Capitolo 10

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Mi svegliai con la testa pesante e una sensazione di calore in ogni parte del corpo.

Ero distesa su un materasso ed una spessa coperta mi copriva, partendo da sotto il naso, fin sotto i piedi, terminando arrotolata.

Avrei dovuto essere terrorizzata a quel punto, capivo di essere legata, mani e gambe verso i quattro punti cardinali, bendata e con un bavaglio alla bocca.

La situazione non prometteva niente di buono, eppure mi sentivo leggera, tranquilla ed anche curiosa di quello che sarebbe successo.

Era colpa di quello che Lucas mi aveva fatto inghiottire, riuscivo a capirlo, eppure credo che il compito di quelle pillole fosse anche impedire che me ne importasse qualcosa.

Sentii arrivare la sua voce come vento caldo tra i capelli.

Porsi l'orecchio volentieri, la curiosità mi stava uccidendo.

Lucas cominciò scusandosi per quello che mi avrebbe fatto di lì a poco.

"Mi dispiace..." continuava a dire "mi ci hai costretto tu... Io in fondo volevo solo che mi aspettassi".

Intervallava il discorso con lunghi sospiri.

"Non lo so Jules, non credo che potrà funzionare tra noi finché non rimetterò a posto le cose. Ce l'ho troppo con te. Ho questo male dentro che deve uscire"

Io chiaramente non potevo rispondere e nemmeno mi importava di farlo.

Mi avrebbe scopata, e nella mia mente allegra e psicosedata me ne ero già fatta una ragione, e tutto quel parlare mi sembrava solo una gran perdita di tempo.

Ma lui non accennava a smettere.

"Devo vederlo con i miei occhi lo capisci Jules? Devo esorcizzare questo male. Io non l'ho più toccata mia moglie da quando tu mi hai lasciato. Volevo solo tornare da te, e invece tu scopavi con quello!"

Mi strappò la coperta di dosso a quel punto.

Ebbi un brivido. Stava per farlo.

Tra poco avrei avuto i suoi denti a mordicchiarmi i capezzoli, il suo pene gonfio dentro di me, ed anche se una parte della mia mente faceva resistenza, l'altra non vedeva l'ora che accadesse.

Comiciai a sentire il peso del suo corpo su di me.

Lo sentii subito avventarsi sul mio seno, mordere, non come era solito fare, ma in maniera crudele, come volesse procurarmi dolore.

Comiciai a gemere, e pensare che forse non avrei dovuto essere così tranquilla.

Sentivo il suo pene cercare l'ingresso con insistenza, strusciandosi senza usare le mani, una fretta insolita per lui, che amava trattenersi in giochetti estenuanti, fino a che lo pregavo di darmelo.

Poi lo sentii di nuovo al mio orecchio e lì, restai congelata.

"È quello che vuoi Jules... E io te lo darò per l'ultima volta. E mi costringerò a guardare la puttana che sei, così... se potrò perdonarti, sarà per sempre"

Ero sconvolta. Comiciai a dibattermi come un pesce buttato sull'asfalto.

Se lui era lì a parlarmi all'orecchio, chi era quello nudo sopra di me???

Cercavo con tutte le forze di liberarmi, urlavo ma la lingua restava sotto il bavaglio e non riuscivo a farlo.

"Grazie amico, ti devo un favore!"

Riconobbi la voce! Era Finn.
Che diavolo di incubo era quello?

"Sei sicuro che non ti vuoi spostare nella camera accanto? Io e la signora abbiamo un po' da fare..."

Non sentii la risposta ma Lucas restò al suo posto.

Sentii Finn giocare in maniera disgustosa con la saliva sui miei capezzoli e poi tirare e tirare con i denti come me li volesse strappare.

Nel frattempo con un dito mi sfregava il clitoride fino a farmi male e alternava il tutto ad un inserimento violento delle dita.

Urlavo, mugolavo di dolore senza sentire alcun piacere.
Sembrava che Lucas se ne accorgesse, tanto che mi stringeva la mano nei momenti peggiori.

Doveva essere solo un fottuto incubo malato.
Un vecchio amante che mi faceva stuprare da un coglione con cui non ero mai stata, solo per superare lo shock di sapermi a letto con lui.

Finn ansimava senza ritegno come un maiale in calore.

Speravo lo avrebbe fermato, e invece lo sentii entrare dentro di me senza alcun riguardo, con un gesto veloce, come dovesse infilare un bastone.

Urlai forte e sentii la mano di Lucas stringere.

Volevo odiarlo, ma odiavo di più quello sopra di me.

Lo estrasse e se lo bagnò copiosamente con la saliva, poi lo sentii di nuovo dentro, entrare ed uscire, con un rumore disgustoso.

Sentivo le labbra aprirsi ed accoglierlo nonostante non volessi, e lui continuava, ancora ed ancora, con un pene corto e tozzo che mi faceva dolorare le pareti e non mi colpiva fino a farmi godere.

E sentivo i suoi grugniti sul mio collo, le due dita che mi pizzicavano i capezzoli fino a contorcerli, i suoi peli bagnati che mi strusciavano sulla pancia.

Gli uscì una frase in mezzo ai versi da porco, proprio mentre stava per venire dentro di me.

"Ti devo ringraziare fratello... Questa stronza non me la voleva dare..."

A quel punto tutto accadde in un secondo.

La stretta di Lucas dalla mia mano andò alla sua gola.

Sentii Finn rantolare ed uscire immediatamente dalle mie labbra.

Annaspò e gorgogliò qualche frase mentre non capiva quello che gli stava succedendo e nello stesso tempo era nel bello mezzo della eiaculazione.

Sentii qualche schizzo arrivarmi sui piedi, poi le sue urla, il suono dei pugni di Lucas sulla sua faccia, Finn che chiedeva pietà.

Ridevo nonostante fossi legata e mezza scopata contro la mia volontà.

Nonostante fossi la vittima di entrambi, ora erano feriti, tutti e due, uno nel fisico l'altro nell'animo.

Uno era riuscito ad avermi solo in quel modo malato, poi era stato pestato e l'altro era stato vittima della sua follia di possesso, ed il suo gioco gli si era ritorto contro.

Continuai a sentire le loro grida.

Finn terrorizzato e Lucas indemoniato.

Forse l'avrebbe ucciso... così entrambi avrebbero avuto la loro punizione. Uno morto, l'altro in una gabbia.

Mi accoccolai nella coperta che Lucas mi aveva rimesso addosso, quando pieno di vergogna aveva iniziato a picchiare l'altro.

Le voci ormai erano echi, fuori dalla porta che si era chiusa.

Riuscii ad addormentarmi.


Mia ad ogni costoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora