𝕻𝖊𝖗𝖘𝖎𝖓𝖔 𝖌𝖑𝖎 𝖕𝖘𝖎𝖈𝖔𝖕𝖆𝖙𝖎𝖈𝖎 𝖍𝖆𝖓𝖓𝖔 𝖊𝖒𝖔𝖟𝖎𝖔𝖓𝖎, 𝖔 𝖒𝖆𝖌𝖆𝖗𝖎 𝖓𝖔.
-Richard RamirezRidevano, i fantasmi ridevano con smania mentre si avventavano sul corpo di Asteria. Le accarezzavano il viso, il collo, fino a scendere verso le gambe.
Uno dei fantasmi dall'aspetto più umano, meno mostruoso e tremendo rispetto agli altri, aveva lasciato che le sue dita percorressero un lungo cammino sulla gamba sinistra di lei.
Era partito dalla caviglia e s'era arrotolato l'orlo del vestito attorno al dito, tirandolo su man mano che avanzava. In pochi ma strazianti secondi era quindi arrivato alla coscia, ci si era calato sopra e con un veloce bacio umido aveva battezzato la zona, affondandoci i denti dentro.
Iblīs aveva osservato la schiena di Asteria inarcarsi e il suo collo allungarsi mentre tentava di ritrarsi; ma le mani, le figure e i volti attorno a lei avevano iniziato a esser troppi da gestire, da scacciare.
Non sapeva più dove guardare, come muoversi o difendersi.
Non aveva però pronunciato una singola parola, era rimasta nel suo silenzioso mondo senza mai singhiozzare. I suoi occhi, come a voler contraddire le sue labbra, si erano completamente aperti per lasciare affluire la massima quantità di lacrime.
Iblīs si era piegato su di lei per osservarle; con la mano destra aveva tentato di afferrare un cero e con successo glielo aveva posizionato davanti. Adesso che la debole fiamma la illuminava era al sicuro, fuori dalla portata dei fantasmi.
Ma la fiamma era minuta, gracile, e copriva così solo metà del corpo di Asteria.
Iblīs pensò che, se non altro, il suo bel viso si sarebbe salvato.
Gli occhi della ragazza riflettevano in maniera adorabile il rosso del fuoco e vi ci si fondevano dentro fino a sciogliere il miele dei suoi occhi, facendolo colare giù per le sue guance.
Asteria piangeva miele mentre le lacrime, quelle vere e trasparenti, rimanevano bloccate nelle sue due sfere facendole sembrare palle di cristallo. Aveva aperto la bocca per dire qualcosa o, magari, per urlare ma nulla era uscito.
Il Re, a quel punto, aveva iniziato a toccarle le ciglia in preda alla confusione. Erano morbide ma bagnate, lunghe e nerissime come spesse corde e non si abbassavano mai.
Asteria aveva smesso di battere le ciglia e le sue labbra di muoversi freneticamente, aveva semplicemente smesso di far qualsiasi cosa mentre i fantasmi si cibavano del suo ventre.
Iblīs aveva tentato di scacciarli ma loro avevano continuato a sfamarsi come bestie, animali selvaggi e senza remore che portavano via alla ragazza pezzi di carne.
Più scavavano, però, e più la pelle di Asteria si rigenerava. Sembrava continuasse a riformassi, un'infinita metamorfosi che le impediva di morire fisicamente.
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The Cursed King
Fantasía🦋Vincitrice dei Wattys22, paranormale🦋 «𝘌 𝘤𝘰𝘴ì 𝘣𝘳𝘶𝘤𝘪𝘢𝘪 𝘪𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘷𝘪𝘭𝘭𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘦, 𝘧𝘪𝘯𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦, 𝘯𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘪 𝘪𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘤𝘢𝘭𝘰𝘳𝘦.» ** Si dice che il cuore di un sovrano rappresenti l'amorevolezza che esso prova...