Capitolo 3

398 28 10
                                    


3.


Se gli sguardi avessero potuto uccidere, il suo avrebbe già mandato al tappeto Robin da tempo ma, a quanto pareva, ciò che gli aveva detto Melody corrispondeva a verità.

Sua madre non soltanto minacciava, ma sapeva farlo dannatamente bene, se era riuscita a mettere sotto le scarpe un omone come Robin Emerson.

Certo, andava anche detto che l'amico era un Pan di Spagna, ma non aveva mai realmente pensato che una donna – una sorella! – avrebbe potuto ridurlo a un omino tremante e contrito.

Eppure, quando aveva nominato la faccenda della madre di Melody, Robin si era fatto piccolo piccolo – per quanto potesse farlo lui, ovviamente – ed era diventato dei colori dell'arcobaleno. Il rimorso e il panico si erano ben mescolati, sul suo viso spiacente, e Autumn non aveva avuto il coraggio di infierire su un uomo già così duramente provato dalle maniere della sorella.

Ovviamente, se pensava a Summer, poteva anche credere che esistessero sorelle così dispotiche, ma non aveva idea che ne esistessero di altrettanto minacciose.

Pur ammettendo il suo errore in materia, non intendeva comunque farla passare liscia all'amico.

«Sarebbe stato carino se mi avessi avvertito prima, che si trattava di tua nipote» precisò quindi Autumn, tirando una lattina di birra a Robin dopo aver depredato il suo piccolo frigo bar da ufficio.

Robin la intercettò senza problemi e ghignò divertito, strappando la linguetta per poi gettarla nel cestino lì accanto.

«Non sarebbe stato altrettanto divertente vedere la tua faccia incazzata» chiosò Robin, ingollando un po' di liquido fresco e frizzante.

«Ti incazzerai tu, per ultimo, credimi. Lei viene a dormire da me, stanotte, e anche per le altre notti a seguire» lo mise al corrente Autumn, sorseggiando la sua birra con aria serafica.

Robin sputacchiò la sua, lanciò un'imprecazione degna di un bordello cinese e lo fissò accigliato per diversi secondi, indeciso su cosa dire, o fare.

«Che diavolo ti è venuto in mente di...»

Non riuscì a terminare di parlare. Era troppo sconvolto.

«Dimmi quali opzioni le rimanevano, oltre a tornarsene a casa senza la possibilità di partecipare?» replicò Autumn facendo spallucce. «Tu non vuoi ospitarla perché hai paura delle ire di tua sorella, cosa per cui ti prenderò in giro per il resto dei tuoi giorni...»

Il sogghigno di Autumn si fece lampante, e Robin borbottò disgustato, non potendo però replicare più di quel tanto.

«Non ti facevo così fifone, tra l'altro» rincarò la dose il Guardiano dell'Aria, appoggiandosi alla sua scrivania con aria solo apparentemente innocente.

L'amico, per contro, sollevò il dito medio e Autumn, scoppiando a ridere, glielo restituì per diretta conseguenza.

«Dai, Rob, non fare il guastafeste! Sapevi che ti avrei fatto girare le palle, dopo uno scherzo del genere» sogghignò Autumn, poggiando la sua birra sulla scrivania.

Tornato serio dopo alcuni attimi, comunque aggiunse: «Pensaci bene, e poi dimmi se avevo opzioni valide oltre a questa, da offrirle. Lucas non può di sicuro ospitarla, perché abita con la madre, che ha un'idiosincrasia spaventosa, nei confronti delle amiche del figlio. Nelson e Jordie non sono da meno, e vivono in miniappartamenti meno grandi del mio garage. Da Wyatt, infine, non la manderei mai, visto il suo amore per le ragazze.»

Strong as a Storm - Volume 4 "The Power of the Four"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora