AVVISO PREVENTIVO: ragazzi da qui si scende, vi avverto che sarà sempre più pesante; valutate bene la vostra sensibilità
Eren ha diciannove anni e lavora in un gay pub di Trost, a giusto una decina di metri dall'Accademia che ha tutta l'intenzione di frequentare. Non gli piace per niente quel lavoro, a partire dalla paga misera al proprietario più viscido e opportunista che abbia mai incontrato; e se a Eren non servisse quel lavoro, probabilmente lo avrebbe già mandato al diavolo.
Dentro di sé non lo vuole ammettere che ha scelto di rimanere per ascoltare le storie di quegli sopradici studenti che si fermano la mattina a fare colazione, per sentirli parlare dei loro progetti, lamentarsi degli insegnanti, del carico di lavoro, del non avere abbastanza tempo per dedicarsi ai loro hobby. Ed Eren li capisce, eppure darebbe ogni secondo del suo tempo libero per poter studiare in quell'Accademia ed essere seduto assieme a loro in quelle aule; ma per come sta andando la sua vita in quei mesi, forse fra dieci anni potrà finalmente sperare di permettersi la costosissima retta senza strisciare da suo padre in cerca di aiuto.
È in quel pub che lo incontra.
La prima cosa che pensa, quando lo vede varcare la soglia con un trench color fumo e l'aria da broker di Wall Street, è che a quanto pare uno dei tredici nani dello Hobbit deve aver deciso che con i draghi è meglio non avere a che fare e quindi ha cambiato lavoro.
La seconda cosa che pensa, quando si avvicina per prendere l'ordine, è che persino quello schianto di Thorin – e Richard Armitage è l'unico motivo che l'ha tenuto sveglio durante la visione della peggior trasposizione mai realizzata dell'opera di Tolkien – impallidirebbe davanti all'uomo che si è appena seduto a quello scomodo tavolino di legno: la sua pelle pallidissima sembra brillare sotto le lampadine bianche del locale in contrasto con quei capelli color petrolio rasati sulla nuca, che gli ricadono come una cortina di seta sulla fronte mentre estrae le sue cose da una Montbalnc lucida in pelle nera – che probabilmente vale più del suo stipendio; il corpo piccolo e scultoreo è racchiuso da un completo da sartoria grigio antracite plissettato a sottili righe nere, che unito alla sua forte acqua di colonia al bergamotto e limoni gli dona un aura di raffinatezza che non stonerebbe alla corte nobiliare di Luigi XIV. Si chiede come faccia a non sciogliersi sotto l'afa di luglio, acuita dallo smog e dalle strade claustrofobiche di Trost, i cui grattacieli sembrano elevarsi nel cielo oltre la vista e perdersi tra le nubi sporadiche e l'azzurro limpido di quelle giornate.
Quelle mani dalle dita sottili si muovono freneticamente su un MacBook nero, eleganti e sensuali, salendo ogni tanto a sistemare un paio di lenti da lettura, ovviamente costose e ovviamente con una montatura squadrata di un lucido nero petrolio; per un attimo Eren si chiede se sia il suo colore preferito o se l'altro lo scelga solo per sembrare ancora più professionale ed elegante. Sembra così fuori luogo in quel pub sgangherato e di bassa qualità, come una sorta di divinità che si diverte a mescolarsi con i mortali.
E forse si sofferma a guardarlo davvero per troppo, perché quell'uomo alza lo sguardo su di lui con una tale irritazione in volto da fargli scendere solo brividi lungo la schiena.
"Oi, dannato moccioso! Hai intenzione di prendere il mio ordine o hai solo deciso di fare la siesta davanti a questo tavolo...lurido...e come diamine pulite questo posto, con lo sterco di facocero? Dio che schifo. Non oso immaginare i cessi di questo buco in che condizioni siano "
La terza cosa che pensa, è che quel nano ha un caratteraccio non da poco ma che due occhi così lui non li ha mai visti, grigi come un cielo autunnale o come, meno poeticamente parlando, la spirale di fumo che sale dalla punta della Chesterfield tenuta tra quelle labbra sottili e invitanti; quegli occhi sono cangianti di riflessi quasi derivassero dalla cristallizzazione dell'acqua che si arrotola e si piega nella struttura disordinata del manto ghiacciato che ricopre le montagne. E si ritrova a chiedersi come un semplice sguardo riesca a fargli sentire freddo e caldo contemporaneamente.
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Butterfly
Fanfiction!! ✨ Classificata nella "Long list" degli Italian Academy Awards ✨!! "Si chiede spesso cosa sia Eren, quale definizione sia possibile dare a quel nome, a quel corpo, a quell'anima. Eren è un uomo, un uomo che è anche una donna. Eren è un tramonto in...