⦆ 5. ⦅
—
«E come hai fatto con la tua malattia? C'era qualcuno che ti affiancava?» Mi chiede una ragazza di cui non so il nome. L'osservo: Porta i capelli neri raccolti in uno chignon basso, gli occhi marroni e le labbra molto screpolate.
«Beh, sì, ho avuto due infermiere che si alternavano tra i viaggi. Mi sono state accanto fin dall'inizio e tutto ciò è stato grazie all'agenzia dei desideri.»
«Wow, che bello avere non una bensì due infermiere che si occupano di te, magari l'avessi io.» Noto una punta di sarcasmo nella sua voce e io non so come rispondere quindi rimango zitta.
Mi guardo intorno e mi accorgo che Simon mima un No alla ragazza senza nome scuotendo la testa e dalla disinvoltura degli altri nel cambiare discorso capisco che lei abbia sempre quell'atteggiamento.
E devo dire che a me non piace.
«Bene, Diana, grazie per la tua presentazione, qualcun altro vuole presentarsi per farsi conoscere dalla nuova arrivata?» Chiede Anita guardandosi intorno con gli occhi neri da cerbiatto.
«Io!» Esordisce una ragazzina con la mano alzata. Si mette in piedi e inizia il suo monologo: «Mi chiamo Belle, come la protagonista de "La Bella e La Bestia", e in effetti siamo così simili io e lei... Perché? Perché lei viene intrappolata in un castello, io in un ospedale, lei vive con una bestia, io con il cancro, che è una bestia anche lui, alla fine. E piace anche a me cantare, di solito viene mia sorella qui e ci invita a farlo, però oggi non è potuta venire» Dice l'ultima frase con aria triste e malinconica, abbassa la testa guardandosi le scarpe consumate. Scommetto che stia per mettersi a piangere. Oh no. Una lacrima scivola giù la sua guancia sinistra ma l'asciuga subito, mostrando un sorriso ampio.
Diamine, lo riconosco quel sorriso. È quello di una che vuole mostrarsi forte, ma che dentro si sgretola in mille pezzi.
«Beh, non fa niente, mi ha promesso che domani mi farà visita! Cosa stavo dicendo?... Ah, sì: ho dodici anni e mi è stato diagnosticato il cancro due anni fa. Non ti parlo di quanto sono stata male, non conviene a nessuno di noi. Quindi, ti parlo di altro: Sono nata a Chicago e come penso tutti, sono qui perché in quest'ospedale ci sono dei medici all'avanguardia. Sono qua dentro solo da un anno e mi ci trovo bene, le cure stanno andando pressoché bene devo dire. Spero che anche tu, Diana, ti adatti e che come me, possa tu considerarla come una seconda casa questa.» Dice e si siede, mi lancia un ulteriore sorriso e si lega i capelli scuri in una coda alta.
Beh, come prima casa, casomai.
Faccio finta di nulla e ricambio il sorriso appena incrocio il suo sguardo.
«Beh, grazie piccola chiacchierona. Però, adesso parlo io.» Dice Simon prima di alzarsi.
«Allora, mi chiamo Simon Foley, ho diciannove anni e sono un ex giocatore di football, già, non si direbbe vero, Diana?» Mi chiede facendomi l'occhiolino e io scuoto la testa, roteando gli occhi al cielo.
STAI LEGGENDO
Two of us.
Romance"i'll be living one life for the two of us". Diana Gilbert è una ragazza affetta da fibrosi cistica e gliel'hanno scoperta quand'aveva sei anni, una vita intera passata in ospedali diversi, in città diverse, con amicizie diverse e con volti diversi...