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Stare seduto sul divano, semplicemente a parlare con il suo amico d'infanzia, era una cosa che lo rendeva felice. Iwaizumi non avrebbe chiesto altro, se non esser sempre al fianco di quel ragazzo dagli occhi nocciola. Lui in qualche modo aveva scoperto quanto fosse importante e l'aveva scoperto solo dopo averlo perso dopo il diploma.

Ma non si capacitava di come fosse stato possibile per lui non rendersene conto prima.

Sorrise ad una battuta di Oikawa e osservò l'espressione tornata serena sul volto dell'ex capitano, ma non aveva cancellato dalla mente quell'improvviso cambio d'umore che Tooru aveva avuto al ristorante. Cosa aveva causato tristezza nella mente dell'ex capitano?

Lo vide alzarsi dal divano e dirigersi verso il bagno, osservò i movimenti fluidi che accompagnavano quel corpo fin troppo perfetto. Lui ne era consapevole, nonostante non avesse mai provato nulla più di un'amicizia per quel ragazzo, lui sapeva quanto fosse affascinante e quanto risultasse bello agli occhi di tutti. Anche ai suoi, pure se lui non l'avrebbe mai ammesso.

La sua mente venne riportata alla realtà da un cellulare che suonava poco distante. Sbatté un paio di volte le palpebre per far sparire l'immagine di Oikawa stampata sul retro delle palpebre e cominciò a cercare la fonte di quel suono leggermente fastidioso. Quando individuò il cellulare di Tooru illuminarsi sul tavolino davanti al divano, sbuffò e lo prese.

"ehi Bakakawa il tuo cellul..." si dovette fermare quando lesse il nome sullo schermo, non ci cascare, era un modo strano per salvare il numero di qualcuno. Nel salone tornò la figura longilinea dell'ex alzatore e gli occhi nocciola lo scrutarono finché non caddero sullo smartphone che stringeva tra le dita, leggermente rovinate da anni di pallavolo e allenamenti.

"che ci fai con il mio cellulare in mano?" chiese Oikawa con un tono leggermente più severo di quanto si immaginasse Hajime

"sta squil..." lanciò uno sguardo allo schermo che nel frattempo era tornato nero e privo di ogni luminosità "...stava squillando"

Oikawa si avvicinò al divano con falcate veloci e strappò dalla mano di Iwaizumi il cellulare e lo sbloccò con mano leggermente tremante. Hajime osservò l'espressione sul volto di Tooru cambiare e passare da leggermente arrabbiata a sconvolta. Con un movimento secco lanciò il cellulare sul divano e si lasciò cadere con un tonfo su quest'ultimo.

"che succ..."

"nulla Iwachan, sono solo stanco" si portò le mani al volto e vi immerse quell'espressione che piano mutava verso la disperazione. Iwaizumi si avvicinò rimanendo seduto sul divano e posò una mano sulla spalla dell'altro. Lo sentì muoversi piano sotto il suo tocco, ma non sottrarsi a quella leggera carezza.

"stanco di cosa?"

"di tutto?" fu più una domanda quella di Oikawa piuttosto che una risposta e Hajime sentì i muscoli irrigidirsi sotto il tocco del suo palmo

"vuoi parlarne?"

Oikawa scosse la testa in negazione e sembrò trattenere un singhiozzo. Possibile che se la stesse passando così male?

"non posso parlarne con te, non ci vediamo da anni e probabilmente non ti interessa"

Hajime fece caso alle dita dell'altro ragazzo che piano si aggrappavano alle ciocche castano chiaro e cercavano un qualcosa di stabile in quel crollo improvviso.

"perché dovrebbe non interessarmi? Oikawa sei mio amico, voglio poter fare qualcosa, ma, se non mi parli, come faccio ad aiutarti?"

Il ragazzo più alto, ma più esile, alzò il viso, che risultò rigato da lacrime fresche, e guardò negli occhi Hajime.

"in questi anni io m..." ciò che stava per dire Oikawa, Hajime, non lo seppe perché la sua frase venne interrotta dalla suoneria del cellulare, quello che era stato lanciato malamente sui cuscini del divano. Lo schermo luminoso mostrava di nuovo quello strano nome

Non ci cascare

Iwaizumi dopo aver lanciato uno sguardo allo schermo del cellulare, tornò a guardare Oikawa che però non ricambiava lo sguardo, ma osservava il cellulare, indeciso su cosa fare.

Tooru, dopo qualche secondo di esitazione, allungò il braccio e rispose alla chiamata. La seconda della giornata dallo stesso emittente.

"p-pronto" la voce insicura fece provare una sensazione strana ad Hajime, a livello dello stomaco. Non gli piaceva vederlo così insicuro e così provato da qualche tipo di emozione o sentimento di cui lui non era a conoscenza.

"sì..." Oikawa lanciò un'occhiata a uno scatolone che si era portato dal proprio appartamento, ma non l'aveva aperto e svuotato, lo scotch era ben attaccato e su un lato c'era una scritta nera, fatta probabilmente con un pennarello indelebile, che faceva spiccare una singola parola LUI, scritta con calligrafia netta e spigolosa, ma con l'inconfondibile leggiadria di Oikawa "... ce l'ho io" sospirò chiudendo gli occhi e Hajime notò il labbro inferiore tremare. Avrebbe voluto poter fermare quel movimento incontrollato di quel lembo di pelle del ragazzo al suo fianco, ma rimase immobile, attendendo un qualsiasi segno da parte dell'altro che gli permettesse di avvicinarsi ulteriormente. Quel segno non arrivò e, con grande delusione del moro, Oikawa si alzò dal divano e cominciò a camminare per il salone, aumentando la distanza tra loro due.

Hajime sapeva che Tooru era una di quelle persone incapace di stare fermo quando parlava al telefono. Di quelli che disegnano cerchi sul pavimento e consumano intere suole delle scarpe durante una chiamata. Ma si sentì pervadere da un brivido di freddo nel momento in cui Oikawa si allontanò da lui per cominciare quella sua strana danza del telefono.

Il moro osservò con sguardo assottigliato l'altro ragazzo che annuiva e con qualche verso sommesso rispondeva all'interlocutore dall'altro lato del cellulare. Non lo aveva mai visto in quel modo, così accondiscendente, ma nello stesso tempo anche afflitto.

Voleva aiutarlo, ma non aveva idea di come. Si alzò e cominciò a seguire quei movimenti regolari di Oikawa finché quest'ultimo non si girò nella sua direzione e lo guardò alzando un sopracciglio. Hajime si fermò all'istante e comunicò con il labiale.

"ti serve una mano?"

Tooru non ebbe difficoltà a comprendere quel messaggio silenzioso, infondo avevano passato una vita intera l'uno a fianco dell'altro, che parlare tramite labiale per loro era come l'urlare delle altre persone.

Si sentì una voce alta e furiosa provenire dal cellulare che Oikawa stringeva con forza, ma che avrebbe tanto voluto lanciare dalla finestra. Iwaizumi lanciò uno sguardo a quell'oggetto freddo e allungò una mano per sottrarlo dalla presa dell'ex capitano.

"scusa stiamo entrando in una galleria, addio" disse rapido a chiunque stesse urlando dall'altra parte del telefono e riattaccò, con ancora lo sguardo incredulo di Oikawa che lo fissava.

"Iwachan, ma che fai?"

"mi sembravi in difficoltà"

"non ti ho chiesto di aiutarmi" Tooru sembrava alterato e forse lo era. Senza forse, era decisamente arrabbiato, sia per la chiamata sia per il comportamento del suo amico, che non si era mosso da di fronte a lui.

"chi era?" Hajime non si scompose, sapeva che con quel ragazzo avrebbe dovuto insistere un po' per farsi dire qualcosa che teneva nascosto.

"non sono affari tuoi"

"ti ha sconvolto il solo leggere il suo nome sullo schermo. O meglio il non ci cascare" il moro fece il segno delle virgolette piegando nell'aria le dita e quel gesto fece stringere gli occhi di Oikawa in due fessure, talmente strette che il moro aveva il dubbio potesse vederlo tra le palpebre strette.

"smettila" disse secco l'ex capitano

"di fare cosa?"

"di fingere che ti importi qualcosa"



Chi era secondo voi la persona al telefono?

Se la storia vi sta piacendo fatemelo sapere con un commento o una stellina!

Buon proseguimento di lettura e buon tuffo nelle emozioni^^

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