𝕮𝖍𝖎 𝖊' 𝖎𝖑 𝖕𝖆𝖌𝖑𝖎𝖆𝖈𝖈𝖎𝖔, 𝖆𝖉𝖊𝖘𝖘𝖔?
-John Wayne Gacy
Iblīs era stato scortato da una guardia verso le sue stanze, ma per qualche strana ragione più camminavano e meno riusciva a riconoscere la strada che stavano percorrendo.
La mano del suo servitore, adagiata a palmo aperto contro la sua schiena, tutto a un tratto gli era parsa fredda, sbrigativa.Per un attimo gli era persino sembrato che l'avesse spinto, incoraggiandolo a proseguire con passo sostenuto, ma poi si era dovuto ricredere: chi mai avrebbe osato fare una cosa simile al Re?
A Iblīs mancava qualcosa, ne era certo, ma più frugava nella sua mente e più si ritrovava a rincorrere ricordi inesistenti e nebulosi. Era davvero condannato a vivere così?
Si era incurvato in avanti, nascondendo il viso tra le spalle, mentre le ombre del palazzo gli rendevano il viso più cupo. Dove stavano andando? Aveva spostato lentamente gli occhi e li aveva sentiti muoversi nelle cavità oculari, sfiorando i nervi.
I piedi dell'uomo si muovevano in fretta, un passo seguiva sempre l'altro in un ciclo continuo, e alle volte zoppicava. Alla guardia doleva la caviglia destra, ma mai aveva rallentato ciò che era divenuta una camminata veloce.
Il ritmo sostenuto, le sopracciglia che si scontravano tra di loro e lo sguardo serio e agitato dell'uomo avevano, chissà per quale strambo motivo, agitato Iblīs. La consapevolezza di star perdendo un ulteriore pezzo del puzzle lo aveva annegato, facendogli assumere un'espressione scontenta.
Quindi aveva stretto le labbra in una fine riga di risentimento, rallentando il passo. Non aveva nessunissima voglia di tornarsene in camera, non ora che la malinconia gli stava abissando i polmoni.
Tutto, ma non il cuore.
Il Re aveva portato una mano al petto, sentendo la mancanza di quel pompare lento e stenuante. Dov'era andato a finire il suo organo più importante? Per un attimo si era detto che forse s'era semplicemente fermato, che finalmente il suo corpo aveva ceduto sotto i colpi dell'immortalità.
Ma che importanza aveva la morte fisica, quando il suo spirito continuava a vivere? Certo, la sua ragione era deceduta molto tempo prima, quindi cos'era divenuto Iblīs? Forse era soltanto un guscio vuoto, scarno e privo di ogni essenza.
Erano passati di fianco la stanza dei dipinti, i suoi dipinti, e colmo d'adorazione si era lasciato andare a un lungo e profondo sospiro. Aveva ricordato qualcosa, ma solo a livello emotivo.
Non riusciva a mettere le mani sulla memoria vera e propria, ma era certo che dietro quella porta fosse accaduto qualcosa degno di nota.
"Cammina." La voce della guardia lo aveva colto alla sprovvista, lasciandolo momentaneamente confuso. Dove stavano andando? Quella domanda, comunque sia, era presto stata rimpiazzata da un puntiglioso senso di fastidio.
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The Cursed King
Fantastik🦋Vincitrice dei Wattys22, paranormale🦋 «𝘌 𝘤𝘰𝘴ì 𝘣𝘳𝘶𝘤𝘪𝘢𝘪 𝘪𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘷𝘪𝘭𝘭𝘢𝘨𝘨𝘪𝘰 𝘦, 𝘧𝘪𝘯𝘢𝘭𝘮𝘦𝘯𝘵𝘦, 𝘯𝘦 𝘴𝘦𝘯𝘵𝘪𝘪 𝘪𝘭 𝘴𝘶𝘰 𝘤𝘢𝘭𝘰𝘳𝘦.» ** Si dice che il cuore di un sovrano rappresenti l'amorevolezza che esso prova...