My heart belongs to you

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Lena si svegliò com un sorriso quel giorno.

Era una mattina tranquilla, l'atmosfera era silenziosa e serena e una luce morbida e aranciata filtrava dalla finestra della camera da letto, i raggi del sole giocavano sul corpo di Kara, disordinatamente avvolto nel lenzuolo.

Non è che si potesse pretendere molto, dopo una notte intera di amore sfrenato come quella appena passata. Sia Kara che lei erano crollate noncuranti sul letto, con appena le forze di tirarsi il lenzuolo fino al petto.

Ed era per questo che ora erano abbandonate al loro mattino in un letto tanto disordinato.

Ma Lena non aveva freddo.

Non aveva mai freddo, quando stava con Kara.

La bionda sembrava preoccuparsi che in ogni momento loro due avessero un qualunque contatto fisico, preferibilmente e la maggior parte delle volte abbracci.

E quando Kara l'abbracciava, Dio avrebbe voluto essere un cubetto di ghiaccio solo per potersi letteralmente sciogliere tra le sue braccia.

I suoi preferiti erano gli abbracci da dietro.

Forti, decisi ma anche dolci e delicati, e soprattutto inaspettati, perché arrivavano sempre nei momenti più improbabili.

E Kara le metteva sempre le mani sul ventre, le faceva appoggiare la schiena a lei e le baciava il collo, la guancia, l'orecchio e qualunque parte del suo viso riuscisse a raggiungere da quella posizione.

Poi le sussurrava qualcosa all'orecchio, il più delle volte "ti amo", o "mi sei mancata", ma anche "sei così bella", o ancora "ti prego spogliami"... in effetti era andata proprio così ieri sera.

E lei l'aveva fatto.

Eccome se l'aveva fatto... e aveva fatto molto di più di spogliarla.

Si era presa cura di lei, o meglio si erano prese cura l'una dell'altra, si erano regalate piaceri e frustrazioni, e soprattutto si erano dette tante tante volte che si amavano, perché per lei sentirsi dire di essere amata era la cosa più importante, e Kara questo lo sapeva, e provvedeva.

Era importante per lei, fondamentale, sentirselo dire, tante volte, udirlo sussurrare nel suo orecchio le metteva i brividi, e Kara quanti brividi era in grado di darle... troppi.

Stavano insieme da quasi tre anni ormai e Lena era innamorata di lei ogni giorno di più e ogni giorno era  sempre più stupida che Kara restasse, che non l'abbandonasse come avevano fatto Michael, Ross e anche Jack, anche lui, in cui lei aveva creduto e sperato tanto e che poi si era rivelato il peggiore della lista.

Michael e Ross si erano limitati ad approfittare di lei, del suo denaro per poi lasciarla poco tempo dopo.

Jack no.

Lui aveva dovuto rovinarle la vita, aveva dovuto soggiogarla a lungo, picchiarla, approfittare di lei e del suo corpo, promettendole di cambiare un giorno, ma questo cambiamento mai era avvenuto. Era diventato tutto troppo, quando finalmente aveva trovato la forza di ribellarsi. Ciò che Jack le aveva urlato contro quella sera era stato orribile: che lei era un troia, non si meritava nulla, doveva solo che essere picchiata, che era orrenda, terribile, che nessuno l'avrebbe mai amata e che avrebbe solo dovuto ringraziarlo che ancora non l'avesse uccisa. Poi l'aveva riempita di pugni, calci, le aveva strappato i capelli e l'aveva anche ferita ad una spalla con un coltello.

Aveva ancora la cicatrice.

Bianca, perlacea, si intravedeva a malapena sulla sua pelle pallida, si distingueva solo perché rifletteva la luce.

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