Ti fidi di me?

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Hai mai pensato a cosa ti rende felice veramente?


"Perché mi hai portata qui?" Chiese Ilia raggomitolandosi nel plaid mentre se ne stava stesa sul divano della casa al Circeo, la scelta del fratello l'aveva sorpresa poichè tra i tanti luoghi in cui andare la casa che il padre aveva del tutto abbandonato anni prima era l'ultima delle sue scelte.
"Ricordi quando da bambini la mamma ci portava qui tutti i weekend?" Non rispose ma si limitó a porgli un'altra domanda bevendo un sorso della sua birra dalla bottiglia, la sorella corrucciò la fronte annuendo dubbiosa sul fine di quella conversazione.
"Questo posto mi è sembrato una fortezza, qui mi sono sempre sentito sentito protetto ed è il primo posto che mi è venuto in mente uscendo dal parcheggio del locale." Ammise il ragazzo concentrandosi ad osservare il soffitto bianco sopra di loro, la minore si perse a guardarlo per un pò riflettendo sulle sue parole così cariche di sentimento e malinconia. Nonostante fossero trascorsi pochi anni dall'ultima volta in cui avevano varcato la soglia di quella villa, ai due dava l'impressione che ne fossero trascorrsi molti di più.
"L'ultima volta è stato al tuo tredicesimo compleanno, ti ricordi della mega festa che organizzarono mamma e papà?" Chiese Ilia viaggiando sul viale dei ricordi, Thomas sorrise malinconico annuendo e passandosi una mano sulla faccia come a voler cancellare quei ricordi.
Una torta fatta di ogni snack al cioccolato, panna e confetti era stata fatta appositamente per lui ma il caldo afoso di quell'estate torrida la sciolse durante i pochi minuti in cui si concessero a delle foto ricordo costringendoli a mangiare il tutto alla svelta prima che si rovinasse definitivamente.
"Credi che fossero in crisi già d'allora?" Quella domanda spiazzò la ragazza, non aveva mai pensato al fatto che la rottura fra i suoi fosse iniziata anni prima, era un pensiero che aveva sempre represso dalla sua mente concentrandosi di più sugli anni recenti piuttosto che su quello remoti; non voleva che le belle giornate passate con loro fossero il frutto di farse degne da Oscar per entrambi i suoi genitori.
"Non lo so." Si trovò costretta ad ammettere sincera aspirando l'ennesimo tiro dalla sua sigaretta.
"Tu credi che io non soffra per questa vita che c'hanno costretto a vive'..." Disse
"Ma te sbagli, tu hai dovuto scegliere perché sei ancora minorenne; ma io ho deciso di mia volontà di seguire mamma e non lui, nonostante sapessi che con lui avrei avuto meno rotture di cojoni... Ho scelto mamma." Ammise
"Quindi se c'è qualcuno che deve sentirsi una merda per come papà sia sentito ferito sono io." Concluse non riuscendoci più a sostenere lo sguardo della minore.
"Cosa ne sai tu del fatto che io mi senta in colpa?" Chiese retorica quasi sorpresa che suo fratello sapesse di ciò che lei e Federico si erano detti.
"Sei seria?" La schernì soffocando una risata facendola sbuffare stizzita.
"Federico ed io ci diciamo tutto, non è il mio migliore amico ma mio fratello. Sento più lui vicino che Libero, Anita ed a volte anche te." Mormorò vergogandosi delle sue parole, l'aveva spiazzata quasi al punto tale che non seppe cosa fare per la prima volta nella sua vita.
"Thommy io mi arrabbio perchè ho paura che le tue scelte possano farti del male, ho paura di perderti ma non ti giudico. Se hai bisogno di parlare con me, di qualunque cosa sia io ci sono." Gli disse alzandosi per avvicinarsi a lui, si sedette sul bracciolo della poltrona, gli passò una mano tra i capelli biondi e lo strinse forte a se in un abraccio che non erano mai riusciti a darsi.
"Ti voglio bene, io e te siamo come gemelli. Non esisto se non ci sei tu." Confessò baciandogli la testa, inevitabilmente i ruoli si erano inveriti: questa volta era lei a dare coraggio a lui.
"Come siamo arrivati ​​ad essere due perfetti sconosciuti?" Chiese Thomas alzando il viso verso la sorella con gli occhi lucidi e le labbra arrossate.
"Abbiamo costruito un muro, ci siamo barricati dietro di essi. Abbiamo finto che andasse tutto bene quando in realtà andava tutto male." Spiegò accarezzandogli una guancia, si appoggiò sul suo palmo come un gatto quando fa le fusa ed improvvisamente il ricordo di Rina il loro gattino le tornò alla mente facendole spuntare un sorriso, le mancava quella pallina di pelo che l'anno prima era scomparsa lasciando una grande vuoto dietro di se.
"Scusami se non ti ho mai detto quanto ti voglio bene, se ti do rogne continue e per colpa mia finisci nei casini... Devi sapere che i tizi che..." L'interrpuppe subito.
"Lo so..." Disse semplicemente prima di stringerlo nuovamente a se sussurrandogli quanto gli volesse bene.
Passarono il pomeriggio guardando in tv episodi random e mangiando la pizza stravaccati sul divano come quando erano bambini, chiusi in quella bolla scoppiata troppo in fretta per due come loro. Quando Ilia crollò e suo fratello rimase a guardarla sonnecchiare sulla sua spalla un'idea gli balenò in testa, approfittò di quel momento per farle una sorpresa; afferrò il cellulare compose quel numero che ormai conosceva a memoria ed attese che la persona all'altro capo rispondesse.
"Ciao sono io." Disse.
"Siamo al Circeo." Spiegò.
"No fammi parlare, voglio farle una sorpesa..." Fu interrotto nuovamente ."Certo!" Confermò.
"Porta tutto te, nulla di elaborato. Siamo fra di noi." Continuò a parlare con il suo interlocutore.
"Okay, avvisali te. Entrate dal retro." Avvisò prima di riagganciare.
Corse in terrazzo ed iniziò a pulire tutta l'area sistemando il tavolo ed il gazebo abbandonati nel ripostiglio da tempo.
"Cosa stai facendo?" Chiese Ilia spuntando alle sue spalle facendolo saltare dallo spavento.
"Preparo il tavolo per cenare, è una bella serata ci godiamo il paesaggio che domani troniamo nella nostra amata ed incasianta Roma." Spiegò balbettando quasi in difficoltà.
"Tutto bene?" Chiese lei assottigliando gli occhi, non gliela contava giusta.
"Tutto bene."Confermò ansimante lui "Anzi vatte a fa na doccia che fra poco ceniamo, ho ordinato da Ezio due spaghetti allo scoglio. In camera di papà ce sta della roba di mamma vedi se te va." Le disse incoraggiandola a tornare di sotto.
"Ma sei sicuro ch'è tutto okay?" Chiese curiosando in giro.
"Na favola." Rispose sorridendole.
"Va bè..." Disse poco convinta andando di sotto e come le aveva detto il fratello in uno dei cassetti dell'armadio della camera dei loro genitori trovò un vecchio jeans con una maglia bianca abbandonata da anni, li afferrò dirigendosi in bagno; mise su della musica e controllò se ci fosse un nuovo messaggio o qualche telefonata persa da parte di Federico o dalle sue amiche ed in effetti Sarah le aveva risposto.

