Memories

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Lena si guardava allo specchio, cercando di decidere quale collana potesse stare meglio con il vestito rosso scollato che aveva scelto per la serata. Stava valutando quella sottile collanina di perle, quando la porta dietro di lei si spalancò e Jack entrò nella stanza. Lena si immobilizzò sul posto. Jack la guardò strabuzzando gli occhi. "Cos'è quella roba?!?! Hai intenzione di venire vestita così?!?!" sbraitò l'uomo. Le mani tremanti di Lena si lasciarono sfuggire la collana, che cadde al suolo e si sfaldò, spargendo in giro per la stanza le proprie perle. "S-sì..." ribatté Lena, cercando di farsi piccola contro il mobile. "Cosa?!? Sembri una puttana con quel vestito! Toglitelo subito! Non voglio che gli altri ti vedano così! Toglitelo! Deciderò io come ti vestirai!" Jack si avvicinò a lei, furibondo. "Ma Jack..." "Ma un cazzo! Toglitelo subito, o te lo strapperò io!" E prima ancora che la mora potesse fare qualunque cosa, Jack si era avventato su di lei, aveva agguantato il vestito sulla scollatura del seno e gliel'aveva strappato violentemente di dosso, lasciandola con solo gli slip addoso. Il vestito fiammante si accasciò ai suoi piedi, privo di vita, esattamente come si sentiva Lena in quel momento. Cercò di coprirsi il seno nudo, vergognandosi, ma Jack la spinse sul letto con uno strattone. "Vedi di metterti qualcosa di meno scollato! Nessuno ti deve vedere, chiaro?! Nessuno. Solo io posso. Muoviti, siamo in ritardo per la serata." Detto ciò, la sottospecie di uomo uscì dalla stanza sbattendosi dietro la porta e lasciandosi alle spalle una Lena che cercava di deglutire il magone.

Guardandosi allo specchio nel suo completo blu scuro, che le lasciava gran parte della schiena libera, Lena pensava a quale sfumatura di rossetto potesse starle meglio. Stava optando per un classico rosso ciliegia, quando la porta si aprì alle sue spalle. Kara, nella sua giacca celeste, entrò elegantemente nella stanza. I suoi occhi viaggiarono sul corpo di Lena. Si fermò, a bocca aperta. La mora la guardava nello specchio, in cerca di segni di vita. Lentamente, Kara si sbloccò. "Verrai vestita così?" chiese la supereroina. A Lena il cuore si fermò, ed iniziò a tremare. "Io... pensavo... ecco... me lo tolgo subito, non ti preoccupare... non volevo..." abbassò gli occhi, per evitare queli della compagna. "Cosa? Perché te lo togli?" la voce di Kara era confusa. Lena si fermò e la guardò avvicinarsi. "Credevo non fosse di tuo gradimento...". Kara aggrottò le sopracciglia. "Perché dovrebbe non essere di mio gradimento?" "Beh... mi lascia molta schiena scoperta... ehm... io... pensavo che non volessi che... altri mi vedessero". La reporter osservò attentamente l'altra per diversi secondi, prima di accorgersi di cosa intendesse dire. Poi sorrise. "Lena, tu puoi vestirti come vuoi. Non sta a me decidere del tuo abbigliamento, e anzi, a dirla tutta, penso che tu stia da Dio con quest'abito. Sei veramente meravigliosa sai?" Detto ciò Kara si chinò a baciarla con fervore, soffocando la risposta sulle labbra di Lena. Le cinse la vita con le braccia, abbracciandola, e calandola sul letto. Si lasciò trasportare con impeto sul suo collo, cospargendolo di baci e sospiri. Poi, d'improvviso, si tirò su. I suoi occhi incontrarono quelli ancora scombussolati di Lena e le fecero l'occhiolino. Le porse la mano e l'aiutò a rialzarsi. Le baciò la fronte. "Coraggio, muoviti, che sennò arriviamo in ritardo." le disse con tenerezza. L'aiutò a sistemare la collana e i capelli, prima di uscire mano nella mano nell'aria frizzante della sera.

La pentola piena di acqua bollente pesava e scottava, e Lena non era riuscita a spostarla del tutto. Il recipiente cadde a terra con un gran clangore metallico, spargendo il liquido trasparente per terra e sui suoi piedi. "AAAAHH!" Lena cacciò un urlo di dolore, al bruciore che sentiva alle mani. Jack, che stava guardando la tv pochi metri più in là, si alzò girandosi di scatto e si avvicinò di corsa. "Cosa hai fatto? Che cazzo hai combinato! Oh Cristo, ma è possibile che ogni cosa che fai non sei in grado? Guarda cha casino che hai combinato!" Jack era furioso. Lena, tentando di soffocare i singhiozzi che sapeva l'avrebbero solo fatto arrabbiare di più , cercò di attirare la sua attenzione. "Jack... mi sono bruciata... ahia... per favore, aiut..." "SEI UN'IDIOTA! ECCO COSA SEI! Un'imbecille, una cretina! Ma come cazzo hai fatto!" preso dall'ira, l'afferrò per i polsi, sbattendola contro il frigorifero. "NON DEVE SUCCEDERE MAI PIÙ, È CHIARO?!?! PULISCI TUTTO! QUANDO TORNO VOGLIO CHE SIA TUTTO PULITO, E NON TI VOGLIO VEDERE, PUTTANA!". Accompagnò l'ultima parola con un potente schiaffo jn faccia a Lena che, spaventatissima e dolorante, cadde a terra, portandosi le ginocchia al petto, nel tentativo di difendersi. Jack si allontanò furibondo, uscendo di casa. Lena rimase lì sul pavimento, scossa dai singhiozzi, per più di un'ora, prima di trovare la forza di alzarsi, medicarsi le mani e pulire sommariamente ciò che aveva provocato, prima di raggomitolarsi nel letto per piangere per il resto della notte.

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