Rivide sè stesso in piedi davanti a un'elegante scrivania in mogano.
«Non può stare qui» si sentì ripetere
«Come puoi parlare così di tuo fratello?» gli urlò lei, rossa in faccia.
«Ancora una volta Moira, io non ho fratelli».
La donna parve offesa e come a volersi proteggere appoggiò le spalle alla poltrona in chintz verde scuro.
«Spostalo alle risorse umane, ho già perso due appalti per la sua incompetenza».
Tutto in quell'ufficio era in perfetto ordine, più che una stanza di un amministratore delegato ai vertici di un'azienda di famiglia, sembrava la copertina di una rivista d'arredamento di lusso.
«Mi dispiace, ma è la mia ultima parola».
Riprovò le stesse sensazioni del giorno prima, come se il suo corpo stesse rivivendo quella parte di giornata ancora una volta. Avvertì il petto infuocarsi e i pugni serrarsi, ma lui non lo stava vivendo per davvero. Il suo corpo, in realtà, giaceva inerme sul letto di un ospedale.
Uscendo dalla porta si scontrò con qualcosa d'imponente. Ivan, ad un palmo dal suo naso, era paonazzo in viso: aveva l'aria di chi aveva appena origliato chiacchiere indiscrete.
Si squadrarano.
Si studiarano per un attimo.
Ivan, alto quasi il doppio di lui, livido in volto e con un mento talmente sporgente che per poco non toccava la fronte del fratellastro. Stefano con l'ira ancora viva in lui per la discussione con Moira e i pugni stretti, pronti ad agire.
C'erano anni di rancore sospesi nell'aria, ma l'intensità di quel momento si appassì con occhiate di sdegno vicendevoli e passi lunghi in direzioni opposte.
Il buio s'impadronì dei suoi pensieri.
***
Rinsavì come da un'immersione. Era di nuovo all'interno della stanza d'ospedale.
Qualcosa era cambiato, non avvertiva più la presenza di tante persone strette in quattro mura.
Solo una.
Gli stringeva la mano destra e singhiozzava tremante. Avvertì il suo calore fuoriuscire dalle mani affusolate. Lo conosceva bene l'incavo di quel palmo, lo aveva stretto milioni di volte, era impossibile sbagliarsi.
Ilaria era la sua fidanzata da circa due anni. Dopo un lungo corteggiamento altalenante aveva ceduto alle sue chiamate e si era lasciata coinvolgere dalle attenzioni di Stefano, dando fine ad una serie di relazioni burrascose.
Era grato che lei fosse lì. Sentiva che le sue attenzioni lo avrebbero aiutato a svegliarsi.
Qualcuno aveva attentato alla sua vita e lui intendeva scoprirne l'identità.
Tre tocchi secchi interruppero nuovamente i suoi pensieri, qualcuno era entrato nella stanza.
Era necessario ripercorrere i ricordi a ritroso.
***
Vide sé stesso di fronte all'ascensore e, con la coda dell'occhio, la porta dell'ufficio di Moira chiudersi alle sue spalle con Ivan al suo interno.
Che cosa aveva fatto davanti all'ascensore? C'era un grande orologio Tissot davanti alle porte scorrevoli metalliche, lo aveva osservato mentre attendeva che le porte si aprissero davanti a lui. Erano le cinque meno un quarto.

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Coma Cosciente
Gizem / GerilimFINALISTA GIALLO CERESIO 2019 Il corpo dell'imprenditore Stefano Cacciami viene ritrovato poco lontano dalle rotaie del vecchio capolinea di Porto Ceresio. I suoi cari accorrono al suo capezzale, scoprendo che l'uomo è stato sparato all'addome e all...