Laurencia aveva dimenticato le emozioni che il primo giorno di scuola comporta fin quando non ebbe l'impressione di riuscire a provare la stessa ansia ed euforia che l'aveva accompagnata molti anni prima e che, quel giorno, vedeva trapelare dagli occhi della dolce Diana, che stava tentando di apparire quanto più tranquilla e neutrale possibile
<<Sarò sicuramente la più piccola, me l'ha detto anche la signora Tremblay>>
Diana avrebbe dovuto frequentare il primo anno della scuola secondaria e tra i suoi compagni era l'unica a non aver compiuto ancora 11 anni, la consapevolezza di essere la più piccina la turbava e non poco.
Fece di tutto per evitare una qualsiasi umiliazione, addirittura promise a se stessa che, nel caso fosse stato necessario, avrebbe lasciato all'entrata il chiacchierare e le tante fantasie che la caratterizzavano
<<Devo fare bella figura, Laurencia. Posso farmi i boccoli ai capelli? Le altre ragazze li fanno tutte >>
Fortunatamente, l'obbligo della divisa le risparmiò la preoccupazione di dover trovare un abbigliamento adatto all'occasione
<<È un po' formale, però bella >>
Commentò quando zia Morin le mostrò un grazioso abito blu notte, abbinato ad una salopette di stoffa bianca.
Il tragitto da percorrere per giungere a scuola non era molto lungo e le condizioni permettevano che gli alunni, da qualunque parte della campagna provenissero, potessero raggiungere l'istituto a piedi
<<So che sei preoccupata, ma io conosco gli studenti del primo anno perché abbiamo frequentato la scuola primaria insieme, conosco anche quelli un po' più grandi ma non ho avuto molto tempo per comprenderli>>
Corinne tranquillizzò Diana per tutta la durata della loro camminata, ma c'era altro a cui pensava la bambina.
Guardandosi intorno, le fu impossibile evitare di viaggiare con la mente, soprattutto quando arrivò il momento di addentrarsi in una pineta
<<Non trovi che i pini siano affascinanti? Così alti e maestosi, esercitano il loro potere con una tale eleganza >>
<<Sono solo pini>>
Diana non si aspettava che Corinne capisse, ma le sarebbe piaciuto ricevere risposta più soddisfacente, anche un lieve apprezzamento l'avrebbe rincuorata ricordandole che avevano fatto un giuramento che prevedeva che sarebbero state migliori amiche finché non fosse stata la morte a separarle fisicamente.
Le persone crescono, cambiano, i sogni diminuiscono e le speranze sfumano, alcune promesse vengono sciolte e qualche giuramento viene infranto, ma D e C erano spiriti affini, cosa avrebbe mai potuto mettere fine alla loro amicizia? Niente
<<È stata la mia prima amica qui in Canada, un giorno cresceremo ed il bene che proviamo l'una per l'altra farà lo stesso>>
Rivelò Diana a Laurencia, nel bel mezzo di uno dei suoi racconti su come aveva trascorso il pomeriggio dei giochi.
Tuttavia la signora Morin sapeva bene cosa volesse dire lasciarsi alle spalle rapporti che un tempo erano stati felicemente vissuti, ma allo stesso tempo le piaceva coronare l'amicizia d'infanzia che lei e Harrison erano stati in grado di far avanzare con grande maturità, tenendosi compagnia a vicenda nei momenti di spensieratezza, ma soprattutto quando a incombere era il buio.
Dunque la signora Morin non aveva idea di come sarebbe finita tra le due bambine e non sapeva se fossero mai state capaci di coltivare il loro rapporto anche quando gli anni della maturità le avrebbero inghiottite, ma le faceva piacere pensare che Diana potesse avere al proprio fianco una persona che significasse quello che per lei significava Albert
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Una vita di sogni - Illusioni di una (im)perfetta esistenza
General FictionDiana Izabelle Bennett ha solo 10 anni quando, a seguito di un tragico incidente col fuoco, rimasta orfana, è costretta a trasferirsi da S. Francisco a Vancouver, in una piccola zona di campagna, ospitata da una lontana zia vedova di cui, fino a que...