Capitolo 5

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Entro nella mia stanza sbattendo la porta, quello stupido di un Diavolo, crede veramente che starò qui ad aspettarlo come se non avessi altro da fare?
Beh, in realtà non ho nulla di meglio da fare se non farlo cadere nella trappola degli angeli, devo fargli credere di avere il controllo su di me e di essere dalla sua parte.
Passano i minuti e le ore, ma di Lucifero ancora nessuna traccia, ma dico io: è così difficile nutrirsi di una umana, ci sta mettendo un sacco di tempo.
La mia coscienza mi schiafeggia e mi ricorda che è di Lola che stiamo parlando, ma da quando gli angeli mi hanno parlato del mio passato da stella del mattino non riesco a mettere lei di fronte ai miei doveri, io la amo, le darei la mia vita,  ma non si merita di avere la priorità sugli angeli, non posso concedergliela sono troppo devota al Sigore e al Paradiso.
I miei pensieri si spostano su ciò che mi ha detto Michael, Lucifero mi ha soggiogata, non riesco neanche a riordinare le frasi che mi  sono state dette dal consiglio che Lucifero entra come un fulmine nella mia stanza.
Il suo respiro è accelerato e i suoi capelli scompigliati, probabilmente a causa di Lola.
<Scusa, scusa per prima> appena entrato dalla porta sono queste le prime parole che sento.
<Come posso scusarti, stavi palpando la mia amica, come se ti fossi dimenticato di noi> cerco di sembrare triste  ma in fondo sono felice perché ora inizia la mia recita, la mia vendetta sull'uomo che voleva farmi perdere il mio posto in Paradiso.
<Lo so, ma sono il Diavolo, non dimenticare che non posso e non voglio essere buono e poi lo sai bere il sangue fa uscire la parte peggiore dei demoni> mi sembra pentito, ma non devo farmi ingannare, non posso farmi ingannare nuovamente.
<Io... ricordo la nostra storia> lo dico lentamente cercando di non far trasalire la menzogna che sto cercando di fargli credere.
Alle mie parole però,  i suoi occhi risplemdono per un secondo <Ti ricordi di noi mia adorata?> al contrario di prima sento delle emozioni nella sua voce, sento la speranza come se veramente provasse qualcosa per me.
<Non tutto, lo devo ammettere, ma ricordo il mio amore per te, ricordo che volevo abbandonare il Paradiso per te, e ancora lo voglio> alle mie parole i suoi occhi si illuminano e io sento di avere la vittoria in tasca, ci sta calcando.
<So che credi che io possa perdonarti, ma la verità è che mi hai tradito e te ne sei andata, non crederò più alle tue parole, non crederò più a uno stupido angelo> le sue parole sono dure e il bricciolo di speranza che vedevo nel suo sguardo si è spento lasciando posto a due cubetti di ghiaccio.
<cadrò, per te, per dimostrarti il mio amore, perché amo te non Dio e mi conquisteró nuovamente la tua fiducia, ci tengo troppo> queste parole hanno un peso fin troppo grande, sono un'angelo eppure ho appena detto di amare il principe delle tenebre, spero l'Altissimo possa perdoarmi, lo faccio per una buona causa.
<Vedremo> è l'ultima cosa che dice prima di uscire dalla mia stanza.
Mi spoglio e mi accomodo a letto, ripetendo nella mia testa che devo cadere e corteggiare Satana per il bene del Paradiso, lo devo fare per i miei fratelli e le mie sorelle.
Mi addormento continuando a pensare che domani mattina dovrò cadere, dovrò vivere nell'Inferno per un bene superiore, ma lo devo fare, lo devo fare per il bene di tutti.
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Mi sono svegliata presto questa mattina, d'altronde è una mattina veramente importante, dovrò salutare Lola e poi andare in Paradiso per lasciarlo a tempo indeterminato.
Non sono pronta, non so se veramente voglio che Lucifero creda che lo amo, potrebbe chiedermi fi fare cose che non posso fare e che, da buon angelo, non dovrei neppure pensare, ma ricordo il flashback del letto, ormai ha già preso tutto quello che voleva.
Ripenso alla volta in cui ho visto Michael attaccare Lucifero, ho la sensazione che quello non fosse un ricordo, lo so per certo, non era un ricordo, era come una visione, come se non fosse ancora successo, ma allora perché gli ho dato il mio sangue, perché gli ho concesso di bere la linfa di un angelo di mia spontanea volontà.
Questo pensiero non mi lascia nemmeno quando lascio la mia stanza per andare da Lola, devo dirle che me ne vado e che non ci vedremo prr un po'.
Dopo neanche 5 minuti sono davanti alla porta della sua stanza, ma per non trovarmi di fronte uno spettacolo come quello della scorsa volta decido che è meglio bussare.
Lola ci mette un po' per aprirmi e quando lo fa noto che l'ho svegliata, d'altronde sono ancora le sei del mattino e probabilmente stava dormendo a giudicare dalla maglia stroppiciata che indossa e dai capelli arruffati, appena i nostro sguardi si incrociano lei mi sorride e mi fa entrare.
<Dobbiamo parlare> cerco di usare un tono distaccato, non voglio farmi controllare dalle emozioni.
<Se è per ieri, perdonami, non sapevo che ti piacesse> la sua voce è piena di risentimento e io le sorrido sperando di calmarla.
<No, non è per quello, è che i miei mi vogliono a casa, mia nonna è morta e devo tornare> uso un tono triste, sperano che creda alla bugia che le sto dicendo.
<Ah> la luce nei suoi occhi lascia spazio a delle lacrime violente.
<no no, non piangere> le asciugo le lacrime <non tornerò a scuola, ma ti prometto che verrò a trovarti ogni volta che mi sarà possibile> le sorrido e le bacio la fronte.
<perché non torni?> la sua voce è spezzata dal pianto e le lacrime non smettono di percorrerle il viso.
<Non torno perché ho promesso a mia madre che sarei rimasta ad aiutarla in casa, prima lo faceva mia nonna, ma ora hanno bisogno di me> l'abbraccio e la stringo forte a me <ma ti prometto che tornerò a vederti> mi si sta spezzando il cuore, sto abbandonando la mia migliore amica per seguire un uomo che neanche amo, inizio a piangere pure io e il nostro abbraccio diventa un coro di singhiozzi.
<Quando parti?> si stacca dall'abbraccio e mi guarda con gli occhi rossi e il naso colante.
<Subito dopo averti salutata> alle mie parole mi riabbraccia e mi stringe come a volermi spaccare le costole.
<Non dimenticarmi> mi prega.
<Non potrei mai> mi riaffiorano i ricordi degli anni passati con lei, uno dopo l'altro e finiscono tutti con un suo splendido sorriso.
Le accarezzo i capelli e il dolore di non rivederla più mi spezza il cuore, non ci credo, la sto lasciando sola, ma lo devo fare, devo farlo anche per lei.
Dopo minuti infiniti di abbraccio la lascio nella stanza e mi dirigo verso la mia, le lascio un pezzo del mio cuore, con mio grande dispiacere.
Non ho molto da portare via, i miei vestiti non potrò indossarli essendo principalmente bianchi, mi porto dietro solo i miei libri e il mio album da disegno con i materiali per dipingere e disegnare e la porto a Lucifero che mi ha detto dove lo avrei trovato.
Lo incontro al bar, come prestabilito e gli porgo il mio borsone.
<So che non dovrei avere già nulla di mio, ma ci tengo> gli sorrido e lui ricambia.
<Dimostrami che mi sarai fedele e ti farò avere tutto quello che vuoi> le sue parole sembrano sincere e la sua proposta è molto allettante, ma gli angeli non devono farsi tentare dalle cose materiali ne dal diavolo.

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