IL CALORE DEL TUO GELO (Cap.1)

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"Non è possibile mio...mio padre mi avrebbe messo al corrente di tutta la situazione!" sbottò Kassandra alzandosi in piedi sotto gli occhi perplessi dell'avvocato e del contabile.

"Pensavo che lei fosse al corrente della vendita del Villaggio di Atena." dichiarò l'avvocato che da anni si occupava degli affari suo padre.

"No, Certo che no!... altrimenti non saremmo qui a discutere non le sembra?!" sbottò irritata Kassandra rivolta a questo.

"Probabilmente gliene avrebbe parlato, poi la malattia... "

"La malattia..." sibilò ironica. La verità era una sola: suo padre aveva paura ad affrontare l'argomento; sapeva benissimo che lei si sarebbe opposta con tutte le proprie forze, perchè sapeva fin troppo bene quanto questa tenesse al villaggio. Certamente l' avrebbe messa al corrente a fatto compiuto. Questo di certo non avrebbe evitato un litigio, ma l'avrebbe costretta ad accettare il fatto compiuto e inghiottire il boccone amaro.

"La situazione finanziaria di suo padre non è delle migliori come lei stessa vede." dichiarò il contabile indicando i registri sulla lussuosa scrivania.

"Mi disse che voleva ridimensionare il volume degli affari, ma non pensavo che... "

"Suo padre ha deciso di vendere il complesso alberghiero di Milos per risanare la situazione finanziaria. Suo padre signora... è sommerso dai debiti. Ultimamente ha compiuto parecchi investimenti per così dire azzardati." ricalcò l'uomo.

"Non è possibile" sibilò con scetticismo Kassandra. Era difficile pensare che suo padre potesse sbagliare un investimento, aveva un fiuto incredibile per questi, riusciva a percepire l'odore di una buona operazione finanziaria a cento miglia di distanza. No, era impossibile era tutto un incubo. Inoltre, quello che non riusciva ad accettare era pensare che Milos finisse nelle mani di una fanatica donna d'affari quale era Kristal Kalòs.

"Non posso permettere quel villaggio si trasformi in un villaggio per snob, perché è questo che diventerà!" spiegò sbattendo il fascicolo che riguardava Milos sulla scrivania.

"Mi dispiace signora, ma è l'unica via d'uscita, la contabilità parla chiaro."

"Non capisco come un uomo come lui abbia potuto permettere che la situazione degenerasse fino ad arrivare allo sfacelo."

"E' più facile di quanto non si creda." asserì il contabile.

Doveva esserci una via d'uscita e salvare così il villaggio. Non poteva permettere che Il Villaggio di Atena andasse ad una esaltata come Kristal Kalòs, che per denaro avrebbe venduto pure il padre. Quel luogo era impregnato di bei ricordi anche che se dolorosi.

Suo padre non poteva disfarsi così di qualcosa che in qualche modo Kassandra riteneva una sua creatura. Il padre possedeva altri alberghi, poteva rivalersi su questi, perché proprio quello di Milos?... in fondo rendeva bene.

Rimase qualche minuto in silenzio poi domandò: "Quando dovrei incontrare la signorina... "

"Sarà il loro avvocato che si occuperà delle pratiche."

"Chi è lo conosco?"

Un silenzio che preannunciava la notizia che di certo mai si sarebbe aspettata, calò nel stanza. I due uomini si guardarono in faccia per interrogarsi chi sarebbe stato dei due a svelare il nome.

"E allora sto aspettando?" Li incitò Kassandra.

L'avvocato si schiarì la voce prima di pronunciare: "Andreas Mirros"

"A...Andreas Mirros? " balbettò. Le gambe all'improvviso sembrarono non reggerla più. Si lasciò cadere sulla sedia con in faccia dipinto un chiaro turbamento misto a incredulità. Il respiro sembrò all'improvviso mancarle.

"Il mio... ex...marito ?! farfugliò, rendendo due fessure gli occhi.

"Si signora. "

No, di certo si sbagliavano, non poteva essere Andreas! "Cosa centra Andreas con Kristal Kalòs?"

"Stanno per sposarsi." La informò l'avvocato.

"Cosa?!"

"La notizia non è ufficiale, ma certa... voci di corridoio dicono che le nozze avverranno nella prossima tarda primavera." Kassandra sentì il mondo crollarle addosso. Percepì in maniera violenta l'antico sentimento forse quanto l'amore chiamato: estremo senso del possesso, assalirla. Provare questo era da stupide ne era cosciente, dato che Andreas non faceva più parte della sua vita da tre lunghi anni, tuttavia fu più forte di lei, Andreas era rimasto dentro di lei a guardia del suo cuore.

Dopo la loro separazione, si era trasferito a Parigi, divenne un avvocato di successo con l'hobby della fotografia. Aveva fatto diverse mostre di successo proprio con immagini strappate alla realtà di Milos. No, Andreas non avrebbe mai assecondato l'idea di trasformare il villaggio da lui stesso creato in un hotel frequentato da snob, neanche se ha chiederglielo era la donna che amava. Ricordava ancora quando apprese la notizia che a Milos sarebbe nato un complesso alberghiero a cinque stelle per facoltosi uomini d'affari depressi con la puzza sotto il naso. Era ancora vivida la sua arringa in difesa di Milos, si oppose con tutte le sue forze, non per la struttura in se, questa avrebbe offerto lavoro a molti isolani. Una parte degli abitanti di Milos i giovani soprattutto erano andati via, quelli che erano rimasti facevano i pescatori o si arrangiavano con svariati umili mestieri. D'estate per arrotondare, lasciavano le proprie case per affittarla ai turisti, trasferendosi in tuguri. L'impronta che il padre di Kassandra aveva intenzione di dare all'isola era un oltraggio un sacrilegio. Chiunque approdasse sull'isola doveva godere della bellezza che il luogo regalava. No!...Milos doveva restare quella che era, semplice genuina. Milos era un'isola per chi amava stare a contatto con la natura. L'aiuto di Kassandra in quella occasione fu determinante, con la sua solita loquacità riuscì a convincere il padre che l'idea avuta da Andreas di un albergo che fuoriuscisse da certi schemi non era poi così male.

L'albergo che sorse sull'isola ebbe un aspetto villereccio con linee architettoniche semplici da sembrare un piccolo villaggio di pescatori, in questo modo non si sarebbe intaccata la bellezza selvaggia dell'isola. Inoltre, i prezzi praticati, erano accessibili a chiunque abbienti e no. L'idea di Andreas diede ben presto i suoi frutti. Andreas si dimostrò un valido uomo di affari, aveva conservato comunque uno spirito libero, non amava le costrizioni che non smentiva mai, in nessuna occasione. Era orgoglioso delle sue origini greche fondate sull'onore e sulle tradizioni. Dopo il divorzio non volle più occuparsene, lasciò tutto nelle mani del padre di Kassandra. Kassandra seppur ferita nel profondo, quando il padre le aveva prospettato di voler cambiare la politica dell'albergo questa lo pregò di lasciare l'impronta che Andreas aveva dato, in fondo l'albergo andava bene. Così propose al padre che sarebbe stata lei a mandare avanti ciò che Andreas aveva creato. La verità era un'altra e lontanissima dal senso degli affari di Kassandra; quell'albergo era un modo per restare legata a l'uomo che ancora amava.

Milos era vitale per lei, aveva bisogno di respirare anche se per poche ore l'odore tenero dei ricordi. Ogni volta che scendeva in quella che era un piccolo spazio di spiaggia privata delineata da una struttura rocciosa, sentiva un languore salire ad affliggerla. Rivedeva due corpi ricorrersi, lasciarsi cadere sulla sabbia, stringersi e fare l'amore sulla battigia.

IL CALORE DEL TUO GELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora