12 Dicembre, 1870

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Non era proprio così che doveva andare.

La mia mente aveva elaborato un piano perfetto: portarlo in giro per i corridoi, fargli vedere un po' i quadri, parlare con lui e lasciare qualche indizio per fargli ricordare di me.

E andò tutto storto.

Dopo la nostra conversazione, si è chiuso a riccio, quasi rifiutandosi di rispondere alle domande più semplici, e un'ora dopo se n'è andato.

"È inutile crogiolarsi nel fallimento, Tommo, ha bisogno di tempo, non sappiamo costa sta succedendo nella sua testa" mi ha detto Hazel appena Harry ha varcato la soglia di casa.

Dopo mi sono messo a pensare, e ho realizzato che tutto questo non ha niente di normale.
Harry Styles vivo, dopo averlo visto morire, dopo trent'anni, senza ricordi, ma vivo.
Cosa mi sta a significare?

Ed è per questo che sono chiuso da tre ore nella biblioteca di famiglia.

Poggio con non molta delicatezza l'ennesimo libro sulla pila di volumi già letti, ancora a mani vuote, senza nessuna informazione o riferimento.

Mi sistemo meglio sulla sedia in legno, sbuffando sonoramente.
Hazel, davanti a me, si gusta una tazza di cioccolata calda con in mano un libro uscito da poco, di cui sinceramente non mi interessa, ma che lei continua a commentare in adorazione.

"Hai provato con 'incantesimi e magia oscura?" chiede Hazel, rompendo il silenzio.

"La magia non esiste, Hazel".

La riccia alza lo sguardo dalle pagine del suo amato libro, guardandomi con un sopracciglio alzato.

Decido di ignorarla e di alzarmi, stiracchiandomi la schiena e dirigendomi verso un altro scaffale.

"Con tutte le stranezze della nostra famiglia, perché diavolo non ci sono libri o manuali delle istruzioni, tipo? sarebbe così comodo".

"Prova con il libro in alto a sinistra, scaffale tre, corsia F" sussurra lei, chiudendo il suo libro e guardandomi in attesa.

Dopo qualche minuto di confusione, decido di ascoltarla, e in pochi secondi il libro è tra le mie mani.
È un volume di circa cinquecento pagine, con una copertina rossa rilegata a mano raffigurante una fenice con le ali spiegate, con sotto il nome "Tomlinson" scritto in piccolo e con lettere dorate.

Guardo Hazel con la bocca spalancata "come-".

Lei mi interrompe, facendo un gesto rotatorio con la mano, per poi indicarmi la sedia "è una lunga storia, ma tu hai tempo e sei un rompi scatole, quindi è il mio compito roccontartela." abbozza un sorriso, prende un sorso di cioccolata e allontana la tazza vuota verso il lato destro del tavolo.
"Molti anni fa, circa duecento o forse più, mia madre scrisse e fece rilegare il libro che hai tra le mani, volendo aiutare le persone della famiglia che si sarebbero trovate, in futuro, nella sua stessa situazione" mentre parlava, giocava con l'anello d'argento che aveva sull'indice della mano destra: una rosa.

"Lei aveva conosciuto un uomo, un mortale, e se ne era innamorata perdutamente, era pazza per lui.
Ma non poteva funzionare, si sapeva."
Fa una pausa, forse per scegliere le parole più adatte per spiegarsi meglio.

"C'è una cosa che non sai, Louis, così come non la sapeva tua madre, o come il resto della nostra famiglia.
La famiglia Tomlinson è stata maledetta millenni fa, da una donna dall'aspetto discutibile, che fu rifiutata da uno dei nostri avi;
La donna, che poi si scoprì essere una strega, lo maledisse, ma era una maledizione che sembrava quasi un dono: gli offrì l'immortalità.
L'uomo l'accettò senza pensarci due volte, non pensando che dietro ogni cosa bella, vi si nasconde una brutta.
Lei allora scagliò il maleficio: ogni suo erede sarebbe stato immortale, nessuna eccezione, ma sarebbe stato estremamente difficile, se non impossibile, trovare l'amore."

Rimango a guardarla con la bocca spalancata, ero completamente allo scuro di questa storia, mia madre, così come mio padre, non me ne avevano mai parlato, e forse probabilmente non lo sapevano nemmeno loro.

"Avrebbero dovuto rincorrere l'anima gemella, correre, correre, fino a perdere fiato e arrendersi.
Una volta trovato un compagno, o una compagna, il maleficio si spezza automaticamente"

La interrompo velocemente, alzandomi e girando nervosamente per la biblioteca.
"Aspetta, mi stai dicendo che c'è un modo per morire? per abbandonare l'immortalità?".

La vedo annuire, mentre sfoglia con delicatezza le pagine del vecchio libro, quasi con la paura di farle diventare polvere.

"È un enorme cliché da fiaba per bambini, ma si, l'amore annulla il maleficio." sorride "ma non è così facile".

Mi fermo, guardando i suoi occhi color miele "che vuoi dire?".

Sospira, alzandosi in piedi e prendendo un altro libro dallo scaffale: 'Jane Eyre'.

"La maggior parte di noi trovano l'amore, abbandonano l'immortalità e muoiono alla stessa età del coniuge, fine, liscio come l'olio.
Beh, no: devi essere davvero innamorato, per poterne uscire.
E forse, quello che provi per Harry, è amore puro, sai, come quello che provava mia madre per mio padre".

Fissa i suoi occhi nei miei, i suoi lucidi, i miei spalancati.

"Dopo un anno passato insieme, lei credeva che finalmente fosse libera, avrebbero dovuto sposarsi in meno di un mese, stava andando tutto bene."

Si lascia scappare una risata, che sospetto voglia usare per nascondere la voce tremante.

"Mio padre morì inaspettatamente due settimane prima del matrimonio.
Mia madre era devastata, in primo luogo e soprattutto per la perdita dell'uomo che amava, in secondo luogo, perché voleva dire che non era ancora finita."

Riprende il libro rosso tra le mani e posa il libro di Charlotte Brontë, aprendolo a pagina 300.

"Lui comparì dopo trent'anni, senza ricordi e senza la minima idea di chi fosse quella donna che una volta tanto amava".

Sento le gambe cedere, e prima di cadere a terra, mi siedo lentamente sulla sedia da cui sono seduto da ore, alla ricerca di informazioni che Hazel ha sempre avuto.

"Lei era sbalordita, scioccata, usa il termine che preferisci.
In sintesi: lei riuscì a fargli recuperare la memoria dopo nemmeno un mese, e andava di nuovo tutto bene.
Ma lui morì di nuovo, e rispuntò trent'anni dopo.
E la cosa si ripete per cinque volte."

Rimango a fissarla, con gli occhi spalancati e la mano che trema.

"Perché?" chiedo con un filo di voce "perché a tutti gli altri no, e a me e tua madre si?"

Lei prende posto davanti a me, accarezzando distrattamente le pagine del libro.
"Perché l'amore che provate tu e Harry, o che provavano mia madre e mio padre, è un amore che nessuno scrittore riuscirebbe a raccontare, a descrivere.
Quello che provi per il riccio con le fossette, va oltre l'immaginabile, quindi la maledizione vuole renderti difficile la vita, proprio come ha fatto con i tuoi genitori."

"Questo vuol dire che..."

"Che Harry morirà ancora, e ancora, per altre quattro volte, e che tu dovrai rincorrerlo".

"Perché non me l'hai detto subito? Appena è arrivato Harry?"

"Credevo che avessi dovuto scoprirlo da solo, poi ho pensato che mia madre ha scritto questo libro apposta per chi si sarebbe trovato in questa situazione in futuro, tu avevi il diritto di sapere e da solo non ci saresti mai arrivato".

Ignoro l'ultima parte e fisso lo sguardo su un punto della biblioteca, cercando di realizzare.

Hazel sorride maliziosa "detto questo: Natale arriva tra poco, invitiamo Harry?".

angolo autrice

tan tan taaan
mi sa che Louis questo non se l'aspettava.
spero che il capitolo vi sia piaciuto, buona domenica e tpwk 💛
-sof🌻

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