Arriva Sad Comedian! - Parte 4

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Il lastricato era caldo. Armonio, che correva nell'aria immobile di una notte d'estate, poteva percepirne il tepore sulle piante dei piedi, attraverso le suole sottili delle scarpe di tela.

Il sangue sulle sue mani era reale, o se lo stava immaginando, come quando aveva sognato di voltare il calendario, per rivelare la data del due novembre? Senza pensarci, si era diretto in cucina e aveva sbrigato senza fatica tutte le faccende che aveva da fare (da lì poteva subito accorgersi che si trattava di un sogno), e troppo presto era calata la sera. Si era reso allora conto di non essersi ancora recato in cimitero (1), pertanto si era affrettato verso i pioppi che, all'improvviso, erano apparsi all'orizzonte.

Mentre vagava per i viali alberati in cerca della tomba di famiglia, aveva notato una carrozza nera, come quelle che si usano in certe funzioni, ma pareva un funerale senza il morto. Anzi, l'abitacolo - nonostante il colore - pareva più adatto a trasportare un vivente. Le ruote in ferro battuto smuovevano i ciottoli, facendoli schizzare ovunque, e quando la carrozza era passata a fianco a lui, i due cavalli lo avevano guardato con occhi che gli erano parsi umani.

Per qualche motivo, quel sogno lo aveva inquietato a tal punto che non si era recato più al cimitero, il giorno dei morti.

Proprio com'era accaduto poco prima, le strade che aveva sempre conosciuto si confondevano e si aggrovigliavano tra loro, come fili in un gomitolo, o come le stanze di Asterione. Le case che si susseguivano l'una dopo l'altra erano infinitamente identiche, tanto da fargli pensare che sotto e dentro ogni casa ci fosse un'altra casa, e che le uniche cose a non ripetersi fossero Armonio e Sad Comedian, finiti in un mondo illimitato.

Il ragazzo si ritrovò a un bivio tra due strade uguali. Forse, il suo stand senza bocca stava blaterando qualcosa, ma il rumore all'interno delle sue orecchie - simile all'interferenza bianca di una vecchia televisione, all'interno della quale, talvolta, annunciavano la notizia di un omicidio - gli impediva di udirlo.

Armonio rallentò il passo, sperando così che anche il cuore smettesse di martellargli impazzito nel petto, e che l'immagine di ciò che era appena avvenuto svanisse dalle sue retine.

Mentre l'afa lo stringeva nel suo abbraccio, troppo debole e troppo soffocante per essere piacevole, le sue orecchie percepirono, in lontananza, un rumore ritmico e ticchettante. Pareva, in principio, il volgere di un grosso meccanismo, ma dopo alcuni secondi il ragazzo si rese conto che il rumore si avvicinava, e lo riconobbe per ciò che era: il calpestio degli zoccoli di un cavallo.

La sagoma della carrozza si profilò all'orizzonte, immersa nella luce soffusa dei lampioni, e con angoscia Armonio si accorse che si trattava di quella del sogno. I cavalli che la trainavano, per un istante, gli parvero cadaverici e macilenti, per poi tornare splendidi l'attimo successivo, con il loro pelo nero lucido e gli alti pennacchi. Il sedile del cocchiere era coperto da un pesante drappo di velluto scuro.

Il ragazzo non si sarebbe sorpreso nel vedere, comodamente seduto nella cassa, il conte vampiro di cui parlavano leggende vecchie di generazioni, oppure la Morte dal capo velato. Ma, quando un istinto che nemmeno lui seppe spiegare lo spinse verso il mezzo, fermatosi proprio davanti a lui, la piccola inferriata che dava sull'abitacolo gli rivelò che era vuoto.

La porticina, come spingendosi da sola, si aprì verso l'esterno.

«Chi c'è?» chiamò Armonio, spaventato. Gli risposero solo alcuni grilli e un'automobile che passava, lontana.

Incuriosito, mise un piede sulla pedana e si sporse all'interno. L'iniziale paura era svanita, e gli rimaneva solo un senso di curiosità, misto alla speranza di essere portato via da quel luogo, forse da quella stessa vita.

Le Bizzarre Avventure di JoJo: Exit LightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora