente i nomi: Benjamin e Greta. Perfetto ora ho capito! Mi giro nervosamente e torno verso la macchina. Cerco le chiavi e quando alzo lo sguardo, vedo uscire Greta di corsa dal portone e venire verso di me. Si ferma davanti di me
G: ciao Bianca.
B: ciao Greta.
Si gratta la testa e mi guarda imbarazzata
G: cercavi Filippo presumo, ti ho visto dalla finestra.
B: già, ma a quanto pare non è casa sua, ma tua e di Benjamin e lui abita in villa lo so, oltre ad essere il figlio del mio nuovo titolare.
Sospira
G: veramente ha una parte della società anche lui.
B: ah, meglio ancora è il mio titolare anche lui! Perfetto! Bastava dirlo ed evitavo qualche figura di merda in meno porca...
Parto con un serie di eresie.
G: io glielo ho detto subito, già domenica sera, che stava facendo una cazzata. Ma non voleva dirtelo.
B: noooo vuoi mettere invece prendimi in giro per tutta la sera? Ma perché li trovo tutti io?
G: non l'ha fatto con cattiveria, credimi.
B: Greta lascia perdere, non è certo colpa tua. Ma domenica gli avete dato le chiavi di casa praticamente?!
G: si e poi è tornato in taxi. Ci ha riportato le chiavi doppie la sera che ti ha trovato. Non arrabbiarti con lui,
non sapeva più come dirtelo.
B: è stato meglio scoprirlo così secondo te?
Arriva di corsa Benjamin e mi prende per le spalle
Ben: si è un cretino e sta arrivando. Vieni su da noi dai, così vi chiarite.
B: sa che sono qua?
Ben: ero al telefono con lui quando sei arrivata.
B: ma figurati, non c'è nulla da chiarire. Ora so chi è e mi regolo, non c'è nessun problema. Non è il modo migliore per iniziare un buon rapporto di lavoro, ma ci provo. Ciao ragazzi.
Benjamin mi lascia andare. Salgo in macchina e parto giusto in quello che arriva lui in moto. Dallo specchietto vedo Benjamin fermarlo per un braccio. Ma che giramento di palle! Ma dai, perché? Pensavo di avere trovato un amico e niente. Vado a casa e chiamo Marianna raccontandole tutto.
M: e va bhe ora lo sai, forse non voleva metterti soggezione l'altra sera o vantarsi. Secondo me è stato anche bravo a non farlo, era in buona fede.
Un altro te lo diceva per farsi vedere o notare e magari poi ti faceva sentire in debito. Invece ti ha offerto il lavoro in fiducia, senza fartelo pesare.
B: allora poteva dirmelo quando gliel'ho richiesto la sera che ho accettato. Invece no.
M: probabilmente temeva la tua reazione, quella che hai avuto ora.
B: si Marianna ma magari evitavo di parlargli dei cazzi miei, saltargli in braccio e invitarlo fuori quando lui non voleva, bella figura di merda ho fatto.
Si mette a ridere
M: ma poi perché gli hai raccontato tutto? Era un estraneo.
B: ma che ne so! Eravamo tranquilli e ha parlato anche lui e poi è stata un bella serata. Ora me lo ritrovo come capo!!!!
M: eh va bhe, trattalo come tale. Scusa ma quale è il tuo problema? Non è che ti piaccia per caso? Chiedo eh...di solito non sei una che salta in braccio ai ragazzi. Che ti fidi di tutto quello che ti raccontano si, sei un po' ingenua effettivamente.
Sto zitta un attimo.
B: mi era simpatico, cioè, mi sembrava fosse nata un amicizia. Poi ero solo contenta e istintivamente ho fatto quello che ho fatto. Si sono cretina lo so. Domani gestisco. Buona serata. Comunque Alessandra a questo punto lo conosce.
M: domani sera la vedo e glielo chiedo. Ciao
Mi butto sul letto, no non mi va giù sta storia. Perché non me ne va una di giusta? Dai vediamo il lato positivo, forse mi piace il lavoro e guadagno di più. Filippo non deve essere un problema. Guardo il telefono e mi accorgo di avere un messaggio suo
F:" scusami se non sono stato sincero. Ho i miei assurdi e svariati motivi nella mia mente malata da Bad Boy, per non averti detto subito chi ero. Dovevo dirtelo lo so, ma come ti ho detto, a volte sono stupido e non sapevo quando e come dirtelo e l'hai scoperto subito il primo giorno di lavoro. Non volevo prenderti in giro, lo giuro. Posso chiamarti?"
L'ha mandato mezz'ora fa. Cosa faccio? Meglio chiarire subito e gli scrivo di sì. Suona praticamente subito
F: sei arrabbiata lo so. Vuoi partire a riempirmi di parole prima tu? Poi però non mi interrompi.
B: no, sei il mio titolare e di certo non mi metto ad insultarti. Parla pure.
F:avrei preferito che mi mandassi fanculo! Sono un cretino, lo so, dimmelo.
Resto in silenzio.
F: vengo a casa tua, al telefono non riesco a parlare.
B: non sai dove abito.
F: sono davanti a casa tua a dire la verità.
Mi affaccio alla finestra e lo vedo! Esco velocemente e lui scende togliendosi il casco.
B: come fai a sapere dove abito?
Si gratta la testa e sottovoce mi dice
F:i tuoi documenti al lavoro.
Mi scappa sottovoce uno "stronzo"
F: dimmelo a voce alta.
B: cosa?
F: quello che hai sussurrato, me lo merito.
Respiro a fondo per non rispondergli male e con tono freddo gli rispondo
B: cosa devi dirmi?
F: vedi, questo è uno dei motivi per cui non volevo dirtelo, non saresti stata più spontanea e sincera con me, come la sera in cui ci siamo conosciuti. Avevo capito che non sapevi chi ero e mi andava bene così. La ragazza che mi seguiva quella sera, voleva venire a lavorare da noi e mi stava al collo da settimane. Le avevo già detto che doveva fare domanda e che io non potevo fare nulla, ma non mi mollava ed era arrivata a provarci spudoratamente.
B: perché invece con me ti sei esposto con tuo padre?
F: perché mi sei sembrata la persona giusta e lei no. Con lei non mi sarei mai esposto con mio papà, per vari motivi. Poi la decisione, credimi, l'ha presa lui, se non gli andavi, non ti assumeva. Tornando alla sera della festa, abbiamo iniziato a parlare senza conoscerci e tu sei stata così spontanea, diretta, sincera con me e non volevo rovinarmi la serata. Se ti dicevo chi ero, sono sicuro che saresti stata diversa. Tu non hai idea di quante persone mi frequentano per interesse. La mia ex compresa. Sii onesta, ti saresti comportata nello stesso modo se ti dicevo chi ero, se capivi che la villa era la mia o altro?
Vacillo un attimo
B: forse alcune cose non le avrei dette o fatte, ma tu ti rendi conto che figura di merda che ho fatto con te? Chissà cosa hai pensato.
F:no
B: come no! Ti ho riempito di cuscinate, insultato, quasi lasciato a piedi, raccontato i cazzi miei dopo poco che ci siamo visti, saltato in braccio e invitato fuori e altro, mettendoti sicuramente in imbarazzo e poi scoprire che sei il figlio del capo e anche il mio capo. Non va bene! Dovevi dirmelo.
F: non hai fatto nessuna figura e non ho pensato nulla di male, tutt'altro. Sapevo invece che appena avessi saputo chi ero, non saresti stata più te stessa con me e mi dispiaceva.
B: anche tu il giorno che sono arrivata in ditta mi hai detto di fare finta di non conoscerti e non eri più tu.
F: semplicemente non voglio che pensino che sei stata assunta perché mi conosci, non è così. A mio papà sei piaciuta. Quella sera che hai accettato di venire a lavorare da noi, ti ho raggiunto con l'intenzione di chiarirmi, ma poi eri così felice che non ho più avuto il coraggio di dirtelo.
B: e avevi un appuntamento, come è andata?
F: le ho tirato buca.
B: perché?
F: non avevo più voglia e stavo male, perché non sapevo quando dirtelo e mi dispiaceva averti in qualche modo raccontato palle.
B: in qualche modo..
F: una alla fine, ti ho detto che la casa di Ben e Greta fosse la mia, per il resto ho solo evitato di risponderti. Ascolta, mandami fanculo e ricominciamo. Mi piacerebbe tenere distinte le due cose, il lavoro e l'amicizia sincera che è nata quella sera...per favore. Bad Boy Friend?!
Gli tiro un pugno sulla spalla
B: e anche stronzo!
Mi sorride
F: si!
Appoggia il casco e mi guarda con le mani alzate
F:pace? Ci proviamo?
B:al lavoro per me però sei pur sempre il capo e ti tratto come tale.
F:non sono il tuo capo, mio papà è il capo, io sono un dipendente in azienda.
B: sei in società, me l'ha detto Teresa.
F: non là dentro, solo per una parte dell'agenzia che lavora per gli eventi e pubblicità.
B:mmm...resti il figlio del capo.
F: ognuno ha i suoi difetti e le sue pene da pagare, ha un prezzo anche essere suo figlio credimi.
Ha uno sguardo triste e i suoi occhi azzurri nascosti un po' dai suoi capelli ricci mi spiazzano: lo abbraccio appoggiando la fronte sulla sua spalla. Mi stringe a se sospirando.
B: scemo! Ti odio, ma ci provo ok?
F: grazie
B: giuro che non ti abbraccio più, non ti insulto o ti prendo in giro, soprattutto al lavoro.
F:fuori orario mi prometti che lo fai?
B: non lo so.
Mi stacco e gli sistemo la treccia e i ricci che gli incorniciano il viso.
B: ora vedi di andartene via e chiama la tipa alla quale hai dato buca scemo! Non si trattano così le ragazze, magari è l'amore della tua vita, però sta attento.
F: ma figurati non ci casco. Vado.
Si infila il casco e sale in moto. Gli tiro un pugno leggero sul casco
B: va piano.
Mi sorride e parte a tutta velocità. Scemo. Entro in casa e mia mamma e mia sorella mi guardano
M: chi è quel ragazzo che hai abbracciato?
B:il figlio del capo.
Mia mamma fa una faccia sconvolta
M: Bianca!
B:LO SO! NON DITEMI NULLA!
Vado in camera seguita da Stella mia sorella di 19 anni.
S: però è un gran figo fattelo dire. Racconta un po'
Le spiego tutto.
S: bhe sicuramente uno così fa gola a parecchie figurati. Capisco perché non te l'ha detto. Però ora lo sai e a quanto pare era qua...
Mi guarda maliziosa
B: no Stella. Amicizia e basta, nessuno dei due ha voglia di casini e storie, già chiarito.
S: ah peccato.
Esce e poco dopo ceniamo.
Il giorno dopo entro al lavoro e vado direttamente da Teresa. Esco per la pausa pranzo e fuori trovo un po' di colleghi che parlano con Filippo, una ragazza mi fa segno di andare là, è Rebecca
R: vieni a mangiare con noi Bianca?
Non so cosa fare e ho lo sguardo di Filippo addosso.
B: dove andate?
F: al baretto qua vicino. Dai vieni almeno ti conosciamo meglio.
B:va bene grazie, vi raggiungo al bar.
Dopo poco siamo seduti tutti al tavolo. Siamo in sei, un paio avranno l'età mia e di Filippo gli altri poco più di trenta secondo me. Rebecca inizia a parlare di feste e tutto ad un tratto si gira verso Filippo.
R: Filippo la festa che hai fatto in villa da voi, alla fine tutto bene? Non sono riuscita a venire poi.
Io con indifferenza gli chiedo
B: a casa tua? Dove abiti?
Filippo si agita un attimo e poi guardandomi dritto negli occhi con una luce strana mi dice l'indirizzo.
Io tutta stupita e con aria innocente gli rispondo
B: sul serio? Ma io due domeniche fa sono stata ad una festa giù di là. Mi ha invitato una mia amica. Ma non sono stata tanto perché non ero dell'umore giusto.
F: sicuramente era casa mia, chi è la tua amica?
B: Marianna, ma ad invitarvi è stata Alessandra una sua amica.
F: abita là vicino la conosco.
B: non la conosco bene, può essere.
F: non mi pare di averti visto, ma sono andato via per un po' ad un certo punto.
Uno dei ragazzi, Alberto, lo guarda pensando.
A: si,quando ti ho incrociato dal cancello che stavo entrando.
Porca puttana ci ha visto!
A: sei andato via con una ragazza, ma non l'ho vista bene perché era al buio e distante. Ma tu ogni tanto dovresti presentarmene qualcuna! Sei pieno cazzo.
Tiro un sospiro di sollievo e Filippo ride
F: pieno, esagerato. Ma tu Bianca a che ora sei arrivata?
Penso un attimo per non sbagliare.
B: Sulle dieci, ma sono andata via dopo un'ora, ero passata più per salutare la compagnia che non avevo più visto dopo la quarantena e non ho neanche girato tanto per la festa perché non conoscevo nessuno. Non era mai stata in quella zona della città. Bella casa.
Alberto mi osserva
A: sei andata via prima che arrivassi praticamente. Io e il mio amico siamo andati via tardi invece.
Rebecca mi sorride
R: il mondo è piccolo, vi siete incrociati senza vedervi e conoscervi e ora siamo tutti seduti qua.
A: Bianca come ci sei arrivata a fare domanda da noi?
Lo guardo negli occhi.
B: ho visto il vostro logo su un evento, incuriosita ho fatto una ricerca e ho provato a fare domanda perché è un settore che mi piace e il Dott.Fanti mi ha chiamato per un colloquio.
Rebecca pensierosa mi dice
R:ma come l'hai mandata la domanda? Di solito le vedo.
Perfetto cosa mi invento ora. Filippo mi sta guardando preoccupato.
B: una sera verso le sette e mezza, incuriosita mi sono fermata in azienda da voi tornando a casa. Quando sono stata là, giustamente era tutto chiuso ancora per l'emergenza, ma in quello è uscito il Dott.Fanti e mi ha chiesto se cercavo qualcuno. Io senza sapere chi era, gli ho detto che volevo solo consegnare il curriculum e mi ha detto di darlo a lui. Probabilmente se l'è tenuto e poi mi ha chiamato.
R: se sei passata un mese fa si. Ah Filippo prima è passata una ragazza che ti cercava per il lavoro.
Filippo mi sorride e poi le risponde
B: Maristella?
R: si.
B: se si ripresenta dille che hanno già assunto, le ho già detto che non doveva chiedere di me!
Il tempo successivo lo passano informandosi sul mio vecchio lavoro

"Stella Cadente"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora