Capitolo 4

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Con le dita diede una spinta più forte verso la mia fessura che mi fece gemere nonostante non volessi.

Gli fece spuntare un sorriso compiaciuto che avrei voluto cancellare con un pugno.

"Adesso inginocchiati Jules. Il tuo re è tornato"

Lo guardai atterrita.

"Non non vorrai veramente che io..."

Balbettai.

"Anche tu lo vuoi Jules"

"No, no che non lo voglio!" Protestai, la mia voce sembrava tornata, poi tornava a sparire tra le spirali delle mie paure.

"Andrò alla polizia. Ti farò mettere in galera stronzo pervertito! Te lo giuro!" Gridai.

Scosse la testa con lentezza.

"Jules. Così lo sapranno tutti... Cosa dirà tuo padre quando saprà che sei stata con un uomo sposato?"

Sorrise ancora sordidamente.

"In fondo ti sto solo chiedendo di fare una cosa che ti piaceva tanto.
Dio, eri così avida quando ci mettevi la bocca sopra, a volte dovevo scansarti per riuscire a mettetelo dentro!
E come ti piaceva poi...
Ti piaceva ogni cosa che ti facevo. Impazzivi per il mio cazzo!
Ora non c'è bisogno che fai tanto la difficile.
Inginocchiati! Comincio ad essere stufo di chiedertelo!"

Mi guardava fisso con un piglio di rabbia senza che il suo sorriso accennasse a scomparire.

Mi aveva in pugno e lo sapeva.
Ero spalle al muro.

Tentai con la dolcezza, facendo leva sui suoi sentimenti.

"Davvero è questo che vuoi Lucas? Costringermi? Siamo arrivati a questo punto?"

Sapevo di avere gli occhi lucidi e supplicanti, pregai di accendere almeno la pietà nel suo cuore vuoto.

"Oh piccola, lo sai che quando fai l'indifesa mi ecciti ancora di più!"

Sospiró pieno di piacere.

"Mossa sbagliata" aggiunse.

A quel punto mi afferrò repentinamente una ciocca di capelli spingendomi con forza a terra.

Feci un grido soffocato e pensai nervosamente a come potevo sfuggire da quella situazione almeno con la mente.

Aprivo gli occhi a tratti, cercavo di guardare lontano eppure lui era lì che si abbassava la patta dei pantaloni e cominciava a massaggiarlo, davanti ai miei occhi, sempre più vicino.

Mi strattonò i capelli con una tale forza che quasi mi sollevò da terra.

"Non mordere Jules" disse sogghignando "o te lo caccio così in fondo che smetterai di respirare!"

Stupida! Pensai, mille volte stupida.
Venire in questo stupido parcheggio!

Più che un parcheggio era lo spiazzo antistante i ruderi di una chiesa addandonata.

Nessuno sarebbe passato di lì ed io ero inginocchiata tra la mia macchina e la sua, nessuno ci avrebbe visti. Nessuno mi avrebbe salvata.

E poi chi volevo mi salvasse?

Volevo che nessuno mi vedesse in quella situazione.

Mia ad ogni costoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora