25 Dicembre, 1870

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Mi faccio spazio tra gli abiti vistosi delle nobildonne, fermandomi di tanto in tanto a stringere la mano a qualcuno e lasciare dei sorrisi tirati.

"Tomlinson!" una mano mi stringe il braccio e mi tira indietro, facendomi girare: Liam Payne era in piedi davanti a me, sorridendo allegramente.

Gli porgo una mano che lui stringe, ha la pelle leggermente ruvida e le dita callose, dovute probabilmente al suo lavoro. "Mi hanno parlato molto di lei, è un piacere conoscerla finalmente."

Riporge le mani in tasca, sorridendo allegramente, la sua faccia è colorata di rosso e il colletto della camicia è stato allentato leggermente. Evidentemente ubriaco, mi squadra da capo a piedi e un'espressione sorpresa fa capolino sul suo volto, "ha buon gusto, vedo."

Inarco le sopracciglia e abbasso lo sguardo sui miei vestiti, confuso, poi un ricordo mi attraversa per la mente: Hazel mi ha portato nella Sartoria Payne, e questo è uno dei suoi capi. "E questo lo devo a lei. Come trova la festa?"

Liam Payne è un tipo piuttosto eccentrico, spesso parlando con lui mi perdevo per quanto veloce va, come se fosse di fretta, ma è generalmente una persona con cui andrei d'accordo. Abbiamo chiacchierato per un po', i miei occhi andavano di qua e di la, cercando il viso famigliare di una persona. Dopo dieci minuti buoni, Payne mi lascia andare e si dirige al banchetto per un altro bicchiere.

Un piccolo gruppo di persone era disposto a cerchio, al centro di esso c'era Hazel, splendida. come non mai, aveva tutti gli occhi addosso e nessuno osava abbassare lo sguardo. Questa era la sua festa, e tutti l'avevano capito.

In un angolino, lontano dagli occhi delle persone e con un'espressione nervosa, Harry Styles si rigira ansiosamente i pollici alzando lo sguardo di tanto in tanto. Mi scappa un sorriso e lo raggiungo senza pensarci due volte, facendo slalom tra le persone. Harry incontra i miei occhi e finalmente si illumina, raddrizza la schiena e fa qualche passo avanti, finché non siamo a pochi centimetri di distanza. Per la prima volta in cinquecento anni mi ritrovo senza parole. Indossava un capo semplice, ne troppo mediocre ne troppo stravagante, i capelli ribelli sono stati tirati indietro, e per un momento rivedo lo stesso Harry di una volta.

"Buonasera," abbozzo un sorriso, "tu, uh... il nero ti dona."

Harry si lascia andare ad una risata, "anche a te."

La musica cambia, e una melodia lenta inizia a suonare. Lancio uno sguardo a Harry, che arrossisce leggermente. Non conviene per noi esporci così tanto, due uomini insieme creerebbe solo scandalo. Così sorrido, prendo la mano di Harry e lo trascino giù per le scale, attraversiamo i corridoi della villa finché non siamo in giardino. Fa freddo, l'aria sembra quasi pizzicare le mie guance, ma non importa in questo momento.

"Balli con me?"

E dopo pochi secondi e tra le mie braccia, non si sente bene la musica, il vento si è alzato, le mani mi si sono congelate, ma lui è tra le mie braccia, e tutto è a posto di nuovo.
Morirà, manca poco, e morirà.
Lo stringo un po' più forte.

"Mi ricordo di questo posto," sussurra.

E il suo sussurro si perde nel vento.

N/A
indovinate chi è tornata :)

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