Arriva Sad Comedian! - Parte 5

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Ancora con un prepotente senso di dolore e disgusto che gli opprimeva il petto, Armonio si alzò dalla sedia. Un rumore secco aveva annunciato la fine di quel disturbante enigma, e l'aprirsi di una nuova porta.

Sospirò, e si ritrovò a barcollare lievemente, con le ginocchia ancora piegate. Pensò che forse aveva avuto un calo di pressione, del resto non sapeva nemmeno da quante ore fosse all'interno del castello, quanto tempo fosse passato dal suo incidente con quell'uomo. Ad ogni modo, non ci diede molto peso.

La porta davanti a lui conduceva a un corridoio talmente lungo che non riusciva a vederne la fine. Era illuminato a giorno, e Armonio trovò la cosa bizzarra per due motivi. Il primo era che, quando era entrato nell'edificio, era di sicuro notte inoltrata, e – nonostante il suo dubbio precedente – non poteva essere già mezzogiorno o primo pomeriggio. Il secondo, invece, riguardava il fatto che non c'erano finestre. La luce pareva provenire in modo diretto dalle pareti, che erano di un bianco abbacinante e piuttosto fastidioso.

Delle statue, candide anch'esse, erano addossate ai muri. Erano innumerevoli, una dietro l'altra, distanziate di pochi metri. Rappresentavano busti di fattura classica, ma i lineamenti erano anonimi, sempre uguali. Sembravano non raffigurare nessuno e, allo stesso tempo, somigliavano in modo inquietante ai fantasmi della prima stanza.

Armonio, che nelle notti insonni aveva visto abbastanza film da capire che tornare indietro era sempre una brutta idea, avanzò per la strada che gli si parava davanti.

Il gusto estetico del padrone di casa gli aveva suggerito (sbagliando, pensò Sad Comedian) di lastricare il pavimento con mattonelle bianche, rosa e nere. Il risultato finale era un'accozzaglia di oggetti e di concetti estetici, disposti senza alcun criterio apparente.

Armonio continuò ad andare avanti.

L'interminabile corridoio aveva una fine, e si trattava dell'ennesima stanza incolore. Questa volta, qualcuno aveva però installato uno schermo a cristalli liquidi su una delle pareti.

"CHOOSE WISELY",

diceva una scritta composta da pixel sgranati, comparsa all'improvviso sul monitor.

«Sad Comedian» sussurrò il ragazzo, consapevole che, se voleva arrivare fino in fondo, due menti sarebbero state meglio di una.

Si accorse solo in quel momento dell'insolita determinazione che gli stava ardendo in petto: un istinto di sopravvivenza che non sapeva di avere lo aveva spinto a togliere la vita a quell'uomo pur di non sacrificare la propria, e ora proprio lui voleva arrivare in fondo a qualcosa.

Con tutta probabilità, se fosse sopravvissuto si sarebbe trovato, la mattina dopo, sporco e riverso sul divano con i postumi di una sbornia mal gestita. Come al solito.

Ma sentiva qualcosa di nuovo.

Tre piedistalli sorsero dal terreno, accompagnati da una musica futuristica e da un fischio di approvazione dello Stand che era apparso sulla sua spalla.

Solo quando si bloccarono con un rumore secco, Armonio riuscì a distinguere gli oggetti che vi erano poggiati, appoggiati su dei centrini che non avrebbero sfigurato nella classica casa della nonna. Erano, nell'ordine: una katana, una pistola e un'arma da fuoco più pesante.

Istintivamente, il ragazzo si avvicinò e cominciò a esaminarli. Scartò subito la spada: non era il suo stile. Non era nemmeno un esperto di ferri che sparavano, ma una gli sembrava una pistola leggera, mentre il secondo, forse, un fucile d'assalto.

Le Bizzarre Avventure di JoJo: Exit LightDove le storie prendono vita. Scoprilo ora