Quarto Capitolo

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Il secondo anno della carriera di Harry ad Oxford cade esattamente durante la festa di San Michele, ed arriva più velocemente del previsto.

Harry decide di festeggiarlo con Zayn e Paige al Parktown pub. È la serata con musica dal vivo, cosa che Zayn aveva omesso di menzionare quando lo aveva invitato.

''Dovresti leggere qualcosa,'' dice Paige al più piccolo, sporgendosi sul tavolo mentre Zayn li raggiunge dal palco. Aveva appena letto la sua poesia e cantato il resto, e lo stavano ancora applaudendo.

Harry si sistema l'estremità del suo cappellino.

''Non sono un poeta.''

''Non devi esserlo per forza!'' gli dice Paige. ''Leggi uno dei tuoi saggi.''

Preferirebbe morire piuttosto.

''La prossima volta,'' dice. E fortunatamente, con il ritorno di Zayn, l'attenzione della ragazza si distoglie da lui per puntarsi sul moro.

Probabilmente passare una serata fuori non era stata una grande idea, ma dopo la settimana disastrosa che aveva vissuto, se l'era guadagnata decisamente.

Alla fine era stato lui a pagare il prezzo dell'assenza di Louis. C'era così tanto da recuperare, e tantissimi erano stati i compiti e gli impegni ricaduti sulle sue spalle. Era un ciclo infinito di pentimento e risentimento il suo, considerato che era colpa sua se Louis non frequentava più il suo ufficio. Ad un certo punto, aveva dovuto persino completare il suo compito per la lezione del Professor Connelly, mentre Marie, l'aveva aiutato a preparare tutto per la festa di Natale.

È davvero stanco, ma dopotutto è sopravvissuto a tutto quello. Sa di essere apprezzato a sufficienza, eppure, in quel momento tutto ciò che vuole fare, è tornare a casa. Non nel suo appartamento, ma a casa di sua mamma, lì dove lo aspetta del cibo caldo, ed una compagnia persino più calorosa.

Cerca di riflettere su come abbandonare Zayn e Paige, e sgattaiolare via da lì. Un altro artista si sta presentando ed entrambi i ragazzi sono concentrati su di lui, e proprio in quel preciso momento, sente il telefono vibrare.

La sua via d'uscita era appena arrivata.

Si dirige così verso la porta del locale, indossando nel mentre la giacca, per poi tirare fuori dalla tasca il suo telefono.

È Louis.

''Pronto?''

''Hai quasi mancato la mia telefonata.''

Harry alza gli occhi al cielo.

Sempre il solito.

''Scusami.''

''Tranquillo. A quanto pare sei ancora fuori. Ho bisogno di un favore. È urgente.''

''Stai bene?''

''Sto bene, sì. Sono a casa. Ho bisogno che tu venga qui. Ti spiego tutto più tardi.''

Harry non gli aveva nemmeno detto di sì, e prima di poter obiettare o di porgli qualche altra domanda, Louis aggiunge, ''Ci vediamo tra poco,'' e attacca.

Harry non perde tempo a mandare un messaggio a Zayn e a prenotare il taxi più vicino al locale.

***

Non molto dopo, arriva trafelato all'appartamento di Louis.

''Ho messo in pratica il consiglio che mi hai dato poco fa,'' gli dice il maggiore, non appena Harry entra in casa.

Il cervello di Harry era decisamente fritto. Non ricorda nulla di ciò che gli aveva detto e, di conseguenza, non poteva garantire che valesse la pena seguire il suo consiglio.

Come as you are [Larry Stylinson || Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora