Era l'alba, quando Kassandra aprì gli occhi. Andreas era andato via lasciando un gran vuoto dentro di lei. Il suo profumo muschiato era ancora sulla pelle bruciante.
Strinse il cuscino in cui lui aveva dormito, la sua impronta era li, segno tangibile che era andato via da poco.
Maledì la sua debolezza, doveva reagire, allontanarlo, non era così che doveva finire. Era convinta che il vederlo innamorato di un'altra, le avrebbe facilitato la rassegnazione, invece adesso, quella loro notte di passione aveva rimarcato quanto ancora l'amasse e quanto fosse difficile, se non impossibile dimenticarlo. Era certa che la notte appena passata non avrebbe cambiato nulla, nonostante in cuor suo sapeva che la passione di Andreas non era dettata da un semplice istinto. Quella notte li aveva uniti e allo stesso tempo divisi.
Si girò supina, a fissare il soffitto con le lacrime che disegnavano solchi sulle guance ancora arrossate dalla barba incolta di lui. Quella notte la sofferenza, il dolore nell'essere consapevoli di essersi persi aveva ingigantito le proprie percezioni assaporando fino in fondo il loro amplesso, trasportandoli in una dimensione sconosciuta. La passione che quella notte avevano condiviso era diversa da quella dei primi anni di matrimonio, questa era divenuta con il tempo consapevole di quanto uno avesse bisogno dell' altro.
Andreas era cambiato caratterialmente; il suo modo di essere, i suoi concetti non erano quelli di una volta, adesso si basavano sul denaro, sul successo personale. Kristal aveva fatto un buon lavoro su Andreas constatò Kassandra con tristezza. Lei si era innamorata del ragazzo semplice, idealista quale era .Si assopì stanca di piangere e si ritrovò a Milos. Andreas era appena rientrato nel porto di Adamas, paese principale dell'isola, con la sua barca colma di pesce. Con passo certo l'uomo si avviò verso di lei con lo sguardo freddo , distaccato. Una folata di vento violento la fece indietreggiare fino a farla precipitare in acqua. Annaspava disperata, ma era del tutto inutile, non riusciva a stare a galla, una forza misteriosa la tirava giù, verso l'abisso, sotto lo sguardo imperturbabile dell'uomo.
Si svegliò urlando, disorientata, turbata, si portò le mani sul volto. Suo padre aveva ragione nell'affermare che doveva restare fuori dall' affare, che se avesse rivisto Andreas la sofferenza si sarebbe fatta avanti a dispetto della rassegnazione che lei agognava.
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Fugati gli incubi della notte; decise di fare una passeggiata per le vie di Atene e comprare qualcosa. Non che ne avesse voglia, ma con se aveva portato ben poco e poi fare shopping l'avrebbe distratta. Qualcosa di nuovo forse l'avrebbe aiutata a tirare su il morale. Un vestito in raso nero, con una scollatura profonda e stretto alla vita, attirò la sua attenzione. Era corto abbastanza da lasciare le sue perfette gambe in bella vista.
Entrò senza alcun indugio. Quando l'ebbe provato, la sensazione fu quella di non avere nulla addosso.
Nonostante i suoi abiti erano molto femminili, optava sempre per un guardaroba piuttosto classico, che non attirasse l'attenzione."Perchè no! "disse a voce alta. "Lo prendo!"comunicò determinata alla commessa, che accennandole un sorriso si avviò alla cassa.
Il nuovo acquisto in parte aveva funzionato finché non fece rientro in albergo. Alla reception oltre a darle la chiave della propria camera, le diedero due buste con il suo nome scritto sopra. Uno di questi era stato scritto di pugno da Andreas, l'altro recava il simbolo dei Kalòs. Posò quest' ultimo nella borsa e tenne stretto tra le mani quello che le stava più cuore. Arrivò a malapena dentro l'ascensore, sentiva le gambe cedere, si appoggiò a una delle pareti .
Apri frettolosamente la porta della sua camera, gettò i pacchetti sul letto e restò a fissare la busta. Di certo conteneva il ben servito, la solita frase:" Mi dispiace di quanto è successo ma è stato solo un momento di debolezza oppure una ancora più ovvia :" E' stato bello, ma non possiamo tornare indietro." Aprì la busta con le dita tremanti ...era il momento della verità.
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IL CALORE DEL TUO GELO
Roman d'amourAccusata di fingere una sterilità è una cattiveria gratuita da parte di Andreas, quando conosce bene lo stato d'animo della moglie nel non poterlo rendere padre. Kassandra non fa nulla per difendersi da quella terribile accusa. Tre anni dopo, il des...