Capitolo 5

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N.d.A.: visto che vi ho lasciato all'asciutto per due settimane, posterò tre capitoli, oggi... mi raccomando di non saltare subito al sesto, o potreste perdervi particolari molto importanti e scene, secondo me, davvero carine da leggere. ;-)


5.


Pancake, sciroppo d'acero e burro d'arachidi erano ben sistemati sul piccolo tavolo della cucina quando, stordito e stanco, Autumn fece il suo ingresso traballante.

Ai fornelli, Melody stava facendo scaldare un bricco di acqua – probabilmente, per un tè – e, sulla macchina del caffè, una brocca di liquido scuro e fumante lo stava già aspettando.

Scrutando tutt'intorno con aria confusa, il profumo naturale della pelle della giovane che, come una droga, avvolgeva tutta la stanza assieme agli aromi della colazione, Autumn mugugnò: «Cos'è successo?»

«Buongiorno» disse soltanto lei, sorridendogli.

Lui si sedette sulla sedia in legno scuro dopo aver recuperato la caraffa del caffè per servirsene un po'. Anzi, più che un po'.

Presi poi un paio di pancake, li affogò nello sciroppo d'acero e mormorò: «Buongiorno a te. Come mai hai fatto la colazione?»

«Mi andava.»

Melody scrollò le spalle e, nel versare l'acqua bollente nella sua tazza – dove galleggiava una bustina di tè all'arancia – aggiunse: «Mi sono svegliata con l'ispirazione.»

Storm stava divorando la sua colazione in un angolo, tutto contento di avere le sue crocchette preferite e una ciotola piena d'acqua con cui dissetarsi.

Melody aveva pensato anche a quello.

«Beh, grazie» borbottò lui, trovando quei pancake maledettamente buoni.

Lei si limitò a sorridere nel sedersi e, afferrata che ebbe la forchetta, la affondò nei pancake inumiditi di sciroppo.

Restarono in silenzio per alcuni istanti, godendosi la quiete della casa e di quella mattina domenicale.

Non c'era nulla a disturbare quella calma misurata, eppure Autumn si sentiva a disagio, e ne conosceva anche i motivi.

Vederla, la notte scorsa, ignara di ciò che lui stava facendo e così vulnerabile di fronte ai suoi occhi duri e freddi, lo aveva fatto star male.

Non era stato corretto, da parte sua, comportarsi in maniera così gelida di fronte a una sua domanda più che lecita.

Chiunque, al suo posto, avrebbe chiesto spiegazioni nel trovare un uomo mezzo nudo, nel bel mezzo della casa, intento a pregare al centro di un pentacolo intagliato nel pavimento.

Non importava che fosse a casa sua, e perciò in pieno diritto di avere i suoi vizi e le sue manie; lei era un'ospite, e gli ospiti si onoravano, non si trattavano a pesci in faccia.

Anche se ponevano domande scomode, di cui si voleva parlare ben poco.

Si scolò quindi la tazza di caffè prima di tossicchiare imbarazzato, non sapendo bene da dove cominciare per chiedere scusa o, comunque, per spiegare i motivi della sua ritrosia.

«Vorrei scusarmi.»

«E per cosa?» gli domandò lei, sinceramente sorpresa.

«Per stanotte. Meritavi molto più di un'occhiataccia» precisò l'uomo, lanciandole un'occhiata da sotto le lunghe ciglia scure.

Strong as a Storm - Volume 4 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora