9. Egoismo pt. 2

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Sirius

Mi siedo a fianco all'entrata dei dormitori di Serpeverde, aspettando che qualcuno esca, oppure entri. Moony lo sapeva e non me l'ha detto subito, o meglio ha fatto in modo che il capriccio di una ragazzina rovinasse la simil quiete che si era creata negli ultimi giorni. Un ragazzo, secondo anno al massimo, mi passa di fianco, tiene lo sguardo fisso su di me e si ferma di fronte alla fessura che rivela l'entrata della sua sala comune. Poi rimane lì a guardarmi. «Entra dentro la sala comune, vai da Grace Abbott e dille di uscire.»

«Ma la parola d'ordine...» biascica il ragazzino. «Entra in questa cazzo di sala comune.»

Annuisce, bisbiglia qualcosa e sparisce oltre la barriera.

Tengo lo sguardo fisso sul punto dove il ragazzo è sparito e premo l'unghia del pollice contro il polpastrello dell'indice, mentre aspetto che Abbott faccia la sua entrata in scena. Come le è saltata in mente una cosa del genere? Io sono anche andato a trovarla in infermeria e lei mi ripaga così? Scuoto la testa e prendo un profondo respiro. Un gridolino rompe l'atmosfera di tranquillità che si era creata. «Non si trattano così le amiche, Julie!» Grace viene scaraventata fuori dalla sala, barcolla un poco, cercando di recuperare l'equilibrio. Posa il suo sguardo su di me, che ancora seduto per terra cerco di non saltarle addosso per farle del male. Molto male.

«Che fai, Black? Chiedi l'elemosina?» si burla di me dall'alto del suo metro e sessanta stentato. Probabilmente in un'altra situazione mi ci sarei anche fatto una risata sopra, ma non ora. Mi alzo in piedi, poggiandomi al muro dietro di me per contrastare il giramento di testa dato dall'essersi alzato troppo velocemente. «Taci Abbott. L'unico motivo per cui ancora non ti ho inchiodato al muro è perché non meriti un briciolo della mia fatica.» il sorrisetto sparisce dalle sue labbra in un baleno, mentre alza la testa e corruccia le sopracciglia «Cosa vuoi Black?» chiede con voce dura.

Faccio un passo verso di lei «Perché lo hai fatto? – mi riserva il suo migliore sguardo interrogativo – Cancella quell'espressione, sai benissimo cosa.»

Il corridoio silenzioso fa da cornice a questa penosa scenetta. Abbott fa un passo indietro, mantenendo sempre il mento alto e il petto gonfio. Trasuda arroganza da tutti i pori. Si morde i labbro, già completamente distrutto, e in un attimo la sua espressione cambia: china il capo in avanti, stringe le mani fra di loro e si inumidisce le labbra. «E che, alcune volte-», la fermo immediatamente «Guardami in faccia quando mi parli.» Anche se dovrebbe risultare come un'imposizione, la voce che lascia le mie labbra è semplicemente vuota. Posa lo sguardo verso di me e per un solo attimo il suo teatrino crolla. Le labbra le si incurvano in piccolo sorriso, prima di tornare imitare un'espressione risentita, o quasi. «È che, a volte, penso che il cappello abbia sbagliato. Non sono individualista come i Serpeverde, come te. A me piace aiutare gli altri, come a mio fratello.» Il pensiero vola a Marcus che tenta di truffarci, e la voglia di riderle in faccia cresce sempre di più. Tiene lo sguardo fisso sul mio ed i suoi occhi blu paiono assorbire tutta la luce dei sotterranei già quasi completamente bui.

Se non fosse stato per quell'attimo in cui la sua sceneggiatura è crollata, forse ci avrei anche creduto. «Non mi prendere in giro, Grace.» faccio un passo verso di lei, che ormai è arrivata a toccare il muro con le spalle.

E infine la maschera cade definitivamente. Alza un sopracciglio e lo stesso sorriso che prima le era sfuggito ora si allarga sulle sue labbra. «Dimmelo tu, allora. Dato che pensi di sapere tante cose, Sirius. Cose di cui non ti dovresti curare, fra l'altro»

«Tu ti spacci per mio fratello e la cosa non mi dovrebbe riguardare?!» serro la mascella e azzero definitivamente la distanza fra di noi, mentre lei socchiude gli occhi producendo per un attimo una smorfia che sembra così tanto simile a quella di Regulus. «Allontanati.»

Just Another Possibilty// Marauders EraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora