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[...]

Ridevano tra una forchettata e l'altra, stavano rivivendo il momento in cui Oikawa, con nonchalance, aveva svuotato la pentola addosso alla strega. In qualche modo Hajime provava stima nei confronti di quel suo amico ritrovato, ma anche terrore per una qualche maledizione lanciata dalla signora del piano di sopra.

"da quando mangi insalata, Bakakawa?" chiese il moro osservando le foglie verde chiaro intervallate dal rosso dei pomodori e dal bianco del formaggio. Le foglie, tagliate con precisione quasi maniacale, scricchiolavano ogni volta che i denti della forchetta le infilzavano. L'olio, con cui l'ex capitano l'aveva condita, era pochissimo e colava giù lungo le venature più chiare delle foglie.

"Da quando ci tengo alla mia linea" rispose il ragazzo lanciando un'occhiata al piatto, ben più invitante, del moro di fronte.

"ma stai benis..." Iwaizumi si interruppe subito prima di finire quella frase, sapeva che alimentare l'ego di Oikawa non era la cosa migliore da fare. Sin da quando erano bambini, gli unici complimenti che gli faceva erano legati alla pallavolo e mai all'aspetto fisico.

"staaavi dicendo?" sul volto dell'ex capitano si dipinse un'espressione mista tra il felice e il compiaciuto. Teneva la forchetta poggiata con le punte sul fondo del piatto e con il viso si era avvicinato verso quello di Hajime. Poteva vedere i segni del tempo su quella pelle ambrata, ma la cosa che più lo preoccupava erano le occhiaie, profonde mezzelune del colore delle prugne.

"n-nulla"

"ti ho sentito, Iwachan" un ghigno irrigidì i lineamenti, altrimenti morbidi, del viso di Oikawa.

Il moro si portò il bicchiere alla bocca e cominciò a bere ignorando volontariamente l'amico. Continuò a fingere di ingoiare anche una volta finita l'acqua all'interno del cristallo. Appena si accorse che Oikawa era tornato con l'attenzione sulla sua triste insalata, rimise sul tavolo il bicchiere e scrutò lo sguardo attento dell'ex capitano.

-qualcosa non mi convince. Mi stai nascondendo un segreto- pensò il moro inclinando la testa per osservare meglio gli zigomi leggermente arrossati dell'altro.

"non mi fissare, Iwachan" disse d'un tratto Oikawa senza alzare la testa dal proprio piatto, ormai quasi vuoto.

"com..."

"ti conosco, so che mi stai fissando"

Il moro sbuffò e allungò la mano oltre il tavolo. Prese il mento di Tooru e gli sollevò il viso. Finalmente poteva notare quel velo lucido che copriva le iridi nocciola e minacciava lacrime.

"che sono questi cambiamenti d'umore, Oikawa?" era curioso, ma soprattutto temeva di esserne la causa.

"nulla"

"a me puoi dirlo. C'entra il motivo per cui ci siamo allontanati?"

Tooru scosse la testa in negazione e cercò di sorridere, ma quel guizzo all'angolo della bocca sparì subito.

"riguarda qualcosa, o meglio qualcuno, al di fuori del nostro passato"

"chi?"

"non mi va di parlarne, Iwachan, per favore" ormai Oikawa faceva fatica a trattenere le lacrime e la voce tremò leggermente per lo sforzo.

Il moro si alzò dalla sedia, facendola indietreggiare appena con il retro delle ginocchia, e si diresse alla cassa per pagare il pranzo, sia la sua parte che quella di Oikawa.

"no Iwachan, fai pagare me. Tu mi hai dato un posto per vivere"

"lascia fare a me..." il moro si girò e trasformò il proprio sorriso in un ghigno "...tu pulisci il frigo" allungò la carta al cassiere e pagò il conto continuando ad osservare l'espressione schifata dell'amico.

[...]

Il supermercato aveva una temperatura più bassa dell'esterno e Oikawa rabbrividiva ogni volta che doveva prendere qualcosa dai frigo lunghi, contenenti i surgelati.

"Bakakawa, ho preso questo" la voce del moro lo fece voltare e notò che tra le mani teneva un barattolo di Nutella e un pacco di biscotti con gocce di cioccolato. Tooru allargò gli occhi, lo aveva mandato a scegliere il the, come era potuto tornare con quelle cose? Non gli aveva dato un compito tanto difficile.

"ti avevo chiesto di prendere una cosa" disse seccato puntando i propri occhi nocciola in quelli verde oliva dell'altro

"sì"

"il the"

"sì e non si beve il the senza i biscotti e i biscotti non si mangiano senza Nutella" spiegò il moro alzando prima i biscotti e poi il cioccolato spalmabile

"e il the dov'è?" chiese Oikawa mettendosi una mano sul fianco e inclinando la testa, assumendo un atteggiamento da maestro delle elementari che rimprovera un bambino che non ha studiato.

Iwaizumi si guardò prima una mano, nella quale teneva il pacco gonfio di biscotti, e poi l'altra. Tornò a guardare Tooru e allargò un sorriso alzando le spalle.

"ops" disse per poi posare nel carrello ciò che aveva preso e andare a cercare le bustine di the.

Il moro si trovava davanti allo scaffale dove decine di the differenti erano stati esposti alternando i colori e creando disegni astratti sugli scaffali del supermercato. Quei colori, così in contrasto con l'ambiente triste del supermercato, riuscivano a trasmettere tranquillità e una leggera felicità. Teneva una mano sotto il mento e con l'altra scorreva sui vari nomi scritti sulle scatoline di cartone. Finalmente si fermò, individuò una scatola gialla e l'afferrò. Quello era il the preferito di Oikawa, non se l'era dimenticato.

The alla fragranza di bergamotto, quel profumo, che nei pomeriggi invernali e autunnali, riempiva la camera di Oikawa. Hajime tornò con la mente a quel tempo, quando passava le giornate a casa di quel suo amico, certe volte per studiare, altre volte per escogitare nuovi attacchi da poter usare in partita e altre volte semplicemente per stare insieme e bearsi l'uno della presenza imparagonabile dell'altro.

[...]

Tooru si era munito di guanti, mascherina, per evitare di sentire la puzza, e sgrassatore. Era pronto per affrontare il frigo. Si sentiva come un personaggio di un videogioco pronto ad affrontare il nemico dell'ultimo livello, quello più pericoloso, che con un singolo colpo può toglierti tutti i punti vita ed eliminarti, facendoti ricominciare dal primo livello.

Ci mise un'ora, dopo la quale si rimise in piedi sentendo le ginocchia doloranti per il troppo tempo passato inginocchiato sul duro pavimento e si asciugò la fronte sudata con il dorso della mano, nella quale stringeva ancora lo sgrassatore, la sua personale arma, ormai finito.

Prese le buste della spesa per sistemare gli alimenti in quel frigo nuovo di zecca. L'insalata, le melanzane, i limoni, le zucchine e i pomodori nel cassetto, sul ripiano superiore dispose i formaggi e le olive verdi, sullo sportello mise in fila le bottiglie e in cima ripose le uova. Guardò soddisfatto il proprio lavoro e chiuse il frigo riportando l'attenzione alle buste della spesa in cui erano rimaste le cose che andavano nella dispensa.

Tirò fuori con uno sbuffo i biscotti e la Nutella e poi, quando trovò la scatola del the la osservò leggermente incredulo.

-se l'è ricordato. Si è ricordato del the che mi piace- sentì una morsa chiudersi intorno al cuore e posò la scatolina gialla accanto al barattolo di Nutella. Quelle piccole attenzioni lo lasciavano sempre senza parole. 




Ammetto che anche io sarei tornata con Nutella e biscotti eheh

Se la storia vi sta piacendo fatemelo sapere con un commento o una stellina!

Buon proseguimento di lettura e buon tuffo nelle emozioni^^

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