Uscì dallo studio con il caos dentro testa e nell'anima. Come un automa si diresse al vicino parco, aveva bisogno di riflettere, di rimettere in ordine i pensieri . Combattuta tra il tacere per il momento o dire tutta la verità, di una cosa era certa, non avrebbe rinunciato al suo bambino, ne avrebbe sopportato l'idea che Andreas attribuisse il piccolo a un altro uomo.
Restò a lungo seduta su una panchina con un sorriso flebile stampato sulle labbra a osservare i bambini giocare. Durante il tragitto che la portava alla sua auto, si soffermò davanti a un negozio dove in vetrina vi erano esposti articoli per neonati e neo mamme. Il profumo della cosmesi per bambini che la investì, la invitò a entrare. Sorrise quando prese tra le mani una minuscola, deliziosa tutina in ciniglia grigia e rosa con una simpatica cagnolina sul davanti . "Cerca qualcosa in particolare ?" asserì la commessa dietro le sue spalle."E' ancora presto." disse sorridendo, senza smettere di fissare il minuscolo indumento. Chissà se sarebbe stata una femmina. Andreas avrebbe gradito un maschio, ne era sicura, orgoglioso com'era delle sue origini. Quello di tramandare il proprio cognome era quasi una perentorietà. Con Andreas avrebbe messo subito in chiaro che la sua gravidanza non era affatto un arma per legarlo a se; lui era libero di sposare Kristal e sarebbe stato altrettanto libero di vedere il bambino ogni qualvolta lo desiderava.
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Arrivata a casa si diresse verso la sua camera, suo padre non era ancora tornato dall'ufficio. Aveva comprato un test di gravidanza, aveva bisogno di sapere. La farmacista le aveva consigliato di farlo con le prime urine del mattino, lei ignorò il consiglio. I pochi minuti di attesa le sembrarono un eternità. Nell'istante che vide sul bastoncino apparire un sorriso, sentì il cuore salirle in gola . Il suo padrino non si era sbagliato... era incinta. La parte più difficile non era quella di confessare a suo padre la sua gravidanza, ma piuttosto quella di venire a conoscenza che il padre del bambino era Andreas. Suo padre aveva cercato di proteggere Kristal fin dal principio, raccomandandole di stare lontana dal suo ex-marito.
Si sdraiò sul letto e fluttuò con il pensiero nel passato e nel futuro. Assorta non sentì i colpi alla porta.
"Ciao tesoro, come stai?... sei andata da Don?"
"Papà..." sibilò con un filo di voce, con un'espressione sorpresa .
" Ho bussato, ma tu non hai risposto." Dopodiché la fissò attentamente e aggiunse:" Sembra che tu abbia visto un fantasma ."
"Scusami ero distratta ... sono andata. Non ho niente che un integratore e un ansiolitico non possano curare. "Lo rassicurò sorridendo.
"Scendi per la cena?" chiese alla fine l'uomo.
"Si, certo. Il tempo di farmi una doccia e sono da te."
Rimasta sola, si portò le mani sul ventre. "Piccolino, non immagini neanche la forza che mi trasmetti. Tuo padre mi odia e ha ragione. Tuo nonno non sarà felice del tuo arrivo , ma ti prometto che io sarò abbastanza, ci basteremo a vicenda. "affermò mentre una lacrima scendeva a rigarle il viso. Stanca, stava per assopirsi, era ferma tra la realtà e il sogno, quando sentì la voce di Katy che la chiamava in preda al panico.
Aprì gli occhi, vide la donna entrare nella sua camera sconvolta ."Signora suo... suo padre!" Non domandò cosa fosse successo, d'impulso si alzò e si avviò giù per le scale. Suo padre era supino sul pavimento, con una mano poggiata pesantemente sul il cuore.
"Mio Dio....papà!"
Si accovacciò vicino a questo, gli sollevò il capo, poi rivolto lo sguardo a Katy, la incitò a chiamare un'ambulanza.
"E'... è inutile tesoro."
"Papa non lasciarmi!!" gridò mentre le lacrime rigavano il viso.
" Che... che ... ne pensi... di anticipare la nostra chiacchierata?"

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IL CALORE DEL TUO GELO
RomansaAccusata di fingere una sterilità è una cattiveria gratuita da parte di Andreas, quando conosce bene lo stato d'animo della moglie nel non poterlo rendere padre. Kassandra non fa nulla per difendersi da quella terribile accusa. Tre anni dopo, il des...