POV LENA
Il mio corpo non sembra voler collaborare mentre cerco di avanzare avvolta dalla perpetua oscurità. Ogni movimento dei miei piedi mi sembra di sprofondare in un baratro, ogni secondo che passa mi aspetto che qualcosa mi salti addosso per aggredirmi, ma al tempo stesso devo ricordarmi che Kara è qui dietro di me e non permetterà che mi accada nulla di male. Anche perché cosa potrebbe accadermi? In fondo sono in casa, siamo sole, non ci sono pericoli.
Oh andiamo, smettila di farneticare, che saremo qui da più di mezz'ora e Kara ha già avuto sufficiente pazienza ad aspettare che io trovi il coraggio di fare 4 passi... si starà stufando... e se mi lasciasse da sola? E se cadessi e lei non ci fosse? E se... oh BASTA.
Falla finita Lena, va tutto bene. Siamo in casa nostra, e Kara non mi lascerà cadere o sbattere da qualche parte.
Forza, ora muoviti. Devi imparare ad essere indipendente anche se non vedi. Sei Lena Luthor, per l'amor del cielo, ce la farai.
Finalmente mi decido a tentare un altro passo.
Vengo subito punita per questo gesto.
La caviglia ferita mi manda su per la gamba fitte di dolore, che risalgono il tronco e arrivano alla testa, penetrandomi il cervello e lasciandomi tremante in preda all'ennesimo spasmo dei miei arti scoordinati, che mi sbilanciano in avanti e inizio a cadere in quello che la mia mente dipinge come un lungo baratro nero.
Il mio stomaco di riempe della sensazione di vuoto della caduta ed è orribile, tremendo, terribile e... e il pavimento non è così male come credevo.
Ah già, Kara mi ha afferrata.
Giusto.
Perché Kara è qui con me ad ogni passo, e non si è allontanata come i peggiori demoni della mia mente vorrebbero farmi credere.
Va bene.
Tranquilla.
Mi ha presa tra le sue braccia forti, e ora mi stringe a sè.
Per la quarta volta nel giro di mezz'ora, ha impedito che mi spiaccicassi sul pavimento.
"Stai bene amore? È sempre la gamba?"
"Sì... la caviglia... mi fa molto male. Non credo di riuscire a fare ancora qualcosa.... per oggi."
C'è una breve pausa, mentre mi accarezza i capelli.
"Se sei sicura di non farcela più, ti riporto subito a letto, possiamo riprovare quando ti sentirai meglio... vuoi?"
Soppeso le sue parole. C'è qualcosa di più che vorrebbe dirmi... e ovviamente la mia mente malata va subito a pensare che non ce la fa più a starmi dietro, e che ha bisogno di essere libera, e che non mi desidera più e altre follie del genere.
Ma non è nulla di tutto questo, e ne ho subito la conferma.
"Lee, amore, io sono preoccupata per te... è naturale che lo sia, neanche 10 giorni fa hai subito un grave incidente e sei uscita solo da un paio di giorni dall'ospedale, ma io parlo di un'altra preoccupazione.... mi sembra che tu sia statica. Mi sembra che tu non stia facendo nulla... e non dico che dovresti essere in grado di camminare, non parlo di quello, parlo della questione da un punto di vista emotivo... insomma... non ti ho ancora vista mostrare un'emozione, da quando ti ho rivelato la tua condizione" e mentre parla mi ha presa in braccio e mi sta portando in camera "... non ti ho ancora vista piangere, o arrabbiarti, a parte le poche lacrime che hai versato sul momento, all'ospedale. Ho paura che tu ti stia di nuovo chiudendo in te stessa... ho paura che tu ti stia nascondendo... perché magari hai paura di mostrarti, hai paura dei tuoi sentimenti, hai paura di apparire debole, hai paura di fare qualcosa di sbagliato... e sono d'accordo con te, sono tutte paure razionali, e faresti bene a nasconderle se fossi in pubblico, perché spesso le persone sfruttano le tue debolezze per avere potere su di te... ma qui non sei in pubblico, Lee. Sei a casa, con me. Sei al sicuro ... e non devi nasconderti da me. Non ti farò del male, non ti abbandonerò, non ti deriderò, nè ti lascerò ad affrontare tutto questo da sola. Io voglio prendermi cura di te, ma devi permettermelo... non voglio solo essere colei che ti prende al volo se cadi quando provi a camminare, ma voglio soprattutto essere la persona che ti consola quando piangi, che ti stringe, che ti fa sentire protetta, al sicuro, rispettata e amata in ogni momento... questo è tutto ciò che volevo anche prima ma adesso.. ora che sei vulnerabile... lo vorrei più che mai. Vorrei solo che tu sappia che non devi aver paura di me, mai. Ti prego amore... non dirmi che abbiamo lavorato per quasi 3 anni di relazione affinché non mi chiudessi fuori dalla tua testa, solo per poi farti bloccare da un problema un po' più grave degli altri. Non voglio spingerti a fare nulla, se ancora non sei pronta ad elaborare la questione, solo... ti PREGO" e accompagna ogni parola con una carezza "ti prego, permettimi di aiutarti."
Thum, thum thum.
È l'unico rumore che riesco a sentire, il mio cuore.
Tutto quello che ha detto è vero. Sono spaventata e mi sto nascondendo. Anche da lei. Perché, nonostante tutto, le vecchie abitudini sono dure a morire, e io sono ancora convinta di essere sola, di non poter contare su nessuno, di non potermi FIDARE di nessuno.
Ma questa storia deve finire.
Perché se continua ferirà me, lei e la nostra relazione. E non voglio immaginare la mia vita senza Kara.
Non so con quale forza mi costringo a parlare, ma lo faccio, e le parole che dico le sento come se fossero pronunciate da un'altra persona.
"Io... ho paura... sono terrorizzata che, prima o poi, anche tu te ne andrai e io rimarrò da sola... e so che non hai queste intenzioni, ma sai, quando accade qualcosa, tutto ciò di negativo, tutti i pensieri brutti che tu abbia mai avuto, riemergono e tendi a vedere la vita come se fosse una tragedia. So che vuoi aiutarmi, so che non mi abbandonerai, so che nulla di ciò che temo si avvererà... ma non posso fare a meno di avere paura... sono stata abbandonata così tante volte nella vita... che temo succederà ancora, per l'ultima e fatale volta. E questa faccenda del non vedere... non fa altro che amplificare il tutto. Tu sei tutto ciò di cui ho bisogno... e grazie per tutto ciò che fai e che hai sempre fatto per me. Io... potrò non vederti... ma non smetterò mai di amarti, mai. È l'unica cosa che so con certezza."
"Oh Lee... vieni qui."
Mi lascio andare ad un sofferto pianto tra le braccia della mia amata, e per tante lunghe ore restiamo lì, ad assaporare la presenza dell'altra col corpo e col cuore.
Nel momento in cui mi alzo nuovamente, per provare ancora a camminare senza vedere, sono forte della consapevolezza stavolta inespugnabile che Kara sia al mio fianco.
Tante volte cado, e altrettante volte mi salva, nei giorni, settimane, mesi successivi, mentre ri-imparo a vivere una vita un po' diversa da quella a cui ero abituata.
Ma con lei non è tanto male.
E quando, quasi un anno dopo, mi chiede di passare con lei il resto della vita, io non posso fare altro che annuire in preda alle lacrime, maledicendo ancora una volta i miei occhi che mi impediscono di vedere il mondo, ma con un'enorme gioia nel cuore alla consapevolezza che, in fondo, non ne ho realmente bisogno, perché l'amore della mia vita starà con me per sempre, a descrivermelo in tutti i suoi colori.
A/A
Mi merito una medaglia perché sono riuscita a scrivere oggi. Grazie mille per la lettura, spero vi sia piaciuta. Ci vediamo alla prossima? Spero di sì. Goodbye everybody, I got to go.
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Supercorp Oneshots
FanfictionHey guys, ho deciso di iniziare questa spero lunga raccolta di oneshot sulle nostre amate Supercorp. Non so quanto regolarmente sarò in grado di aggiornare, causa scuola e tutti gli impegni del caso, ma spero di riuscire a portare qualcosa ogni tant...