"devo girare ora?" chiese il moro mentre guidava. Aveva chiesto ad Oikawa di indicargli la strada siccome lui non sapeva dove abitasse, ma il ragazzo dagli occhi nocciola si era dimostrato incapace anche in quello
"no" rispose Oikawa scuotendo la testa e allungando il collo nel tentativo di leggere i nomi delle vie sui cartelli. La luce del sole, che piano scendeva nascondendosi tra gli alti palazzi, si rifletteva sul metallo chiaro e rendeva difficoltoso leggere i nomi delle vie.
"e adesso?"
"mmh, non mi pare"
"come sarebbe a dire non mi pare? ..." il moro sbuffò "...sai almeno dove abiti? Il nome della via?"
"se lo leggo lo dovrei riconoscere" rispose Oikawa assottigliando lo sguardo in direzione di un cartello
"COOOOSA?" l'urlo di Iwaizumi obbligò l'altro ragazzo a tapparsi le orecchie.
"ehi Iwachan, non urlare che mi distrai"
"pure?"
Oikawa sbuffò e sgranò gli occhi nel vedere un locale a lui familiare. Un piccolo pub dalla scritta rovinata e le decorazioni in legno dipinte di verde scuro, era solito fermarsi lì dopo giornate particolarmente stancanti o stressanti e si trovava ben oltre la via di casa sua.
"oh no" disse piano per paura di scatenare l'ira del moro
"oh no cosa?" Iwaizumi stringeva sempre di più il volante per la frustrazione, le nocche quasi bianche e i denti stretti. Fosse stato per lui, avrebbe inchiodato e lasciato il posto guida, ma ciò avrebbe solo significato che al suo posto avrebbe guidato Oikawa e non c'era paura più grande.
"ehm, abbiamo sbagliato. Dovevi svoltare tre vie fa"
"abbiamo? Plurale?"
"sei tu che hai voluto a tutti i costi guidare"
"se fossi stato tu alla guida, a quest'ora avevamo preso sette semafori rossi, diciotto sensi unici e forse qualche vecchietta che attraversava la strada"
"ma saremmo arrivati a casa"
"sì, in un'urna"
Finalmente arrivarono sotto casa dell'ex capitano, il palazzo sembrava vecchio, di quelli in pietra con dentro l'ascensore in legno e la panchetta pieghevole. Quel genere di edifici affascinava Oikawa, che aveva scelto l'appartamento per l'aspetto esterno della costruzione. Salirono di qualche piano, evitarono l'ascensore, che, seppur si intonava alla perfezione con il palazzo, aveva un aspetto leggermente inquietante, finché Oikawa non si fermò di fronte a una porta di legno chiaro. Ci mise un po', ma poi trovò le chiavi giuste e riuscì ad aprire la porta.
"non fare caso al casino" disse guardando di sfuggita il moro
Iwaizumi fece un paio di passi verso l'interno e sgranò gli occhi
"e come faccio a non farci caso?" chiese guardandosi intorno. Il pavimento era coperto da magliette, pantaloni e felpe, probabilmente usati e lasciati a terra e sul tavolo in sala c'erano quaderni e libri aperti, con penne e matite sparsi.
Iwaizumi cercò di arrivare al divano senza calpestare nulla. Sembrava quasi stesse guadando un fiume passando su dei sassi ben distanti tra di loro. Finalmente arrivò al divano e, nel vedere le condizioni anche di quel mobile, sospirò e roteò gli occhi. Scansò i vestiti da un cuscino all'altro e qualcosa di avvolto tra le magliette cadde a terra con un tonfo. Il moro si chinò e raccolse ciò che si era liberato dal groviglio di vestiti.
Si sedette e osservò quello che sembrava essere un vecchio album. Sulla copertina rigida c'era scritto NOI, VOI E TE, la grafia era morbida, fluida, vedendola poteva immaginare benissimo la mano dell'amico scorrere e lasciare tratti leggeri e precisi, come se, invece di scrivere, stesse seguendo con un pennello i contorni di un petalo di un fiore.
STAI LEGGENDO
After that?
FanfictionTratto dal testo: Quando si ritrovò anche lui in boxer, inclinò la testa e attese una risposta di resa da parte dell'altro. Hajime era certo che non si sarebbe mai spogliato del tutto, non in cucina, ma soprattutto non di fronte a lui. Incrociò le b...