Prologo

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Prologo.


«Ehi, Win, scommetto quello che vuoi che non riesci a battermi, stavolta!» rise allegramente Autumn, portando con sé una scatola di freccette e tutta la sua determinazione a vincere.

Levando il capo dal libro che stava consultando, il gemello sollevò uno scuro sopracciglio e scrutò il fratello con aria derisoria, replicando: «Autumn, quando mai mi hai battuto, a freccette?»

«Potrebbe essere la volta buona... dai, accontentami! Quei rompipalle saranno qui tra un'ora, e allora sarà finita la pacchia» ghignò l'altro, dandogli una pacca affettuosa sul braccio nel passargli accanto.

«Sai che il Guardiano dell'Aria può sentirti, se parli così. Non hai ancora il pieno controllo sui tuoi doni, per poterti permettere di fare lo sbruffone» gli ricordò Winter levandosi suo malgrado dalla poltrona dov'era seduto a studiare.

Autumn fece spallucce, accigliandosi in viso al solo sentir nominare il suo mentore prima di borbottare: «Non fosse stato per la zia, non avremmo neppure dovuto preoccuparci di badare alle parole o ai gesti. Se avesse compreso meglio le sue visioni, avrebbe visto ciò che sarebbe successo a mamma e papà, e noi non ci saremmo dovuti sorbire questo strazio. Tu, soprattutto.»

Winter scrollò le spalle impotente, ben sapendo quanto Autumn fosse in rotta di collisione perenne con zia Brigidh. Sorella minore di Anthony, il loro amatissimo e compianto padre, Brigidh era nata col dono della Veggenza.

Ella non era però neppure lontanamente potente quanto le Vestali di cui poteva contare la loro nonna paterna, la dispotica Shayna.

Essendo scappata in tenera età dall'Irlanda con Anthony e Camille, Brigidh non aveva potuto seguire il training obbligatorio previsto per le Veggenti del loro Clan. Quando aveva scoperto di esserlo, infatti, aveva già messo piede nel Nuovo Continente, ove non esistevano Vestali della Tessitrice che potessero insegnarle le basi della Veggenza.

Camille, la loro adorabile madre e cognata di Brigidh, aveva cercato di esserle utile in ogni modo, ma le sue conoscenze si erano rivelate molto inferiori rispetto a quelle delle sacerdotesse della dea.

Questo, Winter lo sapeva bene, lo aveva sempre saputo e, anche se a suo tempo aveva odiato la zia per la sua scelta di avvisare i nonni, ora le era riconoscente e non pensava più che il suo fosse stato un errore.

Senza quella decisione controversa, nessuno di loro sarebbe sopravvissuto al risveglio dei Doni e, anche se accettare l'aiuto dei Guardiani aveva significato firmare quel maledetto accordo vincolante, Win ne era stato suo malgrado contento.

Non aveva desiderato morire, schiacciato dal suo stesso potere devastante, così come non aveva voluto la morte per le sue sorelle e suo fratello.

Kimmy, inoltre, era ormai persa per sempre, visto ciò che si era imposto di fare per salvare tutti loro, quindi una donna sarebbe valsa come un'altra. Sperava soltanto che la scelta della nonna fosse stata oculata.

Avrebbe conservato nel cuore l'amore per la sua anima gemella e avrebbe tentato di ottenere il meglio per sé, sperando di poterlo fare anche per la donna scelta per lui.

Non dubitava che, tanto lui era infastidito e preoccupato dalla cosa, quanto lo potesse essere la ragazza designata a sposarlo.

Non era così arrogante da trovarsi irresistibile, o appetibile al punto tale di passare sopra a ogni cosa, anche se sapeva bene che sposare i Guardiani portava ricchezza e altro, alla famiglia dei Prescelti.

Strong as a Storm - Volume 4 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora