14 Febbraio, 1840

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Harry's Pov.

"Non mi sembra corretto nei confronti di Louis, papà." ribadì, non staccando i miei occhi da quelli di mio padre.

Lui sospirò, mandando giù un altro sorso generoso di Gin, "Harold, ascolta-".

Mi alzai dal divano in pelle di scatto "mi chiamo Harry, non Harold. E non ho intenzione di mentire a Louis solo per aumentare le vendite di una stupida rivista.".

Mio padre imitò il mio movimento e mi puntò un dito al petto, "non osare mai più rivolgerti a tuo padre con questi toni" esclamò "se dico una cosa, tu la farai senza dire 'no', 'ma' e 'e se?'. Ti è chiaro?".

Non risposi, aspettando che continui il discorso.

Posò il bicchiere sul tavolino in legno, prese la bottiglia e l'avvicinò alle labbra. Dopo essersi scolato un quarto di bottiglia, mi rivolse uno sguardo di sfida.

"Tu diventerai amico di Tomlinson, fallo pure innamorare, non mi interessa. Scoprirai i suoi segreti e verrai a dirli a me, che tu lo voglia o meno" si avvicinò a me, così tanto che riuscì a sentire il suo fiato "fallo per la nostra famiglia, Harry." disse, sorridendo in modo maligno.

"Hai il fiato che puzza di alcol" lo guardai schifato "non provare ad immischiare la nostra famiglia, lo fai solo per te stesso. E mai e poi mai farei una cosa del genere a Louis.".

Il suo sorriso divenne ancora più cattivo, "ti piace, non è così?".
Sentii le guance diventare calde. "Oh, si che ti piace. Cosa succederebbe se lo sapesse tua madre? Che disgusto che proverà sapendo che suo figlio, sangue del suo sangue, è un peccato davanti a Dio.".

Gli occhi mi si inumidirono, "io non sono un peccato" sussurrai.

Rise "oh, non è quello che penserà tua madre" disse "e l'intera città.".

Mi dissi che non dovevo piangere davanti a lui, che non meritava di vedere le mie lacrime. Mai gli avrei dato questa soddisfazione.

Eppure qualcosa dentro di me si spezzò.

"Cosa fai, Harold? Stai piangendo?" chiese, con un ghigno stampato in faccia, poi si incupì. Nemmeno il tempo di sbattere le palpebre che mi ritrovai il segno rosso di una mano sulla guancia. "I veri uomini non piangono.".

Cercai di ricacciare le lacrime "I veri uomini non tradiscono la moglie, non bevono fino a diventare deficienti. Tu non sarai mai un uomo" sputai con rabbia "sei solo un mostro.".

Uscì dalla stanza quasi correndo, sbattendo la porta con forza. Mi fermai davanti ad una cameriera, che sembrò preoccuparsi.

Non le diedi il tempo di parlare "Devo andare in un posto, dica ai miei genitori che sono in biblioteca." Lei annuì.

Mi affrettai ad uscire di casa portando con me un libro che dovrei ridare in biblioteca.

Mentre correvo, sentivo le lacrime minacciare di scendere, ma cercai di trattenerle.

"Manca poco, Harry" mi dissi.

E mancava veramente poco, dopo dieci minuti mi ritrovai davanti una villa un po' più grande di casa mia.

"Posso aiutarla?", un uomo intento a tagliare l'erba mi squadrò da dietro il cancello.

Cercai di prendere fiato "si, uhm, vorrei vedere Lou.".

L'uomo sembrò confuso, arrossì.

"Vorrei vedere il signor Tomlinson" mi corressi velocemente "per favore.".

"Temo di non poterla aiutare. Il signor Tomlinson non accetta visite.".

Sbuffai "vi prego".

L'uomo si innervosì. "Le ho detto-".

"Signor Styles?" un altro uomo, stavolta vestito in giacca e cravatta, interruppe il giardiniere e mi si avvicinò, "lo sa che non può venire di giorno, se la gente scopre che siete amico di Louis..." sussurrò in modo impercettibile "si scatenerà un putiferio.".

