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Arrivarono davanti alla porta di casa e si fermarono osservandola. Rimasero fermi un istante per poi voltarsi l'uno verso l'altro.

"hai le chiavi?" chiesero all'unisono, per poi sgranare gli occhi e rendersi conto di esser rimasti chiusi fuori casa.

"come faccio ad avere le chiavi? È casa tua"

"ma anche tua adesso"

"non mi hai dato il secondo mazzo di chiavi"

"sì"

"no"

"sì, ne sono quasi certo"

"beh, se anche lo avessi fatto è lì dentro insieme alle tue" concluse Oikawa indicando la porta inesorabilmente chiusa e impossibile da aprire. Si guardarono mentre l'ex capitano riabbassava il braccio e scoppiarono a ridere. Fu una risata leggera, colma di pura gioia, di quelle che rilassano e che fanno quasi lacrimare gli occhi.

Tutta la tensione di poco prima scomparve in un battito di ciglia, solo loro due erano capaci di litigare e un minuto dopo scompisciarsi dalle risate insieme.

Si sedettero sul pianerottolo, ai lati della porta bloccata, e aspettarono il fabbro che potesse riaprirgli l'appartamento. In quel momento Hajime decise che voleva sapere chi fosse il ragazzo che aveva urlato al telefono. Di norma non era uno molto curioso, ma con il passare del tempo aveva cominciato a scoprire il divertimento nel ficcanasare nelle vite altrui essendo stufo della propria. Sapeva che da vecchio sarebbe diventato uno di quei signori, con capelli grigi e pelle secca, affacciato al balcone a guardare i propri vicini di casa, come se fossero attori della sua serie tv preferita.

Ma in quel momento il suo non era farsi gli affari altrui, lui, più che esser curioso, sentiva il bisogno di sapere, voleva esser a conoscenza di ciò che turbava il suo amico, riteneva giusto conoscere la persona che aveva causato i cambiamenti d'umore di Oikawa.

"allora..." si girò a guardare Oikawa e notò il naso leggermente arrossato che si piegava delicatamente in su, come gli piacevano quei particolari delicati del viso di quel ragazzo "...chi era?"

Tooru sospirò e accompagnò quello sbuffo d'aria con un movimento in avanti della testa, che fece ondeggiare i capelli, facendo incantare per un istante il moro, seduto poco distante.

"lui..." Oikawa si voltò verso Hajime e cercò di decifrarne l'espressione, sembrava curioso, impaziente di sapere, ma anche intimorito da quale potesse essere la risposta "...lui è il mio ex ragazzo" disse tutto d'un fiato, come se dirlo velocemente, senza respirare, potesse attutire ciò che aveva appena rivelato.

"ah" fu la risposta del moro, che all'improvviso aveva chinato la testa, puntando i propri occhi sulle mani intrecciate davanti a sé.

"che è quel ah?" chiese leggermente seccato, ma con una nota scherzosa, Oikawa, avvicinandosi al moro. Poggiò una mano sul pavimento, percependone il freddo, e si sporse verso quella figura robusta, piegata appena su se stessa. Avrebbe voluto seguire il profilo della mandibola con la punta del dito, ma si trattenne. Anche se quella mandibola serrata, che teneva i denti stretti, lo stava proprio invitando a sfiorarla.

"niente, solo ah"

"ehh? I tuoi ah, non sono mai solo ah. Gli ah di Iwachan hanno ben altro significato, ben diverso dagli ah altrui"

"ma che hai detto? Quante volte hai ripetuto la sillaba ah?"

"tutte le volte che voglio. Ah, vedi sono libero di usarla anche io. Ah, come ti suona? Ah"

"non venire a dire a me ah, io sono l'unico che può ahare a te"

"ah"

"ah"

After that?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora