7.
Sdraiato sul suo consunto carrello sotto-auto – un tempo rosso fuoco, ora molto meno – Autumn si accigliò non appena avvertì il profumo di gardenia di Melody farsi largo nel garage.
Ormai, quell'aroma delicato invadeva tutta la casa ma, se fosse stato solo un problema di flaconcini o creme, li avrebbe fatti sparire alla svelta.
Il guaio era un altro. Quello era il profumo naturale della sua pelle e, come Guardiano dell'Aria, a lui non potevano sfuggire certi aromi.
Deliziosi come quello, poi, era praticamente impossibile.
Che ci faceva, comunque, in garage?
Solitamente, era sempre impegnata a far risplendere la casa, neanche si fosse messa in competizione con lui per il premio di "Miglior Casalinga dell'Anno".
Diversamente, passava il tempo incollata al radar doppler, con cacciaviti e saldatore tra le mani, occhiali protettivi sul viso e sguardo deciso, oppure ricontrollava i dati delle isobare sul computer con attenzione maniacale.
Era una strana inquilina, a ben vedere.
Coabitavano per la loro missione pro-tesi di laurea da più di un mese – marzo era appena iniziato – e, mentre la stagione dei tornado si avvicinava a grandi passi, l'ansia di Melody sembrava crescere alla stessa velocità.
Che fosse così desiderosa di trovarsi faccia a faccia con un mostro di tal portata?
Possibile, visto quanto le piacevano gli sport estremi, e quanto ci stava dando dentro con gli studi e il lavoro con il gruppo di cacciatori di tornado. Persino con Wyatt era giunta a un tacito accordo, dopo la sfuriata di alcuni giorni addietro, ed erano tornati a lavorare fianco a fianco senza più problemi.
Più di una volta, l'aveva trovata addormentata sopra i libri, o con gli occhi così pesti da sembrare uno zombie.
Non poteva dire niente, su di lei. Era davvero una stacanovista.
A ogni buon conto, le chiese per pura e genuina cortesia: «Hai bisogno di qualcosa, Mel?»
I suoi passi si interruppero sul cemento liscio della rimessa e lei, trattenuto per un istante il fiato, lo espulse lentamente, esalando una sconcertata imprecazione.
«Come hai fatto a sentirmi?! Stavo camminando in punta di piedi!»
Autumn sorrise tra sé – non avrebbe potuto giungergli alle spalle di sorpresa neanche volando – e, con una leggera spinta delle mani, sbucò da sotto l'Alfa Romeo e la fissò dal basso verso l'alto.
«Non me la si fa così facilmente. Ho l'orecchio fino, io.»
«Ho notato.»
Accigliata, si guardò attorno, tornò a scrutarlo con i suoi inquietanti occhi grigio ghiaccio e infine si accucciò, le braccia strette sullo stomaco in una posa difensiva.
Appariva stranamente vulnerabile, lei che di solito era tutta sorrisi, battute e congetture su un mondo utopistico, dove tutte le persone erano felici e spensierate.
Quel particolare fece aggrottare la fronte di Autumn che, dubbioso, le domandò: «Qualcosa non va? Non ti senti bene?»
Lei scosse il capo recisamente, serrando un istante quegli occhi indagatori prima di riaprirli, spalancarli a forza e infine dire: «Vorrei darti una mano.»
«Come?»
Quella domanda gli sgorgò dalla bocca con una tale sorpresa che riuscì a far sorridere Melody, ora impegnata a non ridergli in faccia.

STAI LEGGENDO
Strong as a Storm - Volume 4 "The Power of the Four"
Paranormale(Categoria Contenuti: Yellow Flag) Autumn Hamilton, Guardiano dell'Aria e fratello ribelle del clan guidato dal serioso Winter, vive ormai stabilmente a Tulsa, la patria dei Tornado. A guida di un gruppo di Cacciatori di Tornado, studia il sistema p...