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Una volta ripresi dalla fatica della partita i quattro si impegnarono per rimettere a posto ciò che avevano utilizzato: tolsero la rete e la appoggiarono in un angolo della palestra per poi passare a pulire il pavimento. Non c'era uno spogliatoio nella palestra, o forse non l'avevano notato, fatto sta che dovettero tornare ai dormitori tutti sudati, era pomeriggio inoltrato e il Sole stava iniziando a calare e con esso la temperatura. Corsero per arrivare fino all'interno dell'edificio per poi salutarsi velocemente con la promessa di rivedersi in mensa, in tempo per la cena. 
Una volta in stanza Keiji e Kenma fecero a turno per potersi fare la doccia, per primo entrò Keiji, che cercò di fare il più in fretta possibile e uscì con i capelli ancora bagnati e un semplice asciugamano a coprirgli la vita. Si sarebbe tranquillamente vestito mentre il suo coinquilino si lavava e quando fu asciutto si mise sdraiato sul letto, per riposarsi per qualche minuto prima di andare a cena.

 Osservò il soffitto bianco della stanza ripensando a quel pomeriggio che era stato così ricco di avvenimenti, solitamente le giornate di Keiji erano monotone, scandite dal suono sordo delle lancette dell'orologio mentre studiava o dai passi pesanti della sua squadra di quartiere. Non era noioso, ma nemmeno entusiasmante, era semplicemente la sua routine. Ma quel giorno invece... sarà stata la novità di conoscere Bokuto, l'entusiasmo che metteva in tutto quello che faceva o il semplice fatto di aver nuovamente iniziato la scuola, ma era stato tutto veramente intenso. 

Kenma uscì dal bagno già vestito e con i capelli asciutti dove la ricrescita nera era sempre più evidente ma lui sembrava non curarsene più di tanto. Come al suo solito prese il telefono per iniziare una partita a un qualche videogioco, ma sembrò ripensarci perché quasi subito lo appoggiò al proprio fianco. Si sporse in avanti con i gomiti poggiati sulle ginocchia guardando Keiji con i suoi occhi felini.
-Che ne pensi di Bokuto?- chiese di punto in bianco lasciando spiazzato l'altro ragazzo.
-Beh... E' veramente tanto energico- rispose dopo averci pensato.
-Solo questo?- Kenma piegò la testa di lato continuando a scrutarlo. Keiji annuì mentre il suo sguardo veniva catturato da una piccola crepa nel muro alle spalle del biondo.

Ancora non aveva ben inquadrato Bokuto, era energico, positivo a livelli quasi estremi ma concentrato su quello che faceva, o almeno così aveva dedotto vedendolo giocare a pallavolo. Per il resto era tutto ancora da scoprire, non poteva pretendere di conoscerlo dopo poche ore dalle presentazioni.

-Lo conosco da poco, non posso fare altre considerazioni su di lui, prova a chiedermelo tra una settimana.-
-Però mi sembra che ti trovi bene insieme a lui- disse Kenma riprendendo il telefono.
-Mi trovo meglio con lui che con Lev.- disse Keiji facendo riferimento a un amico di Kenma che aveva conosciuto l'anno prima durante la pausa estiva. Kemna fece una smorfia.
-Lev alcune volte è veramente pesante da sopportare, come Bokuto, ma almeno lui è divertente.- disse mentre dal suo telefono arrivavano rumori strani, probabilmente causati dal giochino. Keiji non rispose e riprese ad osservare il soffitto perdendosi nei suoi pensieri.

Keiji non si rese conto del tempo che passava, il tempo era scandito solamente dai rumori irregolari del gioco di Kenma, quando un dolore improvviso gli attraversò la mano. Subito si mise seduto alzando la mano dolorante, convinto di trovarci un insetto intento a pizzicarlo ma non c'era nulla, anche le coperte erano immacolate, senza insetti o eventuali oggetti che poteva aver schiacciato. Osservò la propria mano che man mano si faceva sempre più rossa e dolorante.
-Tutto okay?- chiese Kenma alzando gli occhi dal telefono e squadrandolo.
-Mi sta facendo male una mano- disse Keiji alzando l'arto per mostrarlo al biondo.
-Ti sei grattato?-  chiese quello spegnendo il gioco e sporgendosi per osservarlo meglio. Keiji scosse la testa, non si era grattato, o almeno se l'aveva fatto non se ne era reso conto.
-Allora come hai fatto a farla diventare così?- indicò il dorso della mano che nel frattempo si era fatto persino più rosso.
-Non lo so, ho sentito del dolore e quando ho controllato stava già diventando rossa.- disse il nero stringendosi nelle spalle.
Kenma si rimise steso sul letto prendendo ancora una volta il cellulare.
-Sicuramente ti sei grattato mentre eri sovrappensiero e non te ne sei accorto, come fai sempre- disse riferendosi al tic del più piccolo di toccarsi le mani -Solo che questa volta hai esagerato e ti sei fatto male- Keiji annuì leggermente, poco convinto della deduzione del suo amico, ma al momento era quella più plausibile.

-Vai a metterla sotto l'acqua fredda per farla sfiammare poi preparati perché è ora di cena- disse il biondo dopo qualche minuto di silenzio. Keiji annuì alzandosi dal letto andando verso il bagno riflettendo su quanto gli sembrava familiare quella situazione viste le numerose volte in cui l'aveva vissuta. Sapeva che quella ferita non era la sua.

-Obaachan- il bimbo dagli occhi azzurri corse verso l'anziana intenta a cogliere dei pomodori dalla sua modesta coltivazione.
-Keiji-chan che succede?- la donna posò il suo cesto di vimini e si avvicinò al nipote, che alzò il braccio sul quale spiccava un piccolo taglietto arrossato. La donna si allarmò subito, prendendo il braccio del nipotino e portandolo sotto la piccola fonte d'acqua al lato della coltivazione per sciacquarlo.
-Keiji-chan come te lo sei fatto?- il bimbo alzò le spalle.
-Non lo so, ero a colorare e ho guardato il braccio e c'era il taglio! Ma giuro che non ho fatto nulla, è comparso da solo!- Keiji osservò la piccola ferita che era meno rossa rispetto a qualche minuto prima, e il sangue ormai si era coagulato formando una piccola crosta.
-È comparso all'improvviso Keiji-chan?- la donna si piegò sulle ginocchia per arrivare all'altezza del bimbo, che intanto annuì.
-Da solo! Ha fatto "puff" ed era lì- Keiji gesticolò mentre raccontava.
-Allora questo taglio se l'è fatto la tua anima gemella e la ferita è la sua ma il taglio è venuto anche a te.- disse la donna con un dolce sorriso carezzando il piccolo braccio del nipote.

Keiji non rispose limitandosi ad osservare il terreno con fare pensieroso. L'anziana si alzò in piedi lisciandosi con le mani il lungo kimono prima di scompigliare i capelli del bimbo.
-Il vostro legame è più intenso di quanto immagini, lo capirai.- sussurrò mentre passava la mano tra i capelli scuri di Keiji, il quale in tutta risposta alzò la testa.
-Obaachan, se gli dò un bacino pensi che smetterà di fargli male?- disse alludendo al fatto che, per quanto piccola, la ferita pulsava dando fastidio al bambino e sicuramente dava fastidio anche alla persona che se l'era procurato. La donna rise annuendo e Keiji posò delicatamente le labbra sul graffio mettendo in quel bacio tutto l'affetto di cui era capace nella speranza di far star meglio la sua anima gemella.

Soulmates- BokuakaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora