Se mi avessero detto che in una settimana la mia vita sarebbe cambiata del tutto, non ci avrei creduto. Invece mi ritrovo davanti alla villa della famiglia Bakugou, la più importante nel mondo delle macchine, con davanti il capo e accanto il figlio. Faccio passare lo sguardo tra loro due non sapendo che fare"Ora tu entri in casa e parliamo, ci siamo capiti? Il ragazzo sarà accompagnato a casa da Takato" fa un segno con la testa per indicare il maggiordomo
"VECCHIA TU NON MI COMANDI" grida il biondo
Vorrei parlare ma ho paura di peggiorare la situazione. Denki mi aveva avvisato che madre e figlio non erano in buoni rapporti, ma non credevo che si parlassero in questo modo
"SONO TUA MADRE E TI COMANDO DA QUANDO SEI NATO" si avvicina a noi mettendosi a braccia conserte e alzando il viso guardandomi con superiorità
"E porta via quest'essere da davanti i miei occhi, è uno dei tanti vero? Come osi portarlo in casa nostra? Mi disgusta il solo pensiero di quello che fate" fa una smorfia contorcendo il naso
La guardo stupito per colpa delle brutte parole che sono uscite dalla sua bocca, come si permette a dire cose del genere? Stringo i pugni e mi trattengo per non rispondere a tono
"Non ti azzardare più ad offendere Kirishima, lui non è per niente chi pensi tu. E sono libero di portare chi cazzo voglio a casa mia" il suo tono di voce è più profondo e sembra sul punto di ucciderla
"Non rispondermi in questo modo e fai come ho detto"
Sembra un comandante dell'esercito al posto di una madre, trattare il proprio figlio come se fosse un suo soldatino è assurdo
"No" dice il biondo rimettendosi il casco
"Cosa hai detto?!" grida peggio di Bakugou
"Non ripeto le cose due volte. Non posso entrare in casa mia? Me ne vado, faccio di tutto pur di non accontentarti e sarà sempre così" ringhia salendo sulla moto
Sorrido per la sua risposta e salgo anch'io. Le grida di sua madre si sentono in tutto il viale finché diventano solo dei flebili rumori. Nessuno dei due dice una parola durante il tragitto verso il mio appartamento, non voglio intromettermi nei suoi problemi, se vuole deve essere lui a parlarmene. Davanti al cancello si ferma a fumare una sigaretta, resto a fissarlo per un po' mentre penso a cosa voleva farmi vedere. Se non fosse stato per sua madre forse ora avremmo fatto qualche passo avanti
"Non fare caso alle parole di quella donna" alza la testa e mi guarda negli occhi, sembra quasi dispiaciuto
"Non fa niente, mi basta solo sapere che non sono una tua conquista qualunque e lo hai detto con la tua bocca. Quindi non mi dire che vuoi portarmi solo a letto per allontanarmi perché non ti credo più" dico stuzzicandolo
"Non farmi innervosire" alza gli occhi al cielo buttando la cicca
Sta per andarsene ma non resisto e lo chiamo, lui si ferma e si gira a guardarmi
"Dove andrai ora? È tardi" mi mordo il labbro nervoso
Sono preoccupato per lui, non credo che tornerà a casa dopo quello che è successo
"Da qualche parte" risponde con nonchalance
"Vuoi salire da me?"
Le parole mi escono prima che io possa pensarci meglio, ma cosa ho appena proposto.
Mi guarda mentre mi dondolo sui piedi nervoso"Non mi lascerai andare vero? Sei proprio testardo. Me lo hai chiesto tu rosso, a te le conseguenze" sogghigna mentre posa il casco
Deglutisco a vuoto e con le mani tremanti prendo le chiavi, questa notte sta durando troppo. Prendiamo l'ascensore in silenzio finché arriviamo davanti alla porta del mio appartamento
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Blue Garden - Kiribaku\Bakushima
FanfictionEijirou Kirishima lavora al locale "Blue Garden" da ormai due anni. La sua vita è una routine: la mattina università, il pomeriggio studio e poi lavoro. Una sera si presenta un nuovo cliente al locale, un ragazzo molto riservato che non vuole altro...