"di fingere che ti importi qualcosa"
Finalmente Oikawa riuscì a smuovere il moro dalla sua posizione tanto sicura. Lo vide vacillare e fare un passo indietro, allontanarsi appena da lui come a comprendere solo in quel momento la distanza di cinque anni passati separati. Era ciò che voleva, che si rendesse conto di cosa fosse cambiato, che non era rimasto tutto come quando erano al liceo, voleva che ricordasse, anche se il ricordo di quella notte era ancora lontano dalla mente del moro. Oikawa soffriva, ad ogni sguardo di Hajime, lui sentiva la morsa intorno al cuore stringersi e ricordargli quanto fossero distanti e differenti.
In quel momento, l'uno di fronte l'altro, l'uno più alto, ma più magro, l'uno sicuro di se stesso e l'altro incredibilmente preso alla sprovvista. In quel momento, Oikawa sentì il cuore fermarsi e urlare. Sì, il suo cuore aveva cominciato a urlare l'odio per quegli anni passati distante dal suo Iwachan, il cuore disperava per avere un contatto con quel ragazzo, ma rimaneva stabile nel petto di Oikawa e lo obbligava a boccheggiare per cercare di prendere più aria possibile in quel momento di instabilità. Perché sì, è vero che a vacillare era stato Hajime, ma chi più stava crollando in quel singolo istante era proprio lui, Oikawa Tooru.
Il moro vide la luce negli occhi nocciola svanire, lo vide come spegnersi. Qualcosa si era rotto dentro quel ragazzo e lui non sapeva cosa. Sentiva come l'impulso di accorciare le distanze e abbracciarlo, ricomporlo e farlo tornare tutto d'un pezzo, ma aveva la sensazione che non fosse possibile, non ancora. Aveva la netta sensazione che se avesse provato a ricomporlo si sarebbe reso conto che qualche pezzo si era perso per strada e quella era la sua paura più grande. Sarebbe mai tornato il suo vecchio Oikawa, il suo amico d'infanzia e la persona che aveva la capacità di farlo arrabbiare e sorridere nello stesso tempo? Che capacità assurda la sua.
"io non fingo"
"bugia" Tooru aveva iniziato a parlare a bassa voce, come per paura di far giungere la propria voce a quel moro di fronte a lui
"no, non è vero"
"E ALLORA DOV'ERI IN QUESTI CINQUE DANNATISSIMI ANNI? CINQUE CAZZO DI ANNI, IWAIZUMI" il sussurro si trasformò in un urlo spietato. Le parole vennero sputate con forza, con rabbia, ma non con odio, perché lui, Tooru, ex capitano dell'Aoba, non poteva odiare quel ragazzo che era stato il suo asso per talmente tanti anni, che non poteva nemmeno ricordare un tempo in cui non lo fosse stato.
"e tu?" chiese Hajime.
Quando si pone della distanza tra due persone, non è solo colpa di una, ma di entrambe. Perché se uno fa un passo nella direzione opposta, allora l'altro ragazzo può farne due nella sua stessa direzione e raggiungerlo di nuovo. Invece loro no, loro avevano iniziato a correre a perdifiato l'uno nella direzione opposta dell'altro e le loro strade non si erano più incrociate, non finché il destino o chi sa cosa li aveva fatti scontrare, letteralmente scontrare.
Solo dopo aver rivisto il viso dell'ex alzatore, Iwaizumi aveva scoperto di esser rimasto cieco per cinque lunghi anni. Ma la colpa, lui l'attribuiva ad entrambi. Mentre Oikawa non aveva avuto alternativa se non allontanarsi cinque anni prima, lui ricordava l'accaduto e sapeva perfettamente cosa fosse successo.
"io?" continuò con voce tremante Tooru. Si portò l'indice verso il proprio petto e si indicò lì dove batteva forte il cuore, che aveva cominciato ad urlare come un pazzo.
"nessuno dei due c'era" concluse Hajime che aveva smesso di vacillare e aveva fatto di nuovo un passo verso Oikawa. Aveva deciso che da quel momento in poi, tutti i suoi passi, che fossero veloci o lenti, decisi o vacillanti, che fossero parte di una camminata o solo un singolo movimento, sarebbero stati tutti nella stessa direzione, quella che lo avvicinava ad Oikawa, tutti nella direzione di quel suo amico trovato, perso e ritrovato.
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After that?
FanfictionTratto dal testo: Quando si ritrovò anche lui in boxer, inclinò la testa e attese una risposta di resa da parte dell'altro. Hajime era certo che non si sarebbe mai spogliato del tutto, non in cucina, ma soprattutto non di fronte a lui. Incrociò le b...