5 Novembre, 1870

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Louis' Pov

Essere immortale è un dono, ma priva anche di cose essenziali di cui non si può fare a meno.

Una relazione, ad esempio.
Non parlo per forza di una relazione sentimentale, ma anche di amicizia.

Io non ho amici, e non lo dico per far impietosire la gente, ma perché è la verità. Muoiono tutti prima o poi, che sia per un incidente, per vecchiaia, per malattia o, anche, per mano di qualcun altro.

L'unico mio raggio di felicità è stato completamente oscurato da una nuvola nera, carica di odio, egoismo, cattiveria e alcol più di trent'anni fa.

Ricordo perfettamente quel giorno, come ricordo perfettamente il corpo del mio ragazzo -posso chiamarlo così?- a terra privo di vita.

"Siamo arrivati." annuncia Michael "ma non credo che sia il caso di-" mi alzai e mi diressi alla porta, non badando alle sue parole.

Una donna vestita di bianco aprì, guardandomi con un'espressione confusa.

"Si?".

"Sto cercando Harry Styles, sono un suo fidato amico. Ho urgenza di vederlo".

La donna sembrò seccata "certo, entri pure.".

Mi fiondai dentro, cercando Harry.

Sentii Michael chiamarmi ma non ci feci caso.

Entrai in diverse stanze, trovando diverse inservienti occupate a fare le pulizie, ma nessuna traccia del riccio.

Persi le speranze, guardai Michael con la tacita richiesta di tornare a casa.

Poi un urlo ci fece gelare il sangue nelle vene.

Rabbrividisco ancora al solo pensiero di tornare a quella notte, ma credo che sia una cosa più che normale.

Ho passato i successivi mesi al letto con la febbre e un cuore a pezzi.

"Idiota" mi ripetevo "hai sempre saputo che non avresti dovuto innamorarti.".
Eppure, si sa, al cuor non si comanda.

Riposi dei documenti firmati e sigillati in una busta di carta, per poi chiuderla con cura.

"Sempre preso dal lavoro eh?".

Alzai lo sguardo per incontrare quello di mia cugina, vedendola appoggiata alla porta.

Mi strinsi nelle spalle "si fa per vivere".

La vidi alzare gli occhi al cielo prima di riportare lo sguardo sui documenti.

Mia cugina Hazel ha la mia stessa maledizione, se così vogliamo chiamarla. È venuta a Londra dopo aver saputo del mio stato di salute, ed ha deciso di restare.

"Sei ricco sfondato, figurati".

Ridacchiai. "Parli tu? Lavori in un bar pur sapendo che potresti comprare l'intero edificio".

La sentì sbuffare "almeno ho qualcosa da fare. Anzi, un mio collega non è davvero niente male. simpatico, affascinante e tutto quello che una donna possa mai desiderare, ma...".

La guardai con un sopracciglio alzato "ma?".

"Credo che sia gay".

Scoppiai a ridere. "Per te sono tutti gay".

Lei mi si avvicinò, così che la potessi guardare negli occhi.

Hazel è una donna fuori dall'ordinario. Tiene i capelli corti, cosa che alla società odierna non va a genio, lavora a tempo pieno e, cosa che credo faccia solo per protesta, usa i pantaloni.
Non li mette per uscire, ma per stare comoda a casa.

"Con te ci ho azzeccato" obiettò.

Scossi la testa "sei impossibile".

Fece ondeggiare i suoi ricci con un sorriso fiero "lo so".
Poi si illumina, come se si fosse ricordata qualcosa "domani c'è un'altra protesta, non ci sono per pranzo".

Oh, mi sono dimenticato, una volta al mese, insieme e quasi tutte le donne londinesi, protesta in strada con cartelli e fasce per poter ottenere i diritti di cui le donne non possono usufruire.

Ammiro molto mia cugina, anche se ha fisse strane e modi di fare bizzarri.

Annuii "va bene, ma stai attenta".

Mi fece l'occhiolino, prese una penna e scarabocchiò qualcosa "questo è l'indirizzo del bar dove lavoro, ogni tanto facci un salto. Il venerdì offriamo un drink a scelta, da non perdere" mi sorrise "e poi, quel cameriere lavora li tutti i giorni, non fartelo scappare".

Sospirai "Hazel, lo sai cosa ne penso delle relazioni. Dopo l'ultima volta non sono in vena di conoscere gente".

Lei sbuffò "Sono passati tanti anni, Lou, non puoi rimuginare sul passato" si siede su una delle poltrone attorno alla scrivania "poi non sto parlando per forza di un legame sentimentale, anche solo un'amicizia o, che ne so, una cosa da una botta e via".

Tossì, completamente in imbarazzo "Hazel...".

"Cosa c'è? Ti farebbe bene del sano sesso. Sembri il verginello del paese, sempre in mezzo a carte inutili e faccende per secchioni" mi indica "quando è stata l'ultima volta che hai fatto sesso?".

Arrossì "quando c'era Harry".

Spalancò gli occhi "cavolo, cugino, ci sono cresciute le ragnatele".

"Hazel!" esclamai, facendo scappare una risata.

Si alzò, avvicinandomi il biglietto con l'indirizzo "ricorda che il venerdì c'è il drink gratis" e uscì dalla stanza.

N.A

salve lettori!
scusate il ritardo ma avevo perso completamente la voglia di scrivere e le idee.
ma ora sono qui, proverò ad aggiornare più spesso.
have a nice day and treat people with kindness ☀️

Immortal [l.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora