La neve, contrariamente a tante altre cose, non porta con sé conseguenze negative. E come la neve, anche una pioggia veloce, seppure pesante, è solita lavare via tutto entro il giorno seguente. È per quel motivo che quella mattina Harry si sente abbastanza al sicuro da salire sulla sua bici per raggiungere il campus.
Resta fuori la caffetteria molto a lungo, chiacchierando con Etienne, il barista a cui quasi sicuramente piace. (In un mondo ideale, Harry perderebbe la testa per un ragazzo così carino, e insieme, vivrebbero una vita agiata e tranquilla in città).
Resta lì così a lungo che il caffè di Louis si raffredda ed è costretto ad ordinarne un altro.
Marie è di pessimo umore e anche se Harry era diventato un esperto nell'evitarla, quella mattina si prende comunque un momento per aiutarla a liberarsi di qualsiasi peso la stesse affliggendo.
Terminati gli incarichi che aveva da concludere, e dopo aver realizzato che la vita amorosa di Marie fosse completamente senza speranze, Harry si avvia verso l'ufficio di Louis.
Un respiro profondo, bussa alla porta e la apre.
Il maggiore era seduto con le braccia incrociate al petto, le maniche della camicia sollevate fino ai gomiti, rivelando così il tatuaggio sull'avambraccio che Harry non era mai stato capace di vedere bene. Non ci era mai riuscito nemmeno quando Louis era ubriaco e aveva perso conoscenza nello studio di casa sua, perché allora era stato troppo distratto. In quel momento, Harry realizza che mai avrebbe potuto mantenere un rapporto professionale con lui, considerato che da quel giorno in poi, ogni tipo di incontro che avevano avuto era stato lontanamente professionale.
''Hai battuto il tuo stesso record da ritardi.'' Così lo accoglie Louis.
''Non sono mai in ritardo.''
''Il discorso non cambia.'' Louis guarda il caffè che Harry regge in mano in attesa, così il più piccolo avanza verso la scrivania poggiandocelo sopra.
''Hai intenzione di sederti?''
E così si siede, mentre Louis prende diversi sorsi del suo caffè, senza dire una parola, e digitando qualcosa al suo computer. Harry sospetta che al maggiore piaccia farsi attendere dagli altri. O perlomeno, da parte dei suoi assistenti e studenti. Non aveva mai fatto aspettare Emily, di quello è certo, nemmeno quando la ragazza era in salute. È un pensiero inopportuno e fastidioso, e così simile a quelli che aveva maturato da solo, nel buio della sua stanza, l'unico posto in cui si concedeva davvero di essere geloso o crudele.
A quel punto, ignaro ed involontariamente, sospira a gran voce.
''Vuoi andare via?'' gli chiede Louis, senza guardarlo.
''No.''
Louis mette giù il caffè.
''Volevo parlartene ieri. Ogni anno Lee ospita un ritrovo per scrittori. Si terrà alle Barbados, il prossimo fine settimana. Avrebbe dovuto esserci anche la Professoressa Connelly, ma è incinta.''
''La Professoressa Connelly?'' ripete Harry, alzando un sopracciglio. ''Ma non ha sessanta anni?''
''Quaranta, ma ho saputo che è scioccata quanto gli altri. Ad ogni modo, Lee ha bisogno che io venga. Saranno solo quattro giorni, e potrei aver bisogno di un po' di tempo libero.''
''Posso occuparmi io di gestire tutto qui,'' risponde Harry. ''Hai bisogno che ti prenoti un volo?''
Louis, in risposta, indossa gli occhiali.
''Verrai anche tu.''
Harry pensa di aver capito male, ma poi si gira e rigira quelle stesse parole in mente e niente più ha un senso.
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Come as you are [Larry Stylinson || Italian Translation]
Fanfiction''Vorrei fosse sempre così,'' dice Harry. ''So che non ha senso, ma credo che dovresti pensarci su. Potrei renderti felice se solo me lo permettessi.'' Louis è un professore di letteratura all'università di Oxford, ed Harry è il suo nuovissimo e app...