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Le giornate iniziarono a trascorrere veloci fino all'inizio della scuola e Bokuto era rimasto veramente sorpreso nello scoprire che Keiji era del secondo anno.
-Speravo di stare in classe con te.- si era lamentato mentre camminavano verso l'edificio principale.
-Non ti basto io?- chiese Kuroo tirando fuori il labbro inferiore. Bokuto lo ignorò mettendo le mani in tasca e corrucciando le sopracciglia.
-Almeno dimmi che pranzeremo insieme.- Keiji sbatté più volte le palpebre.
-Credevo fosse ovvio.- disse spingendo la pesante porta in vetro per poi entrare nella sala dei getabako, dove, per la fortuna di Bokuto, i loro armadietti erano vicini.

Indossate le uwagutsu si divisero, Kenma e Keiji nell'ala destra, Kuroo e Bokuto nell'area sinistra. Anche se quest'ultimo non ne sembrava particolarmente entusiasta. Keiji lo salutò con la mano prima di girarsi e seguire il biondo lungo i vari corridoi, entrando di tanto in tanto, in qualche aula riservata ai club. Sembravano tutti abbastanza interessanti ma nessuno sembrava attirarlo abbastanza da poter dire 'si, quello è il club giusto'.

Ma decise di lasciar cadere quei pensieri mentre entrava in classe, accomodandosi su un banco in seconda fila.

Le lezioni passarono con relativa velocità, alla fine erano solo delle introduzioni al programma che avrebbero svolto durante quell'anno. Una lezione sommaria che racchiudeva tutti gli argomenti principali che avrebbero approfondito poi. Keiji prese qualche appunto generico, riuscendo a scrivere una manciata di righe mentre il professore si dilagava in inutili chiacchiere che il ragazzo nemmeno si preoccupava di ascoltare. Si girò  a guardare la finestra, dietro la quale il grigio chiaro della struttura si mescolava ai colori tenui degli alberi da frutto in fiore del cortile. Ogni tanto uno di questi fiori, scosso da una leggera brezza, lasciava cadere uno dei suoi delicati petali creando una magnifica pioggia rosa pastello, che a Keiji ricordava tanto quei pomeriggi passati seduto sul davanzale della sua finestra, ad osservare il vecchio ciliegio della famiglia.

Il suono della campanella ripetuto della campanella lo riscosse dai suoi pensieri, facendolo alzare per andare a pranzo, non che avesse molta fame, ma voleva godersi la compagnia di Bokuto, così si alzò, seguendo Kenma fino alla mensa scolastica. Tra il fiume di studenti che si riversava nell'ala mensa Keiji trovò difficoltoso riuscire a seguire Kenma, figuriamoci a trovare la testa del più grande. Con non poche difficoltà riuscirono ad arrivare in mensa e a prendere due vassoi. La stanza era piena di gente e per quanto si sforzasse Keiji non riusciva a scorgere Bokuto. 

Stavano per mettersi seduti quando sentì un verso che nell'ultimo periodo era diventato sin troppo familiare.
-Hey hey hey! Vi stavate dimenticando di noi?- la zazzera di capelli grigi di Bokuto oscurò temporaneamente la visuale del più piccolo, precedendolo per arrivare a uno dei pochi tavoli liberi. 
-Non avete preso nulla?- Chiese Kenma guardando i due che comodamente si sedevano e che ancora non avevano preso nulla da mangiare. 
-Non ancora, prima ci interessava prendere un posto a sedere.- disse Kuroo appoggiando la giacca sullo schienale della sedia, per occupare il posto, prima di alzarsi, seguito da Bokuto, che si lamentava per la fame. 

Pochi minuti dopo i due si ripresentarono con i vassoi stracolmi di piatti, sedendosi con un gran fracasso. Kenma si limitò a guardare con disapprovazione il suo ragazzo, aprendo poi le bacchette e iniziando a mangiare, seguito da Akaashi, che addentò con gusto il suo onigiri. 
Il pranzo passò tranquillo, tra piccole considerazioni sul primo giorno di scuola e sul club da scegliere, anche se tutti concordavano sulla pallavolo. 
-Akaashi? C'è una ragazza che ti fissa ininterrottamente da quando ci siamo seduti.- disse fissando con la coda dell'occhio al lato destro del tavolo. Il ragazzo girò la testa per controllare ed effettivamente era vero, una ragazza con dei lunghi capelli neri lo guardava e che, non appena si accorse di essere stata scoperta, girò la testa nascondendosi dietro ai capelli, mentre alcune sue amiche ridacchiarono attorno al tavolo. 

Keiji rimase un attimo interdetto, ma poi tornò a mangiare. 
-Probabilmente stava guardando te.- disse rivolto a Bokuto, soffiando appena sulla sua carne, prima di mettersela in bocca. 
-Nono, guardava te.- disse il più grande, assottigliando lo sguardo, nascondendo i suoi magnifici occhi dorati, mentre scrutava il tavolo delle ragazze. 
-Bro, non essere geloso- disse Kuroo, col suo solito sorriso sghembo, dando una pacca sulle spalle del ragazzo, il quale lo guardò male. -tanto troverai anche te delle ragazze che ti guarderanno durante la pausa pranzo- continuò Kuroo, il quale si beccò un pugno sul braccio. 
-Sta zitto, gallo, lo sai che non mi interessano le ragazze.- disse Bokuto a mezza bocca, prima di finire di bere il brodo del suo ramen, cercando,invano, di nascondere quel leggero rossore che si era diffuso sulle sue guance. 

Il nero rimase un po' in silenzio, rigirandosi le bacchette tra le dita, prima di aggiungere. 
-Non importa se mi guarda, nemmeno a me interessano poi così tanto le ragazze.- alzò nuovamente lo sguardo, incontrando gli occhi dorati di Bokuto, che per qualche ragione dopo quella frase si mise a sorridere, riscaldando il cuore del più piccolo. 
-Uuuh doppio coming out! Qui le cose si fanno serie.- Kuroo battè le mani prima di essere fermato dal suo ragazzo con un secco 'dacci un taglio' facendo cadere così l'argomento. 

Keiji però non partecipò molto alla conversazione, era preso a riflettere su cosa l'aveva portato a dire a Bokuto di essere attratto più dai ragazzi che dalle ragazze, solitamente non era una cosa che spiattellava così in giro, e soprattutto non nel bel mezzo della mensa scolastica. Ma in quel momento si era sentito in dovere di dover rassicurare Bokuto. Anzi no, non sentito in dovere, era come se... avesse saputo di doverlo fare, come una pulsione che nemmeno sapeva di avere. Forse sarà stato il rossore sulle guance del più grande, il bisogno immediato di coprirsi dopo aver pronunciato tale frase, quasi come ancora non lo accettasse Keiji, con quella frase voleva aiutarlo ad accettarsi per come era. E a giudicare dallo sguardo che Bokuto gli aveva risolto, ci era riuscito. 

Soulmates- BokuakaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora