L'amore tra gli dei // Loki

Capitolo 3

La mattina dopo Loki si svegliò abbastanza presto. Si diede una lavata veloce e si mise a leggere. Voleva aspettare quella ragazza.

Il sole stava salendo velocemente all'orizzonte, e qualcuno bussò alla porta della stanza del Dio degli inganni, che dal suo letto diede il permesso di entrare.
A-ecco a lei la colazione.
Atla stava già uscendo quando il Dio la richiamo indietro.
L-aspetta. Vorrei sapere che età hai.
A-più o meno la vostra mio signore. 23 anni compiuti.
L-allora si, abbiamo la stessa età. Hai qualche compito da svolgere ora?
A-dovrei, con le altre cuoche, pulire la cucina e iniziare a preparare il pranzo.
La ragazza non osava alzare la testa, e ancor meno gli occhi. Tante voci giravano sul Dio degli inganni e lei non voleva scoprire se le dicerie fossero vere.
L-bene, sei autorizzata a non presentarti nelle cucine di palazzo.
A-non capisco cosa intende dire....
L-ti ho semplicemente chiesto di farmi compagnia.
A-la ringrazio della gentile offerta, ma io non vorrei disturbare.
L-o no niente affatto.
Loki si sdraiò sul letto e iniziò a fissare la ragazza che ancora non aveva provato ad alzare lo sguardo.
L-Atla è il tuo nome giusto?
A-si
L-bene Atla, alza il volto. Non ti mangio mica.
Atla alzò lo sguardo perplesso e un po' spaventato sul Dio dalla carnagione tanto pallida. Al contrario suo, lei aveva la pelle di color caffellatte, i capelli ricci e di un colore tra il biondo e il caramello, e degli occhi neri, tanto che non si distinguevano iride e pupilla.
L-raccontami di te.
A-sono nata da due abitanti di paese. Circa due anni fa sono venuta a palazzo per cercare lavoro ed Odino padre degli dei mi ha accolta. Mi hanno permesso di lavorare nelle cucine, dove tuttora lavoro. Mia madre prima di me ha lavorato qui, e spesso mi permetteva di seguirla per aiutarla. Sia mio Padre che mia madre sono troppo vecchi per lavorare e si affidano a me. Frigga, saputa la mia situazione mi ha permesso di vivere a palazzo, per permette ai miei genitori di utilizzare tutti i soldi che guadagni per sfamarsi.
L-quante siete nelle cucine?
A-una ventina, ma io sono una delle più giovani.
L-capisco. Puoi andare
La ragazza fece un inchino e se ne andò dalla stanza del Dio.

Per tutta la settimana seguente Loki ed Atla si fermarono a parlare durante le ore dei pasti. Diventavano sempre più amici, ma nessuno dei due osava ammetterlo.
La ragazza ne aveva parlato con le sue compagne di lavoro. Le più giovani erano felicissime, come le più anziane, che però non mancavano mai di dare avvertimenti sul Dio degli inganni e delle malefatte.

Loki quel giorno era tornato dalla ninfa dei sotterranei. Era rimasto nella stanza luminosa tutto il giorno, tornando solo per l'ora di pranzo e quella di cena.

L-come mi hai già ricordato non sono il tuo capo, ma vorrei comunque chiederti di farmi prova della tua forza.
S-cosa vuole che faccia?
L-comanda alla mia mente di uscire dalla stanza.
S-non posso
L-tu però non molto tempo fa hai affermato di saper controllare la mente
S-ciò che ho detto è la pura verità, ma i guanti di ferro che Odino stesso mi ha fatto indossare non mi permettono di utilizzare il potere del controllo sulla mente. Posso però dirle il suo più grande e profondo desiderio, e posso aiutarla a realizzarlo.
L-sentiamo quale è questo desiderio.
S-l'amore
Qualche attimo di silenzio.
L-mio padre si è sbagliato sul tuo conto, sopravvaluta la tua potenza. Ciò che il mio cuore più desidera è il trono ed il potere, non l'amore.
A-il Dio degli inganni è cieco. Quello è il desiderio più superficiale del tuo cuore. L'amore è ciò che davvero cerchi.
Per Loki quella era la dimostrazione che il potere descritto dalla ninfa era solo una bugia. Lui desiderava il trono di Asgard. Lui desiderava regnare.

Il Dio uscì dalla stanza ridendo, per poi dirigersi nella sua stanza. Solo quando davanti alla porta incontro Atla si accorse di una cosa. Lui stava facendo di tutto per conoscere quella ragazza, anche se solo per avere compagnia. Certamente non era lei che lo avrebbe portato al potere. E allora se le parole della ninfa fossero vere? No non poteva essere.
Il ragazzo però si addormentò con il dubbio.