"Lo so" ribadì "ma ho urgenza di vederlo, è importante.".

Il maggiordomo di Louis ci pensò qualche minuto, poi si arrese e aprì il cancello.

Mi condusse attraverso un corridoio ricco di quadri e fotografie della famiglia Tomlinson, che io, nonostante sia stato ospite di Louis diverse volte, non ho mai visto.

Ci fermammo davanti una porta di legno, mi fece cenno di farmi indietro e bussò.

"Avanti.".

"Avete visite, signore.".

"Non deve entrare nessuno, Michael, lo sai bene." disse "mandali via.".

"È Harry, signore. Ha urgenza di vedervi.".

Capì che Louis si alzò dalla scrivania e lo sentì quasi correre fino alla porta, poi lo vidi. Indossava dei vestiti per stare in casa, i capelli spettinati e delle occhiaie pronunciate.

Appena mi vide si preoccupò, "entra, Harry." si rivolse a Michael "puoi andare".

Chiuse la porta e mi guardò, a metà tra il preoccupato e l'arrabbiato. "Lo sai che non puoi venire di giorno. A piedi, per giunta. Dimmi, Harry, ma cosa ti salta in mente?".

Lo guardai mordendomi il labbro, per poi scoppiare a piangere.

Louis si affrettò a stringermi, facendomi appoggiare al suo petto.

"Mi dispiace, non volevo alzare la voce.". Sussurrò, passandomi una mano sulla schiena.

Scossi la testa "non è colpa tua" mi sfuggì un singhiozzo "mi dispiace, Lou, non voglio metterti nei guai, mi dispiace" ripetei tra i singhiozzi.

Louis mi tolse il cappotto e mi fece sedere sul divano dello studio. "Cosa succede?".

Alzai il viso, facendo incontrare il mio verde nel suo blu. "Mio padre mi ha minacciato.".

Mi strinse la mano "cosa ha detto?".

Abbassai lo sguardo "ha detto che avrebbe fatto sapere a tutta la città che sono un peccato, che mia madre sarebbe stata schifata da me... Mi sono sentito sbagliato.".

Avvolse un braccio attorno alla mia vita "perché?".

Non alzai lo sguardo "mi sono innamorato." sussurrai.

Mi strinse a se "non credo che possa essere considerato un peccato." sussurrò.

"Non quando la persona di cui sei innamorato è un uomo.".

Mi aspettai degli insulti, altre minacce, un "vai all'inferno". Invece mi fece alzare lo sguardo e mi sorrise dolcemente.

"L'amore non è un peccato, Harry" disse a bassa voce, "non lo sarà mai. Non importa se ami un uomo o una donna, rimarrai sempre Harry, un ragazzo che mette gli altri prima di se stesso, un ragazzo dolce, buffo e speciale" fece una pausa "perché ti ha minacciato?".

Allentai la presa ma lui mi strinse ancora di più.

"Non volevo fare una cosa.".

"Puoi dirmelo, lo sai.".

Mi morsi il labbro "voleva che diventassi un tuo amico stretto, che scoprissi delle cose così lui avrebbe potuto minacciarti e tu avresti fatto quello che avrebbe voluto lui. Ma io non voglio, Lou, non lo farei mai.".

Non ebbi il coraggio di guardarlo "non dovrei nemmeno essere qui" mi alzai e feci per prendere il cappotto, ma Louis mi fermò.

Lo interruppi prima che potesse parlare "non possiamo più vederci, non voglio che ti succeda qualcosa.".

"Ma io voglio vederti." ribadì.

Scossi la testa "potrebbe succederti qualcosa e io non posso permetterlo.".

Sospirò "Harry, calmati.".

Lo guardai con le lacrime agli occhi "perché ti fidi di me?".

Quegli occhi blu sembravano volermi entrare dentro, non abbassò mai lo sguardo e la presa sulle mie mani si fece più forte.

"Perché mi sono innamorato di te.".

Immortal [l.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora