IL CALORE DEL TUO GELO (Cap. 12)

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Nel tardi pomeriggio avrebbero preso il volo per Atene. La notte Kassandra non aveva chiuso occhio, non riusciva a far cessare quella vocina che continuava a ripeterle che tanta felicità non poteva esistere. La loro breve fuga dal mondo era finita. Quella mattina cercò di nascondere  quella strana tensione che le stingeva lo stomaco. La richiesta di Andreas di pranzare da Achillios fu provvidenziale, sentiva il bisogno di stare da sola e domare quella strana angoscia. Con il pretesto di dovere esaminare dei vecchi documenti in cassaforte , Kassandra suggerì ad Andreas di andare a trovare il padre in mattinata ; lei lo avrebbe raggiunto dopo per il pranzo, Nel momento in cui sentì chiudere la porta, emise un respiro profondo. Andreas aveva ragione, le paure appartenevano al passato. La felicità esisteva; quei pochi giorni passati a Milos ne erano la prova. La felicità bisognava conquistarla, e loro l'avrebbero conquistata insieme ogni giorno.

Il suono del citofono la fece trasalire . Certo che certe abitudini non cambiano, meditò roteando di gli occhi. In passato succedeva spesso che Andreas tornava indietro per aver dimenticato qualcosa.

Sorvolò di sbirciare il displey della videocamera, era certa del fatto che fosse Andreas, aprì il cancello e quando spalancò la porta d'ingresso; le sembrò che il mondo le stesse per crollare addosso. L'incubo era divenuto realtà.

"Buongiorno Kassandra." La salutò la figura accompagnata da un ostentato senso di superiorità.

"Kristal?!" Kassandra restò immobile come se fosse scolpita nel marmo.

"Ricordi il mio nome, ma scordi che sono la fidanzata di Andreas. Comunque... dovresti accettarti chi è alla porta prima di aprire ...non si sa mai. " La schernì Kristal.

Kassandra non replicò; qualsiasi cosa le veniva in mente la trovava banale, si limitò a disegnare sul viso un' espressione tesa.

"Posso entrare o vuoi parlare qui all'ingresso?" domandò Kristal sempre con tono provocatorio.

Kassandra si fece da parte e Kristal venne avanti. Questa si guardò tutto intorno con aria di sufficienza. "Piccolino, ma grazioso..." ammise."Quando prenderò il possesso dell'albergo, ne farò il mio alloggio privato, naturalmente cambierò l'arredamento, lo trovo dozzinale, ordinario...oserei dire mediocre."

"Resterai delusa Kristal. La villa non sarà mai tua , non è annessa al complesso alberghiero... e non è in vendita."

"Dici? "

"Cosa vuoi Kristal?" andò al sodo Kassandra, ignorando il tono beffardo della rivale.

Questa la guardò dritta negli occhi."Non immagini?... Andreas e... questa villa." disse mentre si avviava sulla veranda che dava sulla spiaggia .

"Che incanto..."

"Smettila Kristal!"

Kristal aggrottò la fronte. " Smettere cosa?... sei tu che devi smettere di andare dietro Andreas...lui è il mio uomo."

"Andreas è stato mio marito e..."

Kristal non le permise di continuare."Appunto è stato, questo non ti dà di certo il diritto di farne il tuo amante!" esclamò con enfasi Kristal. Subito dopo la voce di questa si abbassò di un tono. "Adesso lui è il mio fidanzato." preciso' Kristal irritata.

"Andreas non ti ama. Te ne avrebbe parlato non appena fossimo tornati ad Atene."

"Fossi in te, lo convincerei a non farlo."

"Cosà... perché?... non puoi sposare un uomo che non ti ama !" sottolineò Kassandra.

Gli occhi castani di Kristal diventarono due pozzi scuri, nel momento in cui asserì: "Ohhh... si che posso ...devo toglierti tutto Kassandra. "

IL CALORE DEL TUO GELODove le storie prendono vita. Scoprilo ora