La biblioteca

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Provate ad immaginare la faccia di mio fratello quando tornai a "casa". Rossa in faccia per il sole preso, con un sorriso che sicuramente non aveva mai visto sulle mie labbra. Infatti passai il resto della giornata nella camera degli ospiti dove trovai un pianoforte. Mi è sempre piaciuto suonare quello strumento così melodioso. Giusto giusto quando pensavo di essere sola sento ":A quanto pare a una zoticona come te piace il pianoforte:". Era mio fratello.... ":Senti potresti continuare a fare quello che hai sempre fatto per favore?:"-":Ovvero?:"-":Lasciarmi sola:"

Il resto delle giornate le passavo così, tra una gridata di mio fratello ed un'altra, nonostante non fosse nemmeno casa sua. L'unica cosa che volevo fare in quei momenti era stare in silenzio. Vedevo quei silenzi come l'unica mia scappatoia dal mondo reale per un mondo tutto mio, dove ci potevo essere solo io e il mio Javier, e nessun altro... Ne approfittai i pomeriggi per esplorare quella casa enorme che per me era come un enorme labirinto, sembrava un castello. La biblioteca ne è un esempio quel complesso edificio. Infatti, ci sono circa tre mila scaffali se non di più tutti suddivisi in generi specifici e anche in un ordine cronologico. Nessuno doveva mettere in disordine quegli ordini altrimenti veniva il maggiordomo Lurch. Vi posso assicurare che trovarselo alle spalle non è il massimo.

Tra l'altro la biblioteca, quella biblioteca è stato luogo di..... adesso vi spiego.

Uno dei tanti pomeriggi, in cui vagavo per la biblioteca, mi imbattei in quello che sembrava un rospo gigante, ma poi mi accorsi che quel rospo era proprio Daniel, vestito con uno smoking verde e dei pantaloni abbinati al colore del vomito, con delle ciabatte nere. Mi guardava come risollevato, mentre io cercavo solo un libro davvero interessante. Mi prese per mano e mi spinse con se diritto verso una direzione. Mentre cercavo di togliere la mia mano dalla sua stretta, mi disse con occhi supplichevoli e come se fosse in agguato ":Ti prego, voglio farti vedere una cosa, mi dirai che cosa ne pensi e poi potrai fare quello che vuoi, solo cinque minuti:". Ho pensato al fatto che era un imbecille, che non valeva la pena dargli retta e sono andata con lui lo stesso... non ricordo precisamente il motivo, fatto sta che mi sono fidata di lui in un certo senso. Mi fece fare il giro di tremila scaffali senza mollarmi un attimo e poi, dopo cento curve, arrivammo davanti una piccola porta che mi ricordava quella di Alice nel paese delle meraviglie. Non riuscii a notarla se non fosse per il fatto che poi lui la aprì attraverso una piccola fessura che stava a un lato e quello che riuscivo a notare era il buio. Piccola informazione, odio gli spazi piccoli e chiusi, provate ad immaginare un luogo piccolo e buio. ":Non temere, ci sono io con te:". Come se avessi paura di lui. ":Il fatto è che...no, non posso, mi dispiace.....:". ":Forse così l'ambiente è di tuo gradimento:". Non appena finí di parlare premette una pulsante che illuminò una galleria con delle lucine ai lati, ma non era piccola, solo la porta lo era. Così ci alzammo in piedi. ":Ok ma facciamo in fretta:". NO È STATO BELLO ARRIVEDERCI, questo in realtà mi gridava la testa, però dall'altra parte mi sentivo che probabilmente mi sarei persa qualcosa che magari non aveva uno schema preciso, qualcosa di colorato in una vita in bianco e nero.

Alla fine della galleria trovai un piccolo giardino con un telo al posto del cielo e il tutto era circondato da una piccola siepe. Non appena arrivammo, Daniel mi lasciò la mano per poi premere un altro pulsante che accese delle lucine che erano appese al telo e andò in un angolo della siepe. ":Cosa fai?:"-":Adesso vedrai:".

Era fantastico e tutto bellissimo. Aveva preso un barattolo con dentro delle lucciole che una volta liberate, emanarono luce rendendo l'ambiente magico. Mi sentii pervasa da un senso di felicità che mi fece dimenticare ogni cosa, il fatto che ero orfana, che ero sola contro il mondo intero, che mi trovavo a vivere con un ragazzo farfallone è che mi ha avuta per un breve periodo nella sua collezione...ogni cosa svanì alla sola vista di tutte quelle lucciole, mi piacque molto notare come loro, almeno loro erano libere, e nella loro libertà e piccolezza, brillavano di una luce che solo loro potevano dare e nessun altro animale. Feci delle piroette non appena notai che seguivano i colori che erano ricamati sul mio vestitino di fiori rossi e gialli con sfondo blu. Per un attimo ero io con la natura e per davvero. Quasi dimenticai l'intruso e sorrisi dopo tanto tempo. ":Hai visto che bello?:". Giusto questo di intruso. ":Si, ma come mai lo tieni nascosto?:"-":Mia madre e mio padre non capirebbero, quando ero piccolo prima questo era parte di una stanza e ci mettevo tutti i miei giocattoli. Poi i miei hanno deciso di togliere le mura per lasciarlo come spazio all'aperto dove nessuno può entrarci...o quasi:". Ok...e ora?.

":Io ti devo parlare:"

":Io no, grazie per avermi fatto presente di questo luogo, è stato un piacere ma adesso devo andare a finire alcuni compiti ciao.:"

Cosa mi era preso?

Awane~un po' di dolcezza amaraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora