Quella sera a cena, Oikawa non smise un attimo di guardare infuriato Hajime, seduto di fronte a lui. L'aveva addirittura lasciato senza cena, obbligandolo a cucinarsi qualcosa da solo. Il risultato fu un piatto pieno di verdure ben condite e legumi di accompagnamento e un piatto con due spicchi di pizza, ancora mezzi congelati.
Hajime comunque preferiva la sua pizza fredda in confronto a verdure e legumi, ma la dieta di Oikawa ormai era quella, non solo stava attento alla linea, era addirittura diventato vegetariano. Cosa che Hajime non poteva accettare e quindi aveva continuato a mangiare carne, nonostante l'amico non gliela preparasse.
"smettila di guardarmi come se volessi uccidermi" il moro diede un altro morso al suo spicchio di pizza
"prima mi pitturi la faccia, poi entri in bagno mentre sono sotto la doccia e infine mi congeli..." Oikawa buttò fuori l'aria dal naso, il rumore degli sbuffi, che impetuosi venivano spinti dai polmoni fino fuori dal naso, raggiunsero le orecchie di Hajime che non riuscì a trattenere un sorriso.
"ti vergogni dal farti vedere nudo, Oikawa?"
"io no e tu?" l'ex capitano dell'Aoba lo guardò con sguardo di sfida, un sopracciglio alzato e un ghigno, che virava verso un sorriso malizioso, gli irrigidiva leggermente i lineamenti morbidi del viso. Si alzò senza distogliere il proprio sguardo dagli occhi verde oliva di Hajime e cominciò a sfilarsi la maglietta. Lentamente, come ad accentuare ogni movimento morbido del suo corpo. Le mani che afferravano il bordo in basso della maglietta, i primi addominali che iniziavano ad intravedersi, le braccia che piegandosi sempre di più andavano a scoprire sempre più pelle candida e muscoli ben definiti.
"cosa sta fac..."
"io non mi vergogno del mio corpo" arrivò con le mani a livello delle ascelle, il viso, con quell'espressione impassibile, venne coperto per un istante dal tessuto grigio della maglietta, mentre questa veniva sfilata dalla testa e poi veniva lanciata a terra, senza attenzione, senza preoccupazione da parte di Oikawa.
Fece un gesto con la testa per sfidare l'amico, per incitarlo a fare lo stesso o ammettere che tra i due, era lui a vergognarsi del proprio fisico. Ma Hajime non era certo uno che si tirava indietro, oh no, lui prendeva e accettava ogni genere di provocazione.
Il moro si mise in piedi, il tavolo in legno chiaro li separava, ma gli permetteva benissimo di vedere gli addominali e i pettorali chiari di Oikawa, era uno spettacolo a dir poco travolgente e ipnotizzante.
Si tolse la maglietta, non nel modo leggiadro con cui l'aveva fatto l'altro, no, lui aveva preso il bordo del tessuto e con foga si era sfilato l'indumento e l'aveva lanciato sopra quello di Tooru.
Guardò negli occhi l'amico leggermente più alto e fece lo stesso gesto con la testa che poco prima gli era stato rivolto.
Sfida, poteva significare solo quello. Stava invitando Oikawa a proseguire quello spogliarello. Lo provocava con quel suo sguardo chiaro, ma in quel momento il color nocciola dell'altro aveva una scintilla provocatoria ben più visibile e ardente.
Il ragazzo dagli occhi color nocciola alzò di poco il mento e sorrise soddisfatto, osservò da sotto le palpebre mezze abbassate l'espressione sul viso di Hajime, ci lesse perplessità, indecisione, ma anche impazienza e perseveranza.
Si mise le mani nelle tasche dei pantaloni della tuta, come a far credere all'altro che si stesse quasi rifiutando, ma poi con un movimento rapido li abbassò fino alle caviglie e poi, scalciando, li lanciò sopra le magliette.
Non servì fare segni all'altro, Hajime già aveva portato le mani ai fianchi e piano stava togliendo la tuta, un brivido lo percorse lungo la schiena, se fosse per l'improvviso freddo o per l'atmosfera che si stava creando in quella stanza lui non lo sapeva, ma qualcosa non gli dava la possibilità di distogliere l'attenzione da Oikawa in piedi di fronte a lui, in boxer e una smorfia divertita sul volto.

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After that?
أدب الهواةTratto dal testo: Quando si ritrovò anche lui in boxer, inclinò la testa e attese una risposta di resa da parte dell'altro. Hajime era certo che non si sarebbe mai spogliato del tutto, non in cucina, ma soprattutto non di fronte a lui. Incrociò le b...