Fourteenth Chapter

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Raggiunsi il nono piano in pochi minuti, e vidi Harry seduto alla solita finestra, poggiato come di consueto alla parete e con un libro tra le gambe, intento a studiare. Sorrisi nel vedere quella scena, così naturale quanto adorabile.

Mi avvicinai lentamente a lui e mi sedetti, sperando di non essere troppo in ritardo; ma come se mi avesse letto nel pensiero, lui disse:

-Non sei mai in ritardo, Draco-

Io sospirai e lo guardai, ma lui sembrava preoccupato.

-Che è successo?- aggiunse. Io mi morsi il labbro e distolsi lo sguardo dai suoi occhi verdi, che sembrava volessero leggermi l'anima. Ero indeciso e non sapevo se raccontagli o meno l'accaduto con Astoria, convinto che non fosse un fatto rilevante per lui, e che sarei risultato solo più debole.

-Nulla, tranquillo- borbottai poi, sperando di risultare credibile. Ma sapevo che probabilmente il mio tono amareggiato e debole con cui pronunciai quelle parole mi avrebbe tradito.

-Non ti credo- continuò lui, poggiando una mano sulla mia spalla. Io persi un battito nel sentire un contatto con lui, ma non lo diedi a vedere e restai impassibile. O almeno, ci provai, dato che un colorito roseo si insinuò sulle mie gote.

-Non è niente Harry, davvero- dissi ancora. La sua mano si spostò velocemente sulla mia guancia, che si scaldò in qualche secondo, e fece in modo che il mio viso si voltasse verso il suo, così che potessimo guardarci ancora una volta negli occhi. Aveva anche lui le guance arrossate, e notai solo in quel momento due profonde occhiaie violacee sotto i suoi occhi. Quel colore così innaturale su una pelle contrastava con i suoi occhi, che avevano l'aria di essere determinati a scoprire cosa mi fosse accaduto poco prima.

-Dimmi la verità- bisbigliò, in un sussurro appena udibile e dal tono dolce. Mi riuscivo a riflettere nei suoi occhiali, e vidi che l'espressione sul mio volto era piuttosto scossa. La sua mano non era intenzionata a spostarsi dalla mia guancia, anzi, la carezzava ripetutamente, in un gesto tanto delicato quanto straziante.

-Una ragazza a cui piaccio mi ha obbligato a baciarla con la Maledizione Imperio- ammisi. Socchiuse le labbra, stupito e scosso, poi anche l'altra mano - che prima era impegnata a reggere un libro - si posò sul mio volto, andando a coprire la guancia libera.

Mi tornò in mente mia sorella, che faceva spesso quel suo stesso gesto, soprattutto quando ci ritrovavano a bisticciare per futili motivi. Oppure quando, finita una riunione con il Signore Oscuro andavo in camera da lei, triste come non mai, e mi rassicurava, dicendomi che lei stava bene; per Mildred l'importante era che io rimanessi vivo.

-E ti sembra una cosa da niente? Devi denunciarla, dirlo ad un professore- disse lui, con tono seriamente preoccupato e ansioso. Scossi il capo, e portai le mie mani sulle sue; le strinsi e lui sorrise tristemente, mentre io continuavo a guardarlo, trovandomi a pensare che fosse veramente bellissimo.

-Si, Draco. Ha fatto una cosa orribile- continuò.

-Lo so, Harry. Mi sento uno straccio, ma non è giusto che io la denunci. Ha solo provato a far sì che mi piacesse. Nel modo sbagliato, certo, ma ci ha provato-

-È un crimine usare quell'Incantesimo, Draco, non puoi ignorare questo fatto...-

-Non voglio che finisca in faide legali più grandi di lei per una cosa così poco rilevante. Non mi ha costretto ad ammazzare qualcuno, l'ho solo baciata- dissi aspramente.

-Come vuoi allora- commentò.

Le nostre mani erano ancora unite, ma si erano abbassate, ed in quel momento erano poggiate sulle mie ginocchia.

𝐃𝐞𝐬𝐭𝐫𝐨𝐲𝐞𝐝 ;; 𝐃𝐫𝐚𝐫𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora