Harry's POV
Da quando ho memoria, ho sempre avuto il presentimento che mancasse qualche tassello nella mia vita.
La notte vedo immagini che sembrano far parte della mia vita, ma che io non ricordo.
Mi vedo con quest'uomo strano, bellissimo, sento dentro me che lo conosco meglio di chiunque altro, ma quando mi sveglio non ricordo nulla di lui.Qualche giorno fa è entrato lo stesso uomo nel bar dove lavoro. Lo stesso che sogno ogni notte, gli stessi occhi azzurri.
Appena lo vidi mi passarono per la mente immagini che io non ricordo di aver vissuto, ma che so mi appartengono.
E questa cosa mi sta facendo uscire pazzo, chi è questa persona? cosa c'entra con me?
Spengo tutte le luci del bar e chiudo le porte, lasciando che l'aria gelida di novembre mi circondi.
Mi soffermai qualche minuto ad osservare il cielo. Sono le due di notte e le strade sono illuminate dalla luce fioca dei lampioni che stanno spegnendo.
Sospirai e misi le mani in tasca, cercando di riscaldarle.
Non avevo sonno, le dieci ore di lavoro non mi avevano stancato.
Sono stanco, però.
Stanco di non conoscermi.Mi incamminai per le vie buie godendomi il freddo e il silenzio della notte.
Certe volte mi sembra di essermi completamente estraneo. Non so chi sono, non conosco chi avrebbe dovuto crescermi.
Sono solo un ammasso di carne che ragiona e respira, il resto lo faccio in automatico.In lontananza, sento della musica e delle risate, più che normale, visto che è sabato.
Dei leggeri fiocchi di neve iniziarono a ricoprire il cielo, finendomi nei capelli.
Sorrisi e mi scompigliai i ricci.Louis' POV
Fuori dalla finestra, il mondo sembra essersi fermato, eccetto per quei piccoli fiocchi di neve che piano piano andavano a ricoprire le strade, andando a creare un quadro invernale capace di mozzare il fiato.
La tazza che tengo tra le mani è calda, ma non mi curo del fatto che mi facciano male le mani.
Sono le due di mattina, un'ora fa circa mi sono svegliato per, come al solito, un brutto sogno.
Sono sceso in cucina per farmi un te. Te nero, come piace a me.Poggiai la testa al muro senza distogliere lo sguardo dalla strada ricoperta dalla neve.
In questi giorni non so cosa sento: sembro quasi una macchina, senza coscienza o sentimenti, con il solo obbiettivo di lavorare.Ho un bisogno morboso di capire, di tornare in me;
Il quadro invernale viene spezzato da una sagoma, che si siede su una delle panchine sotto i lampioni.
Posai la tazza sul tavolo dello studio e mi avvicinai alla finestra, riconoscendo una testa riccia.
Rimane fermo a fissare la strada, scompigliandosi a tratti i capelli.Lo guardai per dieci minuti, i ricordi mi si accatastavano in testa e mi sentii perso e indeciso sul cosa fare.
Avevo bisogno di risposte.
Infilai in fretta e furia il cappotto, le scarpe e un paio di guanti per poi scendere le scale con passo felpato per non svegliare mia cugina.
Presi le chiavi di casa e del cancello, e uscii di casa.Mi fermai appena fuori dal cancello, Harry era ancora lì, ma adesso il suo sguardo era puntato su di me.
Si alzò e rimase in piedi, aspettando che gli vada incontro.
Non ci pensai due volte e lo raggiunsi, posizionandomi esattamente davanti a lui.
Ci guardammo per un bel po' di tempo.
Era proprio lui, Harry Styles, le sue labbra rosee, le guance leggermente rosse, i suoi occhi verde smeraldo.
Mi guardava come se mi conoscesse.
Avevamo entrambi gli occhi lucidi."Ciao" dissi, dopo interminabili minuti di silenzio.
Il suo labbro tremò.
"Io non so chi tu sia" sussurrò "eppure sei l'unico che conosco davvero".
"Ti ricordi di me?" chiesi, un briciolo di speranza cominciò a formarsi nel petto.
Si morse il labbro "no".
E subito, quella piccola briciola, venne spazzata via.
"Hai detto di conoscermi" ribadii.
"Ed è vero, ti conosco, riconosco i tuoi occhi, riconosco la tua voce. Ma..." fece una pausa "Io so di non averti mai visto in vita mia".
Calò il silenzio, mi fissai i piedi incapace di ribattere.
"Louis William Tomlinson" sussurrai "il mio nome è Louis William Tomlinson" lo guardai, i suoi occhi erano spalancati "tu mi chiamavi-".
"Lou" mi interruppe.
Lo guardai sorridendo con le lacrime agli occhi "si, Lou".
Ricambiò lo sguardo, lo vedevo tremare, ma non per il freddo.
"Cosa eri per me, Louis? Perché sei così importante?".
Mandai giù il groppo che mi si era formato in gola.
"Credo che tu debba scoprirlo da solo" risposi.
Cercò di fermare un singhiozzo "ci sto provando, giuro che ci sto provando. Da anni".
"Cosa intendi?".
Chiuse gli occhi "sogno ogni notte degli episodi di una vita che non è la mia. Vedo quest'uomo, ogni santa notte, mi guarda con degli occhi blu cielo e mi sorride.
E io lo chiamo Lou" mi guardò "sei tu il mio Lou?".Ed eccole qua, le lacrime, mie vecchie amiche.
"Io..." mi fermai, era mio dovere dirglielo?
Si asciugò le lacrime "forse è meglio che io vada a casa" sussurrò, mi sorrise appena "spero che tu non mi abbia preso per un pazzo".
Scossi la testa "certo che no, Harry, so cosa stai passando".
"Allora perché non mi aiuti?" chiese con tono stanco.
Sospirai "credo che dovremmo aiutarci a vicenda" sorrisi e gli persi la mano "Io sono Louis William Tomlinson, tu chi sei?".
Mi sorrise, stringendomi la mano "Harry Edward Styles".
N.A
welà, finalmente ho aggiornato dopo un casino di tempo.
non sapevo cosa scrivere e sono entrata in panico.
grazie a tutti voi che continuate a leggere e salvare immortal anche se faccio schifo con i tempi.
questo capitolo è sicuramente uno dei migliori che io abbia mai scritto.
buona serata a tutti e tpwk!🌻
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Immortal [l.s]
FanfictionLouis Tomlinson è un ricco direttore di un'importante giornale londinese, nessuno dei dipendenti ha mai visto il suo volto o tanto meno ne conosce il nome. Tomlinson nasconde un segreto, una vita molto più longeva delle normali aspettative. Mai una...