Capitolo 3

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La sensazione di essere osservata non sparisce neanche quando ci accomodiamo al tavolo e ordiniamo la colazione, ma decido di passarci sopra e non fare caso alla presenza del diavolo che ci segue.
<Che hai fatto la scorsa notte> cerco di non far trasparire nessuna emozione, voglio che sia lei a dirmi quello che ha fatto.
<Nulla di che, abbiamo bevuto e ballato> il suo tono è insicuro, come se mi stesse nascondendo qualcosa.
<Lo sai perfettamente che so quando menti> il tono della mia voce esce fin troppo accusatorio e la vedo trasalire.
<Abbiamo cercato di contattare un demone, ma non ha funzionato, so che mi dici di non scherzare con queste cose, ma ero ubriaca e curiosa però non è successo nulla, scusami> spara le parole a raffica e leggo pentimento nei suoi occhi, appoggio la mano sulla sua e le sorrido.
<sei sicura di non aver visto uno spaventoso demone con le corna rosse e la coda?> lo dico scherzosamente prendendola in giro.
Lei alza gli occhi al cielo e addenta il cornetto al cioccolato che ha preso
<Sicurissima di non aver visto nulla> dice con la bocca ancora piena, non me ne sorprendo, un demone, soprattutto se molto potente, può decidere se mostrarsi a chi lo evoca o se non farlo e Lucifero è stato furbo, non si è mostrato a nessuno, ma solo a me.
Finiamo la colazione in silenzio e dopo aver pagato ci dirigiamo nell'aula di economia di base, ma appena entrate noto che tutte le ragazze hanno gli occhi fissi sulla lavagna o meglio, sul ragazzo di fronte alla lavagna che sta parlando con l'insegnante e pure l'insegnante ha la faccia di una che si toglierebbe le mutande se solo lui facesse un cenno.
Do un'occhiata veloce al ragazzo e con poco stupore noto che è Lucifero, tutte le ragazze nella stanza sono attratte da lui, pure Lola sembra incantata dalla sua presenza, ma non io, io conosco la sua vera natura e non riesco ad essere attrata da lui, mi accomodo vicino alla finestra pure oggi, mentre Lola si siede vicino a Jack, mi guardo intorno e noto che nell'aula ci sono solo due posti liberi, uno vicino a me e l'altro vicino a una ragazza scolacciata e vestita tutta aderente, i capelli rossi ciclo e le labbra esageratamente gonfie quasi a ricordare un gommone, per giunta questa ha pure appena fatto liberare il posto perché il nuovo ragazzo si sedesse vicino a lei e io glielo auguro.
<Attenzione ragazzi, questo è un nuovo studente si chiama Lucifero Scott> l'insegnate si rivolge agli studenti calcando sul suo nome. Nell'aula si alza un brusio.
<Ho un nome particolare lo so, mio padre ha dei gusti molto religiosi> ridacchia e mi guarda negli occhi.
A passo spedito si avvia verso di me snobbando completamente quella che credo si chiami Molly e si siede vicino a me sorridendo.
Le ore passano e Lucifero ha appoggiato la testa sul braccio dopo l'appello e sta ormai dormendo da circa due ore. Non riesco stare attenta e mi sono focalizzata sul suo respiro lento e regolare, mentre lo ascolto però mi si annebbia la vista, il mio cuore inizia a pompare più velocemente e la testa inizia a girarmi, chiudo gli occhi sperando che la situazione migliori, ma davanti ai miei occhi iniziano a mettersi a fuoco delle immagini; un letto, un uomo semi nudo coperto solo da un lenzuolo coi capelli raccolti in una cipolla disordinata, lo stesso respiro che mi culla e odore di sesso nell'aria, sono felice, leggera e mi sento in pace con me stessa.
<Lilith, Lilith, ci sei?> torno alla realtà quando Lucifero mi richiami, il mio respiro è pesante e irregolare, le mie mani sono sudate e i miei occhi pieni di lacrime.
Tutti si sono voltati a guardarmi mentre Lucifero mi accarezza una mano, tiro via la mia mano e lo guardo storto, avvicino il mio volto al suo orecchio <Non so cosa tu mi stia facendo vedere, ma devi smetterla, smettila di starmi vicino> dico queste parole sottovoce facendomi sentire solo da lui, poi mi alzo ed esco dall'aula senza dare spiegazioni a nessuno.
Questa scuola mi fa sentire chiusa in una scatola come se fossi intrappolata, corro verso il mio armadietto, lo apro e ci butto dentro lo zaino poi riprendo la mia corsa e mi dirigo verso lo spiazzo di verde che c'è dietro al campus, dopo questa corsetta non sono stanca, ho voglia di volare e libero le mie immense ali bianche.
Spicco il volo e la mia direzione è il prato di mezzo, è una distesa di verde chr collega sia il paradiso che l'inferno e da lì è più facile contattare gli angeli in quanto più vicino al paradiso, peccato possa essere raggiunto solo da angeli o demoni.
Dopo minuti infiniti di volo atterro in una radura, il sole brilla intensamente, l'erba è leggermente spostata dal venticello autunnale e ai confini del prato si ergono alti alberi rigogliosi.
Atterro prontamente, ma quando i miei piedi toccano il suolo vengo percossa da un brivido e la mia testa inizia a girare, serro gli occhi e mi ritrovo nuovamente in una visione; sono in questo prato con Michael e Lucifero, loro due stanno litigando, ma non sento le loro parole, vedo Michael colpire Lucifero con un'arma benedetta e la me della visione corre verso Lucifero e gli fa bere il suo sangue, questo è un grave sacrilegio da parte di un angelo, bessun demone può bere il nostro sangue per nessun motivo al mondo.
Mi risquoto da ciò che ho appena visto e la mia voglia di avere delle spiegazioni e più grande di prima.
<MICHAEL VIENI QUI> basta un solo urlo e nel cielo vedo un ragazzo sfrecciare verso di me.
<Lilith, cara Sorella, perché mi hai convocato> la sua voce è fin troppo melodiosa per essere quella di un ragazzo.
Conosco Michael da tutta la vita e ora voglio delle spiegazioni.
<Ho delle visioni Michael, delle visioni di me e Lucifero insieme> la mia vice si spezza e lacrime calde solcano il mio volto, Michael sembra sorpreso e sbianca leggermente.
<Non credere a ciò che vedi, ricordati che è il principe degli inganni> la sua voce è fin troppo dura mentre pronuncia questa frase.
<Vieni, dobbiamo parlare> apre le sue immense ali e mi chiede di fare lo stesso poi spicchiamo il volo verso la città d'argento.

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