" Disse poco convinta andando di sotto e come le aveva detto il fratello in uno dei cassetti dell'armadio della camera dei loro genitori trovò un vecchio jeans con una maglia bianca abbandonata da anni, li afferrò dirigendosi in bagno; mise su del...

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Decise di non risponderle, fece la doccia ed asciugò i folti capelli ed indossò i vestiti raccattati poco prima. Afferrò il cellulare e raggiunse suo fratello in soggiorno, anche lui aveva indossato i vestiti del padre, lo vide smanettare al cellulare lasciandosi andare ad un sorriso che gl'illuminò il volto.
"Con chi parli?" Chiese lei sedendosi accanto a lui.
"Emma..."Rispose vago mettendo l'Iphone nella sua tasca anteriore.
"Fra quanto arriva la cena?" Chiese nuovamente la minore smanettando il cellulare.
"Prima devi vedere una cosa." Le disse alzandosi dal divano e porgendole la mano.
"Cosa?" Domandò curiosa storcendo il naso, il fratello sorrise ma non le rispose.
"Vieni con me e lo vedrai." Rispose.
"Ti fidi di me?" Le chiese ed Ilia afferrò la sua mano saldamente issandosi su.
"No sbirciare!" La riprese il fratello coprendole gli occhi con una mano mentre la guidava per le stanze della casa.
"Adesso un piede per volta devi salire gli scalini." Le sussurrò sorreggendola mentre passo dopo passo raggiunsero quella che la minore intuí essere il terrazzo.
"Ancora pochi passi." Le sussurrò Thomas prima di togliere la sua mano dagli occhi, li sbattè per abituarsi alla luce della candele e delle fiaccole accese lungo il perimetro della ringhiera in ferro battuto.
"Ma..." Le parole le morirono in gola qua do vide i suoi genitori in piedi poco distanti da lei, Libero seduto accanto a loro e Federico in disparte appoggiato al muro con la testa bassa.
"Ciao bambina mia." La salutò sua madre avvicinandosi per rinchiuderla fra le sue braccia.
"Mamma..." Quasi le si aggrappò come quando era una bambina, aveva bisogno di quel contatto di respirare il suo profumo appoggiando la testa sulla sua spalla. Sorrise come non faceva da molto tempo, non erano al completo ma a lei andava ugualmente bene così.


Buongiorno a tutti ❤️
Allora cosa ve ne pare di questo capitolo? Io trovo il rapporto fra questi due adorabile, voi cosa ne pensate?
Inoltre, vi consiglio di leggere la parte iniziale del capitolo ascoltando la canzone che ho scelto.
Voglio un vostro parere ❤️❤️❤️
All the love!
Giux